MISSHANDLINGEN - L'AGGRESSIONE

Knut, operaio trentenne di origine norvegese e vivente a Stoccolma, è amico di Bjorn, socialista intellettuale alla moda, tendenzilamente proletarizzato non per scelta propria, lontano dal ricercare un qualsivoglia rapporto con il pubblico. Knut è molto più sincero e disapprova il distacco di Bjorn o il suo opportunismo, come nel caso della relazione che ha intrepresa con Derit, ragazza ventenne, modesta operaia in una tintoria. Un giorno Knut ferma il proprietario di una Jaguar, a passaggio con la propria ragazza, e gli contesta la proprietà dell'automobile che, prodotta dai lavoratori, agli stessi dovrebbe appartenere. Irritato dall'indiffernza dello sbalordito interlocutore, lo malmena e viene arrestato. Da quel giorno l'operaio filosofo si trova alle prese con le persone che devono interrogarlo e gli psicologi che debbono sondarne la salute mentale. Ne approfitta per esporre ulteriormente le sue idee sulla società ove tutto è strumentalizzato, persino l'assistente sociale, per la repressione di ogni nota dissonante con il sistema capitalistico. Knut viene internato in un ospedale psichiatrico ove tenta di convincere gli altri ricoverati che la loro condizione è di schiavi ipermanipolati. Infine, l'organizzazione sociale, che nei suoi confronti sino ad ora si è mossa con paternalistica bonomia, deve fare uso della violenza fisica: Knut viene legato al letto e sottoposto a cure drastiche.