NOTTE D'ESTATE IN CITTA'

NUIT D'ETE' EN VILLE

FRANCIA 1990
Due giovani, Emilia e Louis, giacciono sul letto, nell'appartamento dove hanno appena avuto un rapporto sessuale del tutto occasionale: dopo essersi incontrati ad un party, Emilia si è fatta accompagnare da lui e quindi lo ha fatto salire in casa sua. La ragazza, che dice di aver introdotto per la prima volta uno sconosciuto di notte in casa, ha ora chiaramente paura del legame che potrebbe nascere fra loro, e con discorsi e domande piuttosto maligni, cerca di mandare via il giovane. Ma Louis non se ne va, e i due trascorrono perciò insieme tutta la lunga notte estiva, durante la quale un pò si confessano il loro passato, parlando delle persone alle quali sono stati legati (e che hanno evidentemente lasciato loro soltanto delusioni), oppure rivelano le proprie angosce esistenziali, passano improvvisamente a momenti di sensualità e di desiderio, spesso seguiti da intervalli di ostilità. A volte si parlano con ironia, a volte con dolcezza: Emilia ha saputo che Louis lavora in un vivaio di fiori, e lui ha appreso che lei è un'insegnante. Il loro colloquio continua con la donna sempre sulla difensiva mentre l'uomo sembra disposto ad un legame con lei e perfino di arrivare, per gradi, al matrimonio. All'alba si coricano vestiti sul letto, vicini, e si scambiano solo gesti di tenerezza. Ora possono dormire insieme sereni.
SCHEDA FILM

Regia: Michel Deville

Attori: Marie Trintignant - Emilia, Jean-Hugues Anglade - Louis

Soggetto: Rosalinde Deville

Sceneggiatura: Rosalinde Deville

Fotografia: Lutic Bernard

Musiche: Camille Saint-Saens

Montaggio: Raymonde Guyot

Durata: 85

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: ELEFILM - A.A.A. PRODUCTIONS - T.S.E. PRODUCTIONS

Distribuzione: COLUMBIA TRI STAR FILMS ITALIA (1991) - EMPIRE VIDEO

CRITICA
Nessuno ha le carte più in regola di Deville per parlare ancora una volta di coppia. (Fabio Ferzetti, Il Messaggero) Il film mostra tuttavia la corda di un cerebralismo troppo accentuato. (Mirella Poggialini, L'Avvenire)