NOTTE DI FORTUNA

ITALIA 1941
Il commesso di un farmacista di provincia è invitato a San Remo da uno stravagante milionario. Il commesso, attratto dalla speranza di fare fortuna, abbandona la farmacia e, giunto in Riviera, può in una notte guadagnare al giuoco una somma favolosa. Per soddisfare pero le richieste di una donna, ivi incontrata, continua a giuocare e perde tutto. Di ritorno in paese egli è accolto trionfalmente dai suoi concittadini, che hanno saputo dai giornali delle sue straordinarie vincite. Giunge anche la donna da lui conosciuta a S. Remo, la quale gli reca una collana di perle che il commesso aveva acquistato durante la sua fortuna al giuoco: E' un piccolo capitale che consentirà ai due di sposarsi e di sistemarsi convenientemente.
SCHEDA FILM

Regia: Raffaello Matarazzo

Attori: Gorella Gori, Lina Tartara Minora, Edda Soligo, Domenico Serra, Cesare Pianigiani, Giovanni Petti, Lina Tartara Minora, Gino Baghetti, Luigi Barberi, Ciro Berardi, Vera Bergman, Olinto Cristina, Peppino De Filippo, Leda Gloria, Giulio Alfieri, Fausto Guerzoni, Olga von Kollar, Nicola Maldacea, Nino Marchetti, Guido Notari, Silva Nova, Iginia Armilli, Michele Malaspina

Soggetto: Raffaello Matarazzo

Sceneggiatura: Riccardo Freda, Camillo Mariani Dell'Anguillara, Raffaello Matarazzo

Fotografia: Ugo Lombardi

Musiche: Dan Caslar

Montaggio: Angelo Comitti

Durata: 86

Tratto da: RAFFAELLO MATARAZZO CHE SI ISPIRO' AD UN FILM FRANCESE DI QUALCHE ANNO PRIMA

Produzione: ATESIA FILM

Distribuzione: ICI

NOTE
LUNGHEZZA 2350 METRI

- FREDA NON ACCREDITA LA SUA COLLABORAZIONE ALLA SCENEGGIATURA.

- SECONDO PEPPINO DE FILIPPO IL FILM FU TERMINATO DALLO STESSO DIRETTORE DELLE LUCI UGO LOMBARDI, PERCHE' MATARAZZO ABBANDONO' AD UN DATO MOMENTO IL SET.
CRITICA
."Comica farsetta, piuttosto ingenuamente immaginata. (...) con Peppino De Filippo che si dà da fare ed è spesso divertente, ma lo sarebbe stato molto di più se, rinunciando a certe intenzioni charlottiane male espresse, si fosse semplicemente attenuto a quel casalingo e strapaesano realismo che, almeno al cinema, è la sua vera strada. Matarazzo ha diretto alla meglio, arrabattandosi entro i limiti di una produzione affrettata. (...) ". (F. Sacchi, " Corriere della Sera", del 1.06.1941