Signori, il delitto è servito

Clue

USA 1985
New England, 1954. In seguito ad un bizzarro invito, un gruppo di persone assolutamente ignote l'una all'altra si incontra per una cena in un lussuoso castello di stile gotico-americano. Accolti da un efficiente maggiordomo, Wadsworth, siedono a tavola: la garrula moglie del Senatore Peacock, la vedova White, il prof. Plum (uno psicologo in servizio presso l'ONU), un funzionario statale (Mr. Green), il colonnello Mustard e Miss Scarlet (proprietaria e direttrice di un'organizzazione di ragazze-squillo). In realtà e come apprendono, un legame involontario e comunque oscuro tra gli ospiti c'è: essi sono tutti a vario titolo ricattati dallo sconosciuto anfitrione, certo Mr. Boddy il quale ad un dato momento arriva, recando un insolito dono per ciascuno (una rivoltella, un pugnale, una grossa chiave inglese, un bel nodo scorsoio). Poco a poco, vengono alla luce le magagne dei vari invitati, nessuno escluso (adulteri, intrallazzi politici, ricatti). Senonché, ad un certo momento proprio Boddy viene ucciso e, dopo di lui, la cuoca e infine Yvette, la graziosa cameriera. Lo sgomento e la paura si impadroniscono dell'animo dei presenti, mentre l'infaticabile Wadsworth (il maggiordomo, che asserisce di aver telefonato alla polizia) sciorina ipotesi su ipotesi in un frenetico correre da una sala all'altra. Ci saranno ancora ben tre cadaveri: un ignaro agente della Polizia Stradale, in servizio di ronda; uno sconosciuto automobilista in "panne", un' innocente ragazza dell'Ufficio Postale, recatesi al maniero per recapitare un telegramma. Poi, la spiegazione del mistero, del quale il film offre al pubblico tre soluzioni e la verità starà nell'ultimo: il Boddy presentatosi era un "falso", il vero ricattatore era proprio il maggiordomo-anfitrione che, avvalendosi di vari complici (cuoca, cameriera e così via) era riuscito sia nel suo disegno di incastrare gente in vista, sia ora a sbarazzarsi dei complici medesimi per mano dei suoi ospiti, timorosi di successivi scandali ed ora tutti sospettati di delitti. Ma tra gli ospiti in parola, il più pavido - M. Green, quello autopresentatosi come omosessuale - è in realtà un accorto agente federale.
SCHEDA FILM

Regia: Jonathan Lynn

Attori: Eileen Brennan - Signora Peacock, Tim Curry - Maggiordomo Wadsworth, Madeline Kahn - Signora White, Christopher Lloyd - Professor Plum, Michael McKean - Signor Green, Lee Ving - Signor Boddy, Colleen Camp - Yvette, Lesley Ann Warren - Signorina Scarlet, Martin Mull - Colonnello Mustard

Soggetto: John Landis, Jonathan Lynn

Sceneggiatura: Jonathan Lynn

Fotografia: Victor J. Kemper

Musiche: John Morris

Montaggio: David Bretherton

Scenografia: John J. Lloyd

Durata: 96

Colore: C

Genere: GIALLO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Tratto da: Ispirato al famosissimo gioco di societa' "Cluedo"

Produzione: GUBER PETERS PRODUCTIONS POLYGRAM PICTURES DEBRA HILL PRODUCTIONS

Distribuzione: UIP (1986)

NOTE
IN ITALIA IL FILM E' STATO PRESENTATO IN VERSIONE UNICA CON TRE FINALI ACCORPATI, MENTRE NEGLI STATI UNITI E' USCITO IN TRE VERSIONI DIFFERENZIATE NELLA CONCLUSIONE.
CRITICA
"Diretto da Jonathan Lynn, un commediografo britannico che debutta nel cinema, il film reca anche la firma (come sceneggiatore) di John Landis, uno degli autori più effervescenti della cinematografia contemporanea. La trama segue 'Invito a cena con delitto' e si svolge, in un'atmosfera gialla come nei migliori testi di Agatha Christie, in una villa gotica del New England, col solito invito a cena di un gruppo più o meno familiare e l'annunciato assassinio. Di più è meglio non dire per non privare il lettore del gusto di un film che vanta al suo attivo non pochi pregi che ne fanno un'operina, nel suo genere, del tutto godibile. Il regista è maestro nel creare la giusta suspense, unitamente ad una vena finemente satira di tutta una 'way of life' invalsa presso una determinata società. Aiutato in questo, è opportuno rilevarlo, da uno stuolo di bravi interpreti, tra i quali sono da menzionare Tim Curry e Madeline Kahn. Da ricordare che il film si ispira a 'Cluedo', un gioco da tavolo." ('Il Tempo', 25 Aprile 1986)

"Scherzi a parte, ma siamo in sintonia con l'atmosfera, 'Signori il delitto è servito' è un esempio gradevole di comicità moderatamente demenziale applicata alla suspense. Come dice l'esordiente regista Jonathan Lynn (che vanta una lunga milizia televisiva e teatrale alle spalle, anche nel vaudeville, e si vede): 'il terrore è il movente principale della commedia'. Non è un paradosso, perché questo rocambolesco intrigo, che si svolge tutto in una cupa notte del 1954 ('ciò che ti accade nel peggiore giorno della tua vita', suggerisce ancora Lynn) sta in piedi solamente grazie alla logica narrativa che ne sostiene l'impianto. (?) Chi si cela dietro un progetto del genere, che fa il verso a 'Invito a cena con delitto', uscito giusto dieci anni fa? L'infaticabile John Landis, che ha scritto con Lynn il soggetto originale, e la producer Debra Hill, validissima collaboratrice di John Carpenter in quasi tutti i suoi film. Sua in particolare è stata l'idea di portare sullo schermo il cluedo, gioco da tavolo popolarissimo negli Stati Uniti fin dagli anni Cinquanta. Chiaro che se non fosse sostenuto da una squadra di spiritosi interpreti, 'Clue' (Paramount, 1986) non reggerebbe alla distanza: ma Christopher Lloyd e Lesley Ann-Warren, Madeline Kahn e Eileen Brennan, Martin Mull, Coleen Camp e Lee Wing tengono lo schermo. Senza strafare." (Gabriele Porro, 'Il Giorno', 14 Maggio 1986)

"Qualcosa di poco pulito si nasconde nel passato di ogni personaggio, che all'oscuro degli altri è, come tutti, ricattato da tempo per uxoricidio, omosessualità, sporchi affari, violenze ai clienti... Tra un delitto e l'altro, un brivido e battute esilaranti all'arsenico, il satirico film snocciola le sue trovate un po' confuse, forse più da commedia pazza che da giallo, ma sempre riuscite. Ottimi il décor di classe, la recitazione pilotata negli assolo dal maggiordomo Tim Curry già travestito in 'Rocky Horror Picture Show', giustamente contrastata e d'effetto la fotografia di Victor J. Kemper. La musica di John Morris si addice, tra un motivo e l'altro, sia alla ghirlanda di cadaveri sia alle entrate e alle uscite di scena delle prime attrici, delle astute vedovelle e delle cameriere doppiogiochiste." ('Il Corriere della Sera', 18 Maggio 1986)