Milano trema - La polizia vuole giustizia

ITALIA 1973
Sospeso dal servizio per i suoi metodi poco ortodossi - ha freddato due evasi, al momento della loro cattura - il commissario Giorgio Caneparo decide di vendicare, agendo in proprio, la morte di un collega assassinato perché in procinto di scoprire una temuta banda di rapinatori. Riuscito a introdursi nel mondo della malavita, partecipa, come autista, a un sanguinoso colpo in banca organizzato da un uomo che si fa chiamare Padulo. Condotti i malviventi dopo una spericolata corsa per le vie di Milano nella sede stessa della Questura, Caneparo - sapendo che le gesta della banda facevano parte di un piano eversivo, mirante a favorire, seminando morte e paura, l'avvento di un regime autoritario - scopre che il presunto Padulo è, in realtà, un editore fascista di Bergamo che agisce a sua volta, per conto di qualcuno che si tiene nell'ombra. Con uno stratagemma, Caneparo riesce a dare un volto anche a quest'ultimo - si tratta addirittura di un alto funzionario di polizia - e, dopo aver respinto un suo invito a entrare nell'"organizzazione" eversiva, lo uccide.
SCHEDA FILM

Regia: Sergio Martino

Attori: Luc Merenda - Ten. Giorgio Caneparo, Richard Conte - Padulo/ Dr. Salussoglia, Silvano Tranquilli - Viviani, Carlo Alighiero - Commissario Nicastro, Martine Brochard - Maria, Luciano Bartoli, Chris Avram, Bruno Corazzari, Lia Tanzi, Steffen Zacharias

Soggetto: Ernesto Gastaldi

Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi

Fotografia: Giancarlo Ferrando

Musiche: Maurizio De Angelis, Guido De Angelis

Montaggio: Eugenio Alabiso

Scenografia: Giantito Burchiellaro

Costumi: Rosalba Menichelli

Effetti: Cataldo Galliano

Durata: 104

Colore: C

Genere: POLIZIESCO

Specifiche tecniche: CINESCOPE EASTMANCOLOR

Produzione: DANIA CHAMPION

Distribuzione: INTERFILM - GENERAL VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1993.
CRITICA
"Inqualificatbile intruglio fantapolitico travestito da poliziesco del pessimo tuttofare Sergio Martino, che sui soliti truci e compiaciuti ammazzamenti costruisce un teorema eversivo così ridicolo da far impallidire il già comico golpe Borghese. Per fortuna a vegliare sullatraballante democrazia c'è l'ardimentoso Luc merenda,il Laurence Olivier di Marsiglia". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 12 luglio 2000)