Nell

USA 1994
Cresciuta per anni in una casupola sperduta nel bosco del Nord Carolina con la madre colpita da ictus, Nell ha appreso un linguaggio che ne imita i suoni semiarticolati. Alla morte della madre di costei, Jerome Lovell, il medico condotto del paese più vicino, e lo sceriffo Todd Peterson la trovano, ormai trentenne, che si esprime con un indecifrabile idioma. Poiché la psicologa Paula Olsen, determinata a sottrarre la giovane ad una vita "selvaggia", entra in conflitto con il medico, che vuole proteggere Nell dalla civiltà, il giudice stabilisce un periodo di tre mesi di osservazione nei luoghi dove la giovane ha vissuto fin dalla nascita. Jerome si installa con una tenda e Paula attracca con una casa galleggiante sul lago là vicino. La sua gestualità misteriosa ed affascinante, intrigano sia l'uomo che la donna, che riescono a poco a poco a far amicizia con Nell ed a comprenderne il linguaggio. L'innocenza e la semplicità della giovane toccano profondamente i due: Jerome la protegge, ma non sa meritare il titolo di angelo custode che la ragazza gli ha dato, ed anche Paula comincia ad affezionarsi al soggetto del suo studio. Tra Paula e Jerome nasce un sentimento, cui li sprona la stessa Nell. Ma la notizia della giovane "selvaggia" ha interessato la stampa, e Jerome deve cacciare un cronista indiscreto ed in città difendere Nell dalle avance di un ragazzotto. Ricoverata in ospedale, Nell si chiude in un mutismo tragico, dal quale Jerome tenta di strapparla portandola via di forza, malgrado il dissenso del dottor Alexander Paley, e nascondendola in un motel. Infine decide di portarla davanti al giudice, dove la giovane, con Jerome che traduce, commuove tutti con la sua profonda semplicità ed integrità. Viene così lasciata al suo ambiente sotto la protezione dello sceriffo Peterson e di sua moglie Mary, anch'essa con problemi psicologici, che ha già simpatizzato con Nell. Dopo 5 anni, Jerome e Paula, sposati, portano la loro bimba Ruthie a festeggiare il compleanno di Nell.
SCHEDA FILM

Regia: Michael Apted

Attori: Jodie Foster - Nell Kellty, Liam Neeson - Dottor Jerome 'Jerry' Lovell, Natasha Richardson - Dott.ssa Paula Olsen, Richard Libertini - Dottor Alexander 'Al' Paley, Nick Searcy - Sceriffo Todd Peterson, Robin Mullins - Mary Peterson, Jeremy Davies - Billy Fisher, O'Neal Compton - Don Fontana, Sean Bridgers - Mike Ibarra, Joe Inscoe - Giudice, Stephanie Dawn Wood - Ruthie Lovell, Mary Lynn Riner - Janet Baring, Lucile McIntyre - Sally, Al Wiggins - Harry Goppel, Beth Bostic - Jean Malinowski, Dana Stevens - Rachel Weiss, Rob Buren III - Stevie, Chris T. Hill - Jed, Tim Mehaffey - Shane

Soggetto: Mark Handley

Sceneggiatura: William Nicholson, Mark Handley

Fotografia: Dante Spinotti

Musiche: Mark Isham

Montaggio: Jim Clark

Scenografia: Jon Hutman

Arredamento: Samara Hutman

Costumi: Susan Lyall

Effetti: Robert Vazquez

Durata: 113

Colore: C

Genere: ALLEGORICO

Specifiche tecniche: PANAVISION, SCOPE 35 MM (1:2.35)

Tratto da: lavoro teatrale "Idioglossia" di Mark Handley

Produzione: RENEE MISSEL, JODIE FOSTER PER EGG PICTURES, POLYGRAM FILMED ENTERTAINMENT, TWENTIETH CENTURY-FOX FILM CORPORATION

Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1995) - PANARECORD, RCS FILMS & TV

NOTE
- REVISIONE MINISTERO FEBBRAIO 1995.

- JODIE FOSTER, CANDIDATA ALL'OSCAR COME MIGLIOR ATTRICE, IN ITALIA HA RICEVUTO DAVID DI DONATELLO 1995 COME MIGLIOR INTERPRETE STRANIERA.
CRITICA
"Nonostante gli scenari da favola, la bravura di Jodie Foster e l'onesto impegno dei due coprotagonisti, il film lascia piuttosto perplessi e insoddisfatti per l'eccessiva semplificazione del caso clinico. E la memoria corre alle immagini, assai meno addomesticate ma senz'altro più vere, de 'Il ragazzo selvaggio' di Truffaut." (Cristina Jandelli, La Nazione, 19 febbraio 1995)

"L'inglese Michael Apted è uno strano regista. Si schiera spesso dalla parte giusta, come ha fatto per gli indiani d'America in 'Cuore di tuono' e specialmente nel documento 'Incident at Oglala'. Lo fa anche qui contro l'ignobilità dei mass-media, contro la medicina ufficiale. Ha il gusto delle storie insolite e dei personaggi estremi, da 'Triplo eco' a 'Il segreto di Agatha Christie', da 'Chiamami Aquila' a 'Gorilla nella Nebbia'. Qui, con il prezioso contributo delle luci di Dante Spinotti, Michael Apted sa muoversi bene negli ambienti naturali. Ma soprattutto sa controllare i sentimenti, passa con sensibilità dal lirismo (le nudità di Nell che fa il bagno di notte) all'analisi psicologica, dalle scene inquietanti (lo scheletro della gemella) a quelle di turgore sentimentale. Possiede il controllo del mezzo." (Morando Morandini, Il Giorno, 26 febbraio 1995)

"Due meriti, comunque: la cornice del Nord Carolina periodicamente evocata quasi a segnare il 'tempo' della storia con immagini effuse e intensissime di laghi, di nebbie, di selve e di montagne, e la recitazione dei tre protagonisti, soprattutto Jodie Foster che, rinunciando al suo glamour, si umilia in una figurina disturbata e balbettante di forte rilievo emotivo. Con le repliche giuste sia di Liam Neeson, un medico subito coinvolto ma rispettoso dell'umanità e della scienza, sia di Natasha Richardson, nel personaggio in apparenza meno generoso della psicologa, in realtà presto capace di assolvere con interiorità a tutti i doveri, anche a quelli del cuore. Il film, tutto sommato, vale soprattutto per loro." (Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 21 febbraio 1995)

"Troppo sdolcinato, elementare e talvolta manierista, Nell è diretto da un regista, Michael Apted, molto sensibile, anche in passato, alle seduzioni della natura selvaggia ('Gorilla nella nebbia', 'Chiamami aquila'). Ma siamo lontani dalle imprese analoghe di Truffaut ('Il ragazzo selvaggio') o di Herzog ('Kaspar Hauser') e il film rischierebbe il ridicolo se non fosse per la bravura di Jodie Foster (candidata per questa interpretazione all'Oscar: ne ha già vinti due), dimagrita di dodici chili e con gli occhi perennemente immersi altrove come una sorta di santa pura ed erotica, estetica e solenne, animalesca e catatonica, sacra e profana." (Fabio Bo, Il Messaggero, 28 febbraio 1995)

"Per Apted la parola d'ordine sembra: semplicità; lo scopo: l'emozione. Puntando l'attenzione sui cambiamenti interiori dei tre personaggi, il regista evita di lanciar messaggi 'naturalistici'; non evita invece il sentimentalismo più caricato, le sdolcinature, il finale convenzionale con il trionfo dell'amore, le accuse contro le responsabilità sociali verso i malati. A risollevare le cadute del film ci pensa Jodie Foster, stupefacente per semplicità e naturalezza: giustamente candidata al Premio Oscar che meriterebbe appieno." (Vittorio Spiga, Il Resto del Carlino, 18 febbraio 1995)