The Birth of a Nation - Il risveglio di un popolo

The Birth of a Nation

2.5/5
Un inno alla libertà manipolato: regia di Nate Parker, urge cuore aperto e cervello acceso

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USA 2016
America, 1831. Nat Turner, è uno schiavo letterato e predicatore incaricato dal proprietario Samuel Turner, in difficoltà finanziarie, di usare le sue prediche per placare gli schiavi indisciplinati. Testimone di orrende atrocità, non solo contro lui stesso, ma anche verso la moglie Cherry e i compagni di schiavitù, Nat si mette a capo di una rivolta nella speranza di condurre il proprio popolo verso la libertà, suscitando ben presto la violenta ritorsione da parte dei bianchi.
SCHEDA FILM

Regia: Nate Parker

Attori: Nate Parker - Nat Turner, Armie Hammer - Samuel Turner, Mark Boone Junior - Reverendo Walthall, Colman Domingo - Hark, Aunjanue Ellis - Nancy Turner, Dwight Henry - Isaac Turner, Aja Naomi King - Cherry, Esther Scott - Bridget Turner, Roger Guenveur Smith - Isaiah, Gabrielle Union - Esther, Penelope Ann Miller - Elizabeth Turner, Jackie Earle Haley - Raymond Cobb, Tony Espinosa - Nat Turner bambino, Jayson Warner Smith - Earl Fowler, Jason Stuart - Joseph Randall, Chiké Okonkwo - Will, Katie Garfield - Catherine Turner, Kai Norris - Jasper, Chris Greene - Nelson, Kelvin Harrison Jr. - Simon, Steve Coulter - Generale Childs, Jeryl Prescott - Janice, Justin Randell Brooke - Guiles Reese, Dominic Bogart - Hank Fowler, Justin M. Smith - Jethro, Allen Phoenix - Abner, Aiden Flowers - John Clarke ragazzo, Dane Davenport - John Clarke Turner, Ryan Mulkay - Jesse, Danny Vinson - Benjamin Turner, Tom Proctor - E.T. Brantley, Brad Schmidt - Tenente Akers, Chief Olaitan - Ezekiel, Alkoya Brunson - Hark ragazzo, Griffin Freeman - Samuel Turner giovane

Soggetto: Nate Parker, Jean McGianni Celestin

Sceneggiatura: Nate Parker

Fotografia: Elliot Davis

Musiche: Henry Jackman

Montaggio: Steven Rosenblum

Scenografia: Geoffrey Kirkland

Arredamento: James Edward Ferrell Jr.

Costumi: Francine Jamison-Tanchuck

Effetti: G. Heath Hood, George Loucas, Baked FX, Lola Visual Effects

Durata: 120

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, RED DRAGON

Produzione: NATE PARKER, KEVIN TUREN, JASON MICHAEL BERMAN, AARON L. GILBERT, PRESTON L. HOLMES PER BRON STUDIOS, MANDALAY PICTURES, PHANTOM FOUR, TINY GIANT ENTERTAINMENT

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX ITALY

Data uscita: 2016-12-14

NOTE
- REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON: NOVOFAM PRODUCTIONS, FOLLOW THROUGH PRODUCTIONS, INFINITY ENTERTAINMENT, OSTER MEDIA, POINT MADE FILMS, JUNIPER PRODUCTIONS, ARGENT PICTURES, HIT 55 VENTURES AND CREATIVE WEALTH MEDIA FINANCE CORP.

- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURANO ANCHE DAVID S. GOYER E EDWARD ZWICK.

- SELEZIONE UFFICIALE ALLA XI EDIZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2016).
CRITICA
"Una controstoria dello schiavismo raccontata dal punto di vista 'afro'. Ma girata con stile truce e irruento alla Mel Gibson. Il tutto per evocare la figura storica, e assai più controversa di quanto non sembri qui, di Nat Turner (Nate Parker, protagonista e regista). (...) Torture, frustate, stupri, denti spaccati a martellate (in primo piano naturalmente). Ogni mezzo è lecito per choccare (e ricattare) lo spettatore prima dello scontro finale e delle impiccagioni di massa (accompagnate da 'Strange Fruits', inutile dirlo). Peccato, perché le scene più distese, i rapporti sempre così ambigui tra schiavi e padroni, o fra schiavi che occupano posizioni diverse nella gerarchia, sono molto interessanti. Se ne esce sgomenti e scontenti." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 dicembre 2016)

"Per quanto s'impegni visibilmente, e sia fiancheggiato da un buon cast di supporto, Parker non ha il flato per sostenerlo da capo a fondo. Se nella prima parte trova un buon passo e una certa potenza, andando avanti sconta la mancanza di sfumature; e, nel finale, diventa più predicatorio del suo eroe." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 15 dicembre 2016)

"Francamente sembrava a priori assai azzardato l'intento di rovesciare il background politico del capolavoro del maestro del muto David W. Griffith 'The Birth of a Nation'. Lo sceneggiatore, produttore, regista e interprete dell'odierno anti-remake Parker ha il merito di non nascondersi dietro un dito e di piazzarlo sotto un ideale cartello di denuncia dell'odio e il pregiudizio mai sopiti in Usa contro i neri: dispiace, però, che la ricostruzione delle gesta dell'ex schiavo ed eroe popolare Nat Turner corrisponda a una sventagliata di spettacolarità fragorosa e sanguinaria, a cui mancano del tutto il corrosivo sarcasmo e la suprema abilità di un Tarantino." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 15 dicembre 2016)

"(...) il film aveva un buon potenziale, ma (...) a non convincere del tutto è la scelta di indulgere su un viscerale registro di violenza, a scapito della complessità del quadro. Insomma, invece di prendere a modello l'epico spettacolare 'Braveheart' di Mel Gibson, Parker avrebbe dovuto guardare al denso '12 anni schiavo' di McQueen, che tra l'altro sarà pure inglese, ma originario di Trinidad." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 15 dicembre 2016)

"Rovesciando l'opera omonima di D. W. Griffith, Nate Parker esordisce in regia con l'ambizione di riscrivere la fondazione degli Usa dal punto di vista del popolo nero. La sacrosanta legittimazione è talmente urgente, presuntuosa e 'violenta' da cancellare ogni ricercatezza cine-linguistica dal film, riducendola in cenere come le tenute dei bianchi ad opera dei rivoltosi schiavi afro-americani. Enfatico ed eccessivo, che il 'Braveheart' di Mel Gibson sembra poesia. Peccato." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 15 dicembre 2016)

"II titolo non deve trarre in inganno. Questo 'The Birth of a Nation' non è un remake del classico David Wark Griffith (secondo molti il più bel film della storia del cinema, secondo moltissimi il più ignobile). Ignobile perché razzista al cubo, era l'esaltazione del Ku Klux Klan e si concludeva (in gloria secondo Griffith) col linciaggio di un nero. No, questo 'Birth' (l'omonimia è voluta, pesantemente ricalcata) racconta la storia d'America d'altra parte. II regista e interprete l'afro americano Nate Parker ha voluto portare per la prima volta sullo schermo una vicenda che finora era passata solo sulle pagine dei libri (il più celebre, 'Le confessioni di Nat Turner' scritto da un bianco William Styron). (...) Piacerà a chi i conflitti storici li ama rievocati sullo schermo con mano grossa e pesante, e un deciso manicheismo (buoni da una parte, cattivi dall'altra, e niente personaggi di buona volontà a confondere il messaggio duro e puro). Parker dice di essersi ispirato al 'Braveheart' di Mel Gibson e c'è da credergli. II sangue scorre per tutto il film e almeno per la prima metà è solo black. Parker non ci fa mancare nulla in fatto di violenza dell'uomo sull'uomo. La ferocia nei campi di cotone deve giustificare la crudeltà dei rivoltosi quando la piccola annata di Turner si mette in moto. Chiamato a reazioni solo di pancia, il pubblico non potrà non apprezzare i bei polmoni spettacolari di cui dà prova il regista Parker (al suo esordio dietro la macchina da presa). E il bel concertato della recitazione. Le facce sono tutte giuste. Da Nate (che fa ovviamente Turner) al volpino Jackie Earle Haley, da Arnie Hammer alla splendida Gabrielle Union." (Giorgio Carbone, 'Libero', 15 dicembre 2016)

"Un film carico di molta retorica, crudo, quasi sadico, diretto da un autore, anche interprete (entrambi con pessima resa), che mette solo se stesso davanti alla storia (vera)." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 15 dicembre 2016)