Schiave bianche: violenza in Amazzonia

ITALIA 1984
Catherine Miles, figlia di ricchi proprietari terrieri, residenti a Ciudad Rosaz in Brasile, conclusi gli studi liceali in Inghilterra, torna dai genitori in occasione del suo diciottesimo compleanno, per trascorrere con loro una vacanza in Amazzonia. Durante un viaggio in barca lungo l'Orinoco, si vede uccidere sotto gli occhi da micidiali frecce al curaro i genitori, subito dopo decapitati da alcuni indios Guanirà, tagliatori di teste, che la raccolgono ferita, la conducono al loro villaggio dove è sottoposta a sevizie crudeli e venduta all'asta al guerriero Umukai. Il giovane - pur aspramente rifiutato da Catherine - le dimostra inspiegabilmente un singolare rispetto, comprensione e attenzione, consentendole di adattarsi in qualche modo ai costumi selvaggi di quella tribù per quasi un biennio. Quando la tribù viene sterminata da una non meno selvaggia incursione di bianchi, incredibilmente superstite dall'eccidio insieme a Umukai, Catherine viene a sapere da lui che a uccidere i genitori non furono gli indigeni, ma uomini bianchi, a bordo di una imbarcazione vicina. La ragazza comprende che si tratta di due suoi zii, marito e moglie, associatisi alla gita, per sbarazzarsi dei Miles e impadronirsi delle loro terre. Decisa a vendicare i genitori, Catherine si fa condurre da Umukai alla villa paterna occupata dagli zii, li massacra e va a costituirsi, mentre il giovane si toglie la vita, troppo innamorato per sopportare di vivere senza di lei.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Gariazzo

Attori: Elvire Audray - Catherine Miles, Will Gonzales - Umukai, Andrea Coppola - Lo zio di Catherine, Mark Cannon, Sara Fleszer, Dick Marshall, Peter Robyns, Grace Williams, Stephanie Walters, Alma Vernon, Dick Campbell, James Boyle, Neal Berger, Jessica Bridges, Deborah Savage

Soggetto: Franco Prosperi

Sceneggiatura: Franco Prosperi

Fotografia: Silvano Ippoliti

Musiche: Franco Campanino

Montaggio: Gianfranco Amicucci

Scenografia: Gianni Caccitti

Costumi: Concetta De Pascalis

Effetti: Aldo Gasparri

Altri titoli:

Schiave bianche: il sesso e la violenza

Amazzonia - The Catherine Miles Story

Schiave bianche - Violenza profonda

Durata: 89

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: CINEVEGA, G.P.I. (GRANDI PRODUZIONI ITALIANE)

Distribuzione: DMV - AVO FILM

CRITICA
"Ammettiamolo: questa lunga assenza di film erotico-cannibaleschi dagli schermi romani - neanche un titolo nell'85! - ci preoccupava un tantino. Che uno dei filoni più longevi e caratteristici della nostra cinematografia stesse per estinguersi. Che la concorrenza straniera stesse per avere il sopravvento anche in questo campo il dubbio ci tormentava, ed è dunque con giustificata impazienza che siamo accorsi al richiamo di 'Schiave bianche'. La delusione fu tanto più cocente. Intanto di schiava ce n'è una sola, la disgraziata Catherine Miles - una storia vera, giurano didascalie e voci fuori campo - rapita da una tribù di cacciatori di teste dopo aver assistito al massacro dei suoi poveri genitori, mentre tutti insieme risalivano l'ameno Rio delle Amazzoni. E poi questi selvaggi in fondo sono dei bravi ragazzi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 Agosto 1985)

"Si tratta, a volergli dar credito, della fedele ricostruzione di un caso realmente accaduto, dell'allucinante avventura di una diciottenne inglese rapita da una tribù amazzonica dopo l'uccisione dei suoi genitori, vissuta per un anno tra i selvaggi e ricondotta dal suo primitivo spasimante tra i bianchi, dove la ragazza compie una vendetta degna di una tragedia greca. Comunque, autenticità o meno della vicenda, eccezionalità o meno del periodo canicolare (con tutte le possibili attenuanti che ne derivano) un quesito si impone: è giusto che allo spettatore - inevitabilmente disinformato - venga propinato alle stesse condizioni alle quali, di solito, può acquistare un prodotto realizzato con tutte le garanzie della professionalità, un sottoprodotto che, dal più marginale dei particolari al suo complesso globale, è invece abborracciato in modo che a definirlo dilettantesco c'è di che offendere una benemerita categoria? Non esiste qualche forma di organizzazione del tipo 'Unione dei consumatori' che possa rivendicare un sacrosanto diritto alla più elementare correttezza?" (Mario Milesi, 'Bergamo Oggi', 20 Agosto 1985)

"L'Amazzonia viene sovente violata da troupes di disinvolti cineasti italiani. Stavolta il regista Garrett (ma non si tratterà di Franco Prosperi?) usa persino al protagonista indio la carità pelosa d'un flashback in sovrimpressione al rallentatore. Il cosiddetto selvaggio imita la professionista Elvire Audray nell'insensibilità totale, con l'attenuante di non avere mai visto caroselli girati sulle spiagge per reclamizzare lozioni, birre, itinerari turistici." ('La Stampa', 24 Agosto 1985)

"Mario Garriazzo non sarà u grande regista, ma almeno crede in quello che fa. Ci crede solo lui, naturalmente, e nel tentativo di convincere gli spettatori, spesso si dilunga in didascalie illustrative tendenti a giustificare e nobilitare il suo lavoro. Così in 'Occhi dalle stelle' ci informava di essere uno studioso accreditato di ufologia, con tanto di titoli conferitigli. Qui dichiara di rifarsi a una storia rigorosamente vera. Contano, tuttavia, i risultati. 'Schiave bianche' è un film rozzo, mal recitato e che scade sovente nel ridicolo." (Roberto Poppi, 'Dizionario del cinema italiano', Gremese)