SWIMMING POOL

FRANCIA 2003
Sarah Morton è una scrittrice inglese di gialli che accetta l'invito del suo editore francese a raggiungerlo nella sua villa. Scopo della visita è quello di far ricaricare le batterie all'autrice in vista dei prossimi impegni. Ma Sarah non ha fatto i conti con Julie, la figlia dell'editore, che piomba all'improvviso in casa e la coinvolge in un gioco di passione che, poco alla volta, scivola verso la tragedia.
SCHEDA FILM

Regia: François Ozon

Attori: Charlotte Rampling - Sarah Morton, Ludivine Sagnier - Julie, Charles Dance - John Bosload, Marc Fayolle - Marcel, Jean-Marie Lamour - Franck, Mireille Mosse' - Figlia Di Marcel, Jean-Claude Lecas, Emilie Gavois-Kahn, Michel Fau, Lauren Farrow - Julia, Tricia Aileen - Segretaria Di John Bosload, Sebastian Harcombe - Terry Long, Frances Cuka, Keith Yeates - Padre Di Sarah, Glen Davies, Erarde Forestali

Soggetto: Emmanuèle Bernheim, François Ozon

Sceneggiatura: François Ozon, Emmanuèle Bernheim

Fotografia: Yorick Le Saux

Musiche: Philippe Rombi

Montaggio: Monica Coleman

Scenografia: Wouter Zoon

Costumi: Pascaline Chavanne

Altri titoli:

LA PISCINA

Durata: 102

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: 35 MM (1:85)

Produzione: FIDELITE' PRODUCTIONS, CANAL+, FRANCE2 CINEMA, GIMAGES, HEADFORCE LTD.

Distribuzione: BIM

Data uscita: 2003-10-31

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 56MO FESTIVAL DI CANNES (2003).

- REVISIONE MINISTERIALE OTT. 2003.
CRITICA
"Francois Ozon prosegue, efficace e brillante, il suo dialogo con le attrici. In 'Otto donne, con quel coro di voci una più intonata dell'altra, il risultato era stato finemente godibile da questo punto di vista, quanto però era esile e superficiale nella struttura. In 'Swimming Pool' il regista francese accorda con altrettanta sapienza le note fredde di una Charlotte Rampling davvero impareggiabile con quelle esuberanti della giovane Ludivine Sagnier, che sa tenere testa alla prima. (...) Il gioco è però presto scoperto, è quello del dubbio se gli eccessi che vediamo accadano soltanto nella fantasia e nei sogni di Sarah per la quale ciò che conta è pubblicare un altro romanzo. Ma, come in 'Otto donne', la costruzione barcolla e s'impiccia. Resta, questo è certo, un notevolissimo saggio di recitazione". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 19 maggio 2003)

"Dopo 'Sotto la sabbia' e 'Otto donne e un mistero' François Ozon torna ai plot-trappola degli esordi. Detta con una battuta, 'Swimming Pool' è l'incontro fra Sherlock Holmes e il marchese de Sade. Una giallista inglese di successo (Charlotte Rampling) si ritira a scrivere nella casa di campagna dell'editore, in Francia, non lontano dalle rovine del castello di Sade. L'arrivo di una disinibita fanciulla le sconvolgerà le pagine e la mente in un crescendo di eros e nefandezze. Ma la scrittrice sarà davvero innocente? Finale a sorpresa ma non troppo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 31 ottobre 2003)

"Dopo le otto donne del suo thriller musicale, François Ozon torna incrociando intimamente due esemplari femminili non comuni. Una come sempre insinuante, unica Charlotte Rampling, giallista mascolina che va a riposarsi nella villa provenzale del suo editore; e la figlia adolescente di costui che violenta la calcolata quiete della scrittrice con un'ondata di giovanile caos allo stato puro, allietato da presenze maschili usa e getta. In mezzo a loro, una piscina d'acqua blu, simbolo sensuale e prenatale come nel famoso film di Deray: ma il vero baricentro psicologico è il rapporto di attrazione e repulsione tra le due donne, un sentimento misto di oltraggio, vendetta, invidia e gelosia, che diventa infine una sorta di materna complicità e sarà messo a dura prova da un omicidio casual molto francese. Freddo proprio come gocce d'acqua su pietre roventi, citando il bel titolo fassbinderiano di Ozon, 'Swimming Pool' è sinuoso, ineccepibile ma senz'anima." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 1 novembre 2003)

"Regista a proprio agio con i personaggi femminili, il giovane Francois Ozon scivola con un certo stile sul sottile confine tra realtà e immaginazione, vita e creazione. Finge di mettere in scena un giallo; quel che gli importa davvero, invece, è rappresentare la possessione reciproca che s'installa tra le due eroine, il loro gioco di ruoli fatto di rivalità, trasporti, ribaltamenti continui. (...) Così, in modo intrigante, Ozon si diverte a manipolare lo spettatore (consenziente) lasciandolo nel dubbio se i fatti cui assiste siano concreti, oppure immaginati da un'autrice di mystery-murder. Il gioco è cerebrale, sadico, ragionevolmente piacevole." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 8 novembre 2003)