QUEI FANTASTICI PAZZI VOLANTI

ROCKET TO THE MOON

GRAN BRETAGNA 1967
All'inizio del Novecento il ricco industriale Phineas T. Barnum decide di finanziare le ricerche per la creazione di un'astronave in grado di raggiungere la Luna. Barnum mette il progetto nelle mani di un losco scienziato, Smythe, che non crede nell'impresa ma l'accetta perché vi ha intravisto una sicura fonte di guadagno. Quando però Barnum decide di mettere il giovane scienziato Gaylor Sullivan al posto di Smythe, dopo averlo licenziato, questo, pronto a tutto, decide di boicottare il progetto e di provocare una catastrofe coinvolgendo Gaylor. Aiutato da un complice, manomette i congegni dell'astonave in modo da farla esplodere al decollo. Per fortuna, però, il lancio viene rinviato e Gaylor, che doveva trovarsi a bordo, si salva miracolosamente mentre Smythe e il suo aiutante, saliti a bordo per comprendere cosa non abbia funzionato, vanno incontro a una fine degna della loro cattiveria.
SCHEDA FILM

Regia: Don Sharp

Attori: Burl Ives - Phineas T. Barnum, Troy Donahue - Gaylord Sullivan, Gert Fröbe - Professor Von Bulow, Terry-Thomas - Sir Harry Washington-Smythe, Hermione Gingold - Angelica, Daliah Lavi - Madelaine, Lionel Jeffries - Sir Charles Dillworthy, Dennis Price - Duca Di Barset, Graham Stark - Gundle, Jimmi Clintheroe - Tom Thumb, Edward de Souza - Henri, Joachim Teege - Bulgeroff, Judy Cornwell - Electra, Stratford Johns

Soggetto: Jules Verne

Sceneggiatura: Peter Welbeck, Dave Freeman

Fotografia: Reginald Wyer

Musiche: John Scott

Montaggio: Ann Chegwidden

Scenografia: Frank White

Costumi: Carl Toms

Effetti: Les Bowie, Pat Moore

Altri titoli:

BLAST OFF

JULES VERNE'S ROCKET TO THE MOON

THOSE FANTASTIC FLYING FOOLS

Durata: 105

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: 35 MM, PANAVISION, EASTMANCOLOR

Tratto da: ROMANZO "DALLA TERRA ALLA LUNA" DI JULES VERNE

Produzione: HARRY ALAN TOWERS PER JULES VERNE FILMS LTD.

Distribuzione: CINERIZ

NOTE
- JOHN SCOTT HA FIRMATO COME PATRICK JOHN SCOTT, REGINALD WYER COME REG WYER.
CRITICA
"A parte qualche felice trovata nella parte iniziale, il film rivela una fondamentale povertà di idee e una sconcertante ingenuità di racconto, senza dubbio inadeguate alla larghezza di mezzi profusi nella realizzazione." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 63, 1968)