Splendidi amori

Splendor

USA 1999
Abel è un critico di musica rock e scrittore, Zed è un batterista di un complesso punk. I due hanno una sola cosa in comune: l'amore per l'aspirante attrice Veronica che, immersa nella sua immensa confusione, ama entrambi allo stesso modo. Dopo litigi, abbandoni e riconciliazioni, il trio sfida tutte le regole e decide di mettere su casa. Ma dopo sei mesi passati a tentare di correggere i difetti dei due, Veronica capisce che è giunto il momento di crescere, magari insieme al regista e produttore Ernest, bello, dinamico e brillante, che la vorrebbe come protagonista del suo prossimo film. Mentre Veronica è presa da dubbi viscerali, la situazione precipita quando scopre di essere incinta.

TRAMA LUNGA
Guardando direttamente verso lo spettatore, Veronica ricostruisce la propria storia. Ventenne è arrivata a Los Angeles con l'intento di fare l'attrice. Durante una rappresentazione teatrale, conosce Abel, critico freelance di musica rock e scrittore, e se ne innamora; poco tempo dopo in un locale incontra Zed, batterista di un complesso punk-rock e anche da lui è fortemente attratta. Abel e Zed a loro volta si dichiarano innamorati pazzi di Veronica. Dopo vari esperimenti, l'unica soluzione possibile è che tutti vadano a vivere insieme a casa di Veronica. Comincia così un mènage a tre, con i due ragazzi che si odiano e lei che cerca di stuzzicarli. Per qualche tempo le cose vanno avanti, ma a lungo andare l'irresponsabilità di Abel e Zed si fa sentire: non lavorano, non cercano lavoro, non hanno i soldi per l'affitto. Un giorno Veronica rimane incinta, accetta di andare in vacanza con Ernst, il regista del programma tv in cui ha lavorato. Costui dichiara di volerla sposare. Veronica accetta, ma, il giorno del matrimonio arrivano i due e la convincono a rinunciare. Veronica torna a casa con i due ragazzi. Nascono poi due gemelli, e loro tre dicono: "Sono nostri".
SCHEDA FILM

Regia: Gregg Araki

Attori: Kathleen Robertson - Veronica, Matt Keeslar - Zed, Eric Mabius - Ernest, Johnathon Schaech - Abel, Kelly Macdonald - Mike, Dan Gatto - Mutt, Linda Kim - Alison, Nathan Bexton - Cameriere, Adam Carola - Il capo stupido di Mike, Paige Dunn - Modella, Jenica Bergere - Modella, Amy Stevens - Nana Kitty Cat, George Pennacchio - Annunciatore, Julie Millette - Cassiera del supermercato

Soggetto: Gregg Araki

Sceneggiatura: Gregg Araki

Fotografia: Jim Fealy

Musiche: Daniel Licht

Montaggio: Gregg Araki

Scenografia: Patti Podesta

Costumi: Susanna Puisto

Durata: 99

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: DESPERATE PICTURES, DRAGON PICTURES, NEWMARKET CAPITAL GROUP, SUMMIT ENTERTAINMENT

Distribuzione: MIKADO FILM (2000)

CRITICA
"Girato in 28 giorni nel 1998, questo ultimo capitolo delle mille luci di L.A., è orchestrato dalle confessioni (sguardo in camera ad interpellare gli spettatori) di Veronica, innamorata di Abel e Zed. Le aspirazioni dei tre amanti-amati sono il cinema, la letteratura e la musica. La neochimica dei sentimenti impone una convivenza a tre, sotto lo stesso tetto e nello stesso letto. La protagonista rimane incinta, sta per sposare l'uomo perfetto, ma i due conoscono a memoria alcuni classici recenti.". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 10 luglio 2000)

"Splendidi amori, titolo che vuol dire simpaticamente anche l'inverso, è un film piccolo e ironico, tenuamente parlato e colorato, visivamente di un décor affascinante, recitato con malizia e senza volgarità. Ed è godibile nel suo rifarsi alla commedia sofisticata anni '30-40, ma con contenuti attuali, dove ci si diverte a osservare gli incastri sentimentali e le sorprese dell'amore, anche tra i due ragazzi precari nella vita. Araki al settimo film evita gli sbarellamenti consueti, dimostrando di reggere anche un altro gioco oltre all'off, con una metamorfosi pacifica che piacerà al Gay Pride e dintorni. Non c'è bisogno di sangue o viaggi psichedelici, puoi trovare la tua dose di follia e di eccessi ovunque, perché viviamo tutti la nostra estasi, è l'esplosione d'amore della porta accanto: il film formato famiglia che sconquassa l'idea di famiglia". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 15 luglio 2000)

"Com'è davvero una storia a tre? Il fatto è che assomiglia a tutte le altre. Anzi, proprio nelle possibili eclatanti differenze, il regista Gregg Araki, che ha perso lo smalto e l'aggressiva immagine iperrealista di 'Doom generation', ci lascia a bocca asciutta. Con qualche bizzarria erotica oggi possibile e permessa, questa è la versione povera e prevedibile di 'Jules e Jim'. Leggero come l'acqua. Quasi anni '30". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 15 luglio 2000)