Quando passi da queste parti...

Griffin and Phoenix: A Love Story

USA 1976
Gino Griffin, affetto da un tumore al torace, ha avuto dai medici una terribile sentenza: vivrà al massimo ancora per un anno. Caricata la moglie Jane e i due figli su una roulotte, parte per una vacanza il cui vero scopo dovrebbe essere quello di rinsaldare i vincoli familiari. Ma i due ragazzi dimostrano il disinteresse tipico della loro età e la signora Griffin, scostnate e disumana, tratta il marito come un servo. Abbandonata la roulotte, Gino fugge a Los Angeles dove, su una spiaggia, conosce la giovane Sara Phoenix con cui fa amicizia senza sapere che anche lei è condannata a morte a causa della leucemia.
SCHEDA FILM

Regia: Daryl Duke

Attori: Peter Falk - Gino Griffin, Jill Clayburgh - Sarah Phoenix, John Lehne - George Griffin, Dorothy Tristan - Jean Griffin, Ben Hammer - Dottor Feinberg, Irwin Charone - Dottor Thompson, John Harkins - Dottor Glenn, Randy Faustino - Randy Griffin, Stephen Rogers - Bob Griffin, Ken Sansom - Dottor Harding, Sally Kirkland - Jody, George Chandler - Anziano, Milton Parsons - Professore

Soggetto: John Hill

Sceneggiatura: John Hill

Fotografia: Richard C. Glouner

Musiche: George Aliceson Tipton

Montaggio: O. Nicholas Brown

Scenografia: Bill Malley

Arredamento: Lucien Hafley

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO ROMANTICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.33)

Produzione: ABC CIRCLE FILM

Distribuzione: REAK (1979) - FUTURAMA

CRITICA
"Prendete un attore come Peter Falk, il simpatico quanto versatile semi-guercio che dai ruoli drammatici dei film di Cassavetes può tranquillamente trascorrere a quelli del sorridente dei 'serials' televisivi tipo 'Tenente Colombo', ed un'attrice come la sensibilissima Jill Clayburgh, lanciata da Mazursky in 'Una donna tutta sola'; metteteli insieme e potrete ottenere ciò che volete: anche la possibilità di rendere accetta al grosso pubblico una vicenda, melodrammatica e strappalacrime qual è quella di 'Today is Forever' ovvero 'Griffin and Phoenix: a Love Story', che un regista-produttore di buon fiuto, il canadese Daryl Duke ('Giorno di paga', 'L'amico sconosciuto'), realizzò tre anni fa prendendo appunto la fortunata 'Love Story', di Athur Hiller come modello culturale e obiettivo di successo. (...) Benché un po' ovvio e scarso di fantasia, un po' debole sul piano delle invenzioni, il film conquista con la bravura dei suoi affiatatissimi interpreti e con la carica quasi provocatoria che vengono ad assumere i suoi buoni sentimenti". ('Il Resto del Carlino')

"Non è esattamente il film che uno va a vedere per 'tirarsi su', come si dice. (...) La scena madre è il trionfo dell'insensatezza e del tragicomico (...). Insomma un bel saggio su come guastare la reputazione di due attori affermati". (L'Espresso)

"(...) Il film pecca indecorosamente di presunzione, nel suo cercare di indorare certi amarissimi manicaretti con qualche pennellata di sentimentalismo di assai povera lega. Il copione drammatizza ogni cosa con mano pesante, senza nemmeno un briciolo di quell'ironia che, in condizioni estreme, può anche essere l'estrema ancora di salvezza. Gli interpreti si dibattono impietosamente nella morsa dei personaggi, intorno ai due protagonisti essendo per giunta descritto un piccolo mondo di scarsa veridicità. Insomma, un prodotto maldestro, sotto ogni punto di vista". ('Il Messaggero')

"Contravvenendo clamorosamente e ottusamente alle più elementari regole dell''entertainment' hollywoodiano, il regista canadese Daryl Duke (per fortuna, dopo 'Quando passi da queste parti...', si è riscattato con il simpatico 'L'amico sconosciuto', che in Italia ha conosciuto un piccolo successo) impasta questo melodramma clinico senza nessuna ironia e con modestissimi risultati drammaturgici, ottenendo semplicemente una specie di fumetto oggettivamente macabro. Certo che desta veramente sensazione veder maneggiare con simile leggerezza la scottante materia, per di più alla luce del fatto che 'Quando passi da queste parti...' è un prodotto di origine televisiva. Del resto, Peter Falk e Jill Clayburgh non riescono a celare il loro profondo imbarazzo in questa sinistra disavventura". ('L'Unità')

"(...) il film 'Quando passi da queste parti...' rotola fatalmente verso un finale che trasforma questa imitazione di 'Love Story', in una banalissima copia. Con la sua pretesa di fare l'elegia dell'uomo medio, il gusto vecchiotto d enfatizzare i piccoli grandi valori della vita, 'Griffin and Phoenix' (il titolo originale rispecchia l'abitudine dei due protagonisti a chiamarsi reciprocamente per cognome) non si sopporterebbe neppure per mezz'ora se non fosse per due motivi. Il primo è che il regista canadese Daryl Duke (quello di 'L'amico sconosciuto') gira bene, in maniera agile e brillante, e lo si vede perfino in un'occasione sciagurata. Il secondo motivo naturalmente, è la bravura dei due attori. Peter Falk e Jill Clayburgh, che vivono questa scempiaggine come se fosse una vicenda reale e possibile. Falk è l'asso nella manica di Cassavetes, la Clayburgh (dopo 'Una donna tutta sola') ha appena finito un film con Bertolucci, a loro ci riferiamo abitualmente parlandone come di attori intelligenti. Ma l'avranno letto il copione del film prima di accettare la parte?". ('la Repubblica')

"(...) va sottolineato che questo di Daryl Duke è un film dalla cui materia non proprio faceta vengono fuori situazioni più scherzose che strappalacrime; il regista, già noto per 'L'amico sconosciuto', ha la mano leggera nel trattare la malinconia e ''intuito giusto per ribaltarla in celia. A questo gli giova la duttile bravura di due interpreti splendidi, Peter Falk e Jill Clayburgh, ammirevoli nella tenerezza degli slanci amorosi, nel ritegno che maschera il loro intimo tormento dietro la facciata d'una posticcia felicità. Merito loro se il film è credibile". ('La Stampa')

"(...) Per coagulare un simile intruglio il regista canadese Daryl Duke (...) ha scelto con disinvoltura la contraddittoria chiave umoristica. E quindi giù grandi risate, impertinenti giri di giostra, scherzi da prete, mentre già cigolano le ruote del carretto fantasma. Prendete una coppia di interpreti come Peter Falk e Jill Clayburgh, pestateli in un mortaio, tagliateli a fettine, bruciateli e sarà sempre meglio che ficcarli in una vicenda infausta e incredibile come quella venuta in mente a Duke in 'Quando passi da queste parti...'. Eppure bisogna riconoscere che i due attori se la cavano: pur perdendo la guerra, cioè non riuscendo a salvare il film, vincono molte battaglie, ci conquistano scena per scena, battuta per battuta, situazione per situazione. Il Griffin di Falk trasuda la malinconica ribellione dell'americano medio, come gli succede nei film di Cassavetes, e la Phoenix della Clayburgh non è lontana dalla trepida nevrotica di 'Una donna tutta sola'" (Tullio Kezic, 'Panorama')