Samson and Delilah

AUSTRALIA 2009
Australia centrale. Samson e Delilah sono due adolescenti che vivono in una comunità aborigena in cui tutto accade sempre con gli stessi ritmi e rituali e niente cambia, mai. Tuttavia, i due ragazzi avranno modo di imparare quanto la vita al di fuori della comunità possa essere crudele e ingiusta e cercheranno nel loro amore la forza per andare avanti.
SCHEDA FILM

Regia: Warwick Thornton

Attori: Rowan McNamara - Samson, Marissa Gibson - Delilah, Mitjili Napanangka Gibson - Nana, Scott Thornton - Gonzo, Matthew Gibson - Fratello di Samson

Soggetto: Warwick Thornton

Sceneggiatura: Warwick Thornton

Fotografia: Warwick Thornton

Musiche: Warwick Thornton

Montaggio: Roland Gallois

Scenografia: Daran Fulham

Costumi: Heather Wallace

Durata: 101

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: SCARLETT PICTURES, CAAMA PRODUCTIONS, SCREEN AUSTRALIA INDIGENOUS BRANCH, NEW SOUTH WALES FILM & TELEVISION OFFICE, AUSTRALIAN BROADCASTING CORPORATION, ADELAIDE FILM FESTIVAL AND NT FILM OFFICE, AUSTRALASIAN DISTRIBUTION

NOTE
- CAMERA D'OR AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
CRITICA
"Thornton è regista, direttore della fotografia, sceneggiatore, autore di alcune musiche. E' il primo artista aborigeno globale. A differenze dei suoi personaggi, è uno che può farcela. Tifiamo per lui." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 18 maggio 2009)

"Chi mai distribuirà questa tragi-commedia del deserto australiano? Chi mai la programmerà per la prima serata tv? Non certo i piccoli servi dell'audience, i ligi funzionari pubblici e privati responsabili delle menti xenofobe di massa e privi di fiuto mercantile. 'Sansone e Dalila', infatti, è uno strepitoso film che fa ridere e piangere, una nuova onda di immaginario proveniente dalla never land, dal centro desertico del paese dove vivono ragazzini come Sansone (Rowan McNamara) e Dalila (Marissa Gibson). Uno spazio in mezzo al nulla, sotto tettorie metalliche, intorno la terra gialla e la boscaglia, ai margini dei centri urbani. (...) Un film di segni, muto, un po' Idrissa Ouedraogo, un po' Aki Kaurismaki, dal Burkina Faso alla Finlandia fino al bush australiano, in estasi, a vedere albe e tramonti tutti uguali." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 17 maggio 2009)