Senza pietà

ITALIA 1948
Angela ha dovuto lasciare la casa dei suoi genitori dopo che una relazione amorosa l'ha resa madre. Il suo bimbo è morto dopo pochi giorni. Essa si reca a Livorno, dove vive suo fratello, ma essendo sprovvista di biglietto di viaggio, viene arrestata alla stazione. Rinchiusa con altre ragazze, fugge insieme a loro. Essa non trova suo fratello, ma incontra Jerry, un sergente afroamericano dell'esercito, che ha conosciuto in viaggio. Jerry le fa gran festa e la porta in giro a divertirsi. Da Pier Luigi, il potente capo della malavita, Angela apprende che suo fratello faceva il contrabbandiere ed è morto in un conflitto con le guardie di finanza. I contrabbandieri cercano di coinvolgere Jerry nel loro delittuoso traffico: Jerry si ribella, ma al sopraggiungere della polizia militare, viene arrestato. Intanto Angela è costretta a partecipare alla vita di disordini e di prostituzione organizzata da contrabbandieri e disertori agli ordini di Pier Luigi. Jerry, fuggito dal campo di concentramento, tenta di strapparla a quella vita ma in un conflitto coi contrabbandieri, Angela viene ferita mortalmente, e Jerry precipita poco dopo, mentre fugge col suo corpo tra le braccia.
SCHEDA FILM

Regia: Alberto Lattuada

Attori: Carla Del Poggio - Angela Borghi, John Kitzmiller - Jerry Jackson, Giulietta Masina - Marcella, Folco Lulli - Jack, Pierre Claudé - Pierlugi, Daniel Jones - Richard, Enza Giovine - Suor Gertrude, Otello Fava - Sordo, Raf Pindi - Il capitano sudamericano, Romano Villi - Il bandito, Mario Perrone - Bandito, Carlo Bianco - Barone Hoffman, Joseph Falletta - Un americano, Patrizia Lari - Un'ospite dell'istituto di correzione, Armando Libianchi, Paola Marchetti, Cesare Lancia

Soggetto: Ettore Maria Margadonna - idea, Tullio Pinelli, Federico Fellini

Sceneggiatura: Federico Fellini, Alberto Lattuada, Tullio Pinelli

Fotografia: Aldo Tonti, Beniamino Fossati - operatore, Raffaele Masciocchi - operatore

Musiche: Nino Rota

Montaggio: Mario Bonotti

Scenografia: Piero Gherardi

Arredamento: Piero Gherardi

Costumi: Piero Gherardi

Aiuto regia: Federico Fellini

Collaborazione alla regia: Federico Fellini

Durata: 90

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: un'idea di Ettore Maria Margadonna

Produzione: CARLO PONTI PER LUX FILM (ROMA)

Distribuzione: LUX FILM - PANARECORD (CLASSICI DEL CINEMA ITALIANO) - DVD: DOLMEN HOME VIDEO (2009)

NOTE
- NASTRO D'ARGENTO 1949 A GIULIETTA MASINA COME MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA.

- RESTAURO A CURA DEL CSC-CINETECA NAZIONALE, REALIZZATO PRESSO IL LABORATORIO L'IMMAGINE RITROVATA DI BOLOGNA IN COLLABORAZIONE CON CRISTALDI FILM.

- NOTE SUL RESTAURO: DAI NEGATIVI ORIGINARI NITRATI CONSERVATI PRESSO LA CSC-CINETECA NAZIONALE È STATA REALIZZATA LA TRASCRIZIONE DIGITALE SU SCANNER A RISOLUZIONE 2K DELLA SCENA. UNA SERIE DI SCENE, CHE MOSTRAVANO SEGNI DI DECOMPOSIZIONE DEL SUPPORTO NEL NEGATIVO, SONO STATE PARZIALMENTE RECUPERATE MEDIANTE TRATTAMENTO CHIMICO AD HOC E IN PARTE RIPRESE MEDIANTE SCANNER A RISOLUZIONE 4K DA UN DUPLICATO POSITIVO DI CONSERVAZIONE REALIZZATO DALLA CSC-CINETECA NAZIONALE NEGLI ANNI OTTANTA. LA COLONNA È STATA A SUA VOLTA TRASCRITTA DIGITALMENTE. DAI FILE SCENA E SUONO RESTAURATI DIGITALMENTE È STATO REALIZZATO IL NUOVO DCP PER D-CINEMA.

- LA VERSIONE RESTAURATA DEL FILM E' STATA PRESENTATA ALLA 71. MOSTRA INTERNZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2014) NELLA SEZIONE 'VENEZIA CLASSICI-FILM RESTAURATI'.
CRITICA
"Pochi registi possiedono oggi, in Italia, il linguaggio espressivo delle immagini come Alberto Lattuada. Forse è proprio questo che finisce per nuocergli, facendolo passare, con sostanziale indifferenza, da un raffinato calligrafismo ad un esasperato realismo. Sono questi i due poli attorno a cui ha essenzialmente ruotato la sua attività creativa felicemente iniziata sotto il segno di un pittoricismo letterario ('Giacomo l'idealista') e giunta alla violenza documentarista e polemica ('Il bandito'). 'Senza pietà' pur con una certa saldezza strutturale, appare intriso di luoghi comuni. Vorrebbe essere un film coraggioso ed è, in fondo, un film timido. Sfiora il problema dei rapporti fra razze diverse, ma non vuole affrontarlo decisamente". (Giulio Cesare Castello, 'Bianco e Nero', 10, dicembre 1948).