Scemo & + scemo

Dumb & Dumber

USA 1995
Il patetico Lloyd Christmas fa l'autista di limousine mentre il suo amico pazzoide Harry Dunne porta a spasso cani in un furgone camuffato da cane pastore. Lloyd si trova ad accompagnare all'aeroporto la bella Mary Swanson, di cui si innamora a prima vista, la quale dimentica una valigetta (che Lloyd tenta invano di restituirle) contenente il denaro per il riscatto di suo marito Bobby. Joe Mental e J.P. Shay, i due complici dell'ideatore del sequestro (l'ambiguo Nicholas Andre amico di Helen e Karl Swanson) tentano di bloccare Lloyd e Harry i quali credendoli ispettori del gas e avendo perso il lavoro decidono di scappare ad Aspen sulle tracce di Mary per restituirle la valigetta. Dopo aver sfiorato la rissa in uno snack, aver fatto bere orina ad una guardia, ammazzato involontariamente con il chili rosso l'ulceroso Joe che si è fatto dare un passaggio per recuperare i soldi, e perso la strada ed il furgone, giungono a destinazione su uno scooter da bambini. Prima di cedere alla disperazione, poiché ignorano l'indirizzo di Mary e sono privi di soldi, scoprono il denaro nella valigetta e cominciano a far vita da nababbi. Individuata Mary ad una festa, Lloyd, timido, le manda Harry in avanscoperta, ma la donna, incoraggiata dalla madre Helen, invita Harry sui campi di neve. Costui inganna l'amico e folleggia con la bella Mary. Per vendicarsi Lloyd, scoperto il "tradimento", gli dà un purgante e convoglia Mary all'hotel per ridarle la valigia, ma qui li sorprende Andre che lega Lloyd e Mary e scoperta la valigia ormai vuota anche se piena di biglietti "pagherò", compilati diligentemente dai due scemi, vuole sparare a tutti cominciando dal sopraggiunto Harry. Ma costui è stato indottrinato al bar da un agente dell'FBI, che irrompe in forze. Mary può riabbracciare il marito Bobby, con evidente delusione di Lloyd. Avvicinati da un pullman di miss in tournée che cercano due accompagnatori-massaggiatori, i due non sanno far di meglio che indicare loro la città più vicina.
SCHEDA FILM

Regia: Peter Farrelly

Attori: Jim Carrey - Lloyd Christmas, Jeff Daniels - Harry Dunne, Lauren Holly - Mary Swanson, Mike Starr - Joe 'Mental' Mentaliano, Karen Duffy - J.P. Shay, Charles Rocket - Nicholas Andre, Victoria Rowell - Beth Jordan, agente dell'FBI, Joe Baker - Bernard, Hank Brandt - Karl Swanson, Teri Garr - Helen Swanson, Felton Perry - Detective Dale

Soggetto: Bobby Farrelly, Bennett Yellin, Peter Farrelly

Sceneggiatura: Bobby Farrelly, Bennett Yellin, Peter Farrelly

Fotografia: Mark Irwin

Musiche: Todd Rundgren

Montaggio: Christopher Greenbury

Scenografia: Sydney J. Bartholomew Jr.

Arredamento: Bradford Johnson

Costumi: Mary Zophres

Effetti: Frank Ceglia, W.M. Creations

Altri titoli:

Dumb Happens

Dumb and Dumber

Misled and Uninformed

Scemo e più scemo

Durata: 105

Colore: C

Genere: COMICO

Specifiche tecniche: 35 MM, MOVIECAM

Produzione: MOTION PICTURE CORPORATION OF AMERICA, NEW LINE CINEMA

Distribuzione: WARNER BROS ITALIA - CECCHI GORI HOME VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO AGOSTO 1995.
CRITICA
"'Scemo & più Scemo', diretto dall'esordiente Peter Farrelly, funziona a sprazzi, alternando gag azzeccate a situazioni di concertante prevedibilità, soprattutto perché risulta fiacca la miscela della comicità vulcanica ed esuberante di Jim Carrey." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 12 settembre 1995)

"Quel che conta è la poetica esagerata dello slapstick, la mimica eruttante di Carrey, lo sciocco ping-pong dei dialoghi nonsense orditi dai due babbei, l'uso dei corpi come cartoni animati, la spregiudicatezza della commedia che sperpera villanie e scurrilità senza ansie reverenziali, il talento polimorfo di Jim Carrey, la regia tachicardica dell'esordiente Peter Farrelly." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 19 settembre 1995)

"Nel processo di abbrutimento dei popoli, che in Italia si manifesta nella rivalutazione di film atroci, come quasi tutti quelli con Totò e tutti, proprio tutti quelli di Franchi & Ingrassia, 'Scemo & più scemo' si mette in fila per essere considerato fra vent'anni un capolavoro." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 3 ottobre 1995)