STUDIO 54

54

USA 1998
Nel 1979 tre ragazzi si muovono dal New Jersey, decisi a conoscere finalmente a New York i luoghi di cui tanto hanno sentito parlare. Uno di questi è lo Studio 54, una discoteca di cui si dicono grandi cose. Fuori c'è la solita, grande ressa, e Steve, il proprietario, controlla personalmente tutti e decide chi va bene e chi invece rimane fuori. Quando vede Shane ne resta colpito, lo fa entrare e lo assume come aiuto cameriere. Qui Shane conosce Gregg, che ricopre il suo stesso ruolo, sua moglie Anita, che vorrebbe fare la cantante, e Julie che lavora nello spettacolo. Qualche tempo dopo, Steve promuove Shane al ruolo di barista. Gregg, che aspettava questa promozione, rimane male ed entra in contrasto con quello che riteneva un amico. Anita invece diventa cantante del locale. Shane ha una relazione con Julie ma il 31 dicembre 1979 la vede insieme a Roland, uno molto in vista, e decide di lasciarla. L'anno successivo nel locale arrivano gli agenti fiscali e scoprono irregolarità nei conti. Steve è condannato ad un anno e mezzo di carcere. Arriva una multinazionale e rileva il locale. Quando Steve torna diventa consulente dei nuovi proprietari. Lo Studio 54 chiude definitivamente nel 1986. Steve muore nel 1989 a 45 anni.
SCHEDA FILM

Regia: Mark Christopher

Attori: Lauren Hutton - Liz Vangelder, Michael York - Ambasciatore, Robert Bauer - Roland, Sherry Stringfield - Viv, Breckin Meyer - Greg, Sela Ward - Billie Auster, Heather Matarazzo - Grace, Salma Hayek - Anita, Neve Campbell - Julie Blake, Ryan Phillippe - Shane, Mike Myers - Steve

Soggetto: Mark Cristopher

Sceneggiatura: Mark Cristopher

Fotografia: Alexander Gruszynski

Musiche: Marco Beltrami

Montaggio: Lee Percy

Scenografia: Kevin Thompson

Costumi: Ellen Lutter

Durata: 92

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: RICHARD N. GUSTEN, DULLY HALLY, IRA DEUTCHMAN PER DOLLFACE - FILM COLONY - MIRAMAX FILMS - REDEEMABLE FEATURES

Distribuzione: CECCHI GORI (1999) - CECCHI GORI HOME VIDEO

CRITICA
"Il regista si perde un po’ per strada, indeciso tra nostalgia canagli e critica sociologicamente corretta. Forse è presto. Gli anni Ottanta sono indigesti, non li ha ancora metabolizzati nemmeno chi li ha vissuti da protagonista. Meglio la colonna sonora". (Paola Jacobbi, 'Panorama', 9 dicembre 1999)