La moglie di Tchaikovsky

Zhena Chaikovskogo

3/5
Il disastroso matrimonio del celebre compositore russo re-immaginato da Kirill Serebrennikov. In concorso a Cannes con un incubo generato dall’amour fou di Antonina: estenuante eppur suggestivo

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RUSSIA, FRANCIA 2021
La storia della tumultuosa relazione tra Pyotr Tchaikovsky, il più famoso compositore russo di tutti i tempi, e sua moglie Antonina Miliukova. La scelta dell'uomo di cambiare vita sposandosi per porre fine alle voci riguardo un'ipotetica omosessualità. Successivamente decide di separarsi dalla moglie, decisione che devastò la giovane donna fino a farla impazzire.
SCHEDA FILM

Regia: Kirill Serebrennikov

Attori: Alyona Mikhailova - Antonina Miljukova, Odin Bajron - Pëtr Čajkovskij, Miron Fedorov - Nikolaj Rubinštejn

Sceneggiatura: Kirill Serebrennikov

Fotografia: Vladislav Opel'janc

Musiche: Daniil Orlov

Montaggio: Juriij Karich

Altri titoli: Tchaikovsky's Wife

Durata: 143

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO

Produzione: ILYA STEWART, KIRILL SEREBRENNIKOV, MURAD OSMANN, PAVEL BURYA

Distribuzione: I WONDER PICTURES

Data uscita: 2023-10-05

NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: MIKE GOODRIDGE. - IN CONCORSO AL 75. FESTIVAL DI CANNES (2022).
CRITICA
"(...) riflessione sulla figura del genio, e anche dell'artista, sui suoi limiti e sulle sue responsabilità. (...) col desiderio di dare dell'autore del 'Lago dei Cigni' una immagine lontana dai cliché nel suo dolore e della sua rabbia. Ma anche, viene da aggiungere vedendo il film, nella distanza manipolatoria che mette in atto verso il mondo a cominciare proprio da Antonina. (...) nella Mosca degli zar che echeggia quella attuale, povera, classista, soffocata da una religione onnipresente dove ci si diverte nelle case della nobiltà popolate da artisti accolti in virtù del loro genio. È in una di queste serate che Antonina vede Tchaikovsky per la prima volta, lei è giovanissima, l' uomo è brillante, la sua musica potente, gli amici gli fanno cerchio intorno, tutti sembrano adorarlo. È molto più vecchio di lei ma non importa, quella ragazza solitaria e devota fino all'ossessione decide che deve essere il suo destino. (...) Nell'oscillare tra l'uno e l'altra, tra queste solitudini contrapposte e disperate, Serebrennikov costruisce geometrie fin troppo chiare per dire dell'orrore che monta nell'uomo, la fotografia in cui la coppia posa ci dice questa separazione, nessun contatto, neppure sfiorarsi ciascuno nel proprio mondo. Ma Antonina non è Adele H - né Serebrennikov Truffaut - e a quell'amore univoco come un atto di fede sembra non trovare una chiave di interpretazione. L'invisibilità che condanna Antonina diviene esemplare del machismo imperante anche nell'omosessualità, i circoletti di ragazzini muti e marinaretti fassbinderiani sono odiosi in quel loro comune disprezzo per la donna." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 19 maggio 2022)