Storie di vita e malavita

ITALIA 1975
Tratto da un'inchiesta, il film racconta molte vicende sul tema annunciato dal sottotitolo: il racket della prostituzione minorile. Due sono i filoni di fondo: quello delle giovani sprovvedute, immigrate nelle grandi città del Nord dalle province meridionali o dalle grandi isole, spinte dal bisogno di lavorare e allettate con promesse lusinghiere; e quello delle ragazze di famiglie borghesi, i cui genitori conducono ipocritamente una doppia vita oppure sono incapaci di rapporti affettivi e confidenziali con i propri figli. Per tutte queste minorenni, dopo le prime esperienze amorose, si fa avanti la piovra avvinghiante del racket, alle cui imposizioni e ricatti non si sfugge se non a prezzo di amare delusioni o di ribellioni tragiche.
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Lizzani

Attori: Cinzia Mambretti - Rosina, Lidia Di Corato - Laura, Cristina Moranzoni - Gisella, Annarita Grapputo - Daniela, Anna Curti - Antonietta Barni, Sandro Pizzocchero - Alberto, Nicola De Buono - "Velluto", Enzo Fisichella - Il giudice, Danila Grassini - Albertina, Mimmo Craig - Capo dell'agenzia, Susy Fassetta - Ragazza dell'autostop, Bianca Verdirosi - Ragazza dell'autostop, Giuliana Rivera - Madre di Gisella, Paola Fajola - Madre di Daniela, Franca Mantelli - Padrona della "casa", Franca Aldrovandi - La psicologa

Soggetto: Marisa Rusconi, Mino Giarda

Sceneggiatura: Mino Giarda, Carlo Lizzani

Fotografia: Lamberto Caimi

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Franco Fraticelli

Arredamento: Natalia Verdelli

Costumi: Lia Francesca Morandini

Altri titoli:

The Prostitution Racket

Racket della prostituzione minorile

Durata: 125

Colore: C

Genere: DRAMMATICO SOCIALE

Specifiche tecniche: PANORAMICA, KODAK, TELECOLOR

Tratto da: un'inchiesta di Marisa Rusconi

Produzione: ADELINA TATTILO E CARLO MAIETTO PER THOUSAND CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: ALPHERAT - DOMOVIDEO

NOTE
- INTERNI NEGLI STUDI ICET-DE PAOLIS DI MILANO. ESTERNI A MILANO E DINTORNI E A GENOVA.
CRITICA
"Il discorso che dovrebbe mettere a fuoco le storture dellla società, e magari della natura umana, non viene mai fuori. (...) Si tratta di casi autentici: così assicura il regista (...) E non c'è da dubitarne. Ma sullo schermo, un po' per la pedanteria dell'esposizione, un po' per l'insufficenza recitativa, sembrano tutte storie finte, pur nell'esasperato naturalismo dei dettagli. Il vero film sul fenomeno della prostituzione è ancora da fare." (Piero Pruzzo, "Rivista del Cinematografo", 7, 1975)

"Il regista ha voluto sottolineare che alla base della prostituzione minorile, grande pecca della nostra società, ci sono non tanto la corruzione e il lassismo dei giovani, quanto i condizionamenti economici, le carenze affettive, il disordine o. meglio, l'inversione di valori che questa società impone. E' chiaramente solo un film di denuncia che non propone soluzioni." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 79, 1975)