Malarazza - Una storia di periferia

2.5/5
Umanità disperata per cui è impossibile la rinascita. L'opera seconda di Giovanni Virgilio prova a inabissarsi nel degrado, ma il taglio è televisivo

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ITALIA 2017
La giovane Rosaria è sposata a Tommasino Malarazza, boss decaduto del quartiere in cui vivono, Librino. Costretta a sposarsi perché rimasta incinta, la donna è sfruttata e maltrattata dal marito. Può sempre contare sull'aiuto di Franco, suo fratello, un uomo di grande cultura costretto a vivere in condizioni da esiliato perché transessuale. La morte di Tommasino sembra dare una svolta alla vita di tutti, soprattutto a quella di Antonino, il figlio che Rosaria vuole salvare dalla vita di strada. Ma la libertà non è così facile da ottenere.
SCHEDA FILM

Regia: Giovanni Virgilio

Attori: Stella Egitto - Rosaria, Paolo Briguglia - Franco, David Coco - Tommasino Malarazza, Cosimo Coltraro - Pietro, detto 'U Porcu', Antonino Frasca Spada - Antonino, Lucia Sardo

Soggetto: Giovanni Virgilio, Luca Arcidiacono

Sceneggiatura: Giovanni Virgilio, Luca Arcidiacono

Fotografia: Gianni Mammolotti

Musiche: Giuliano Fondacaro

Montaggio: Luca Carrera

Scenografia: Studi Cinematografici Siciliani

Costumi: Azra J Sedic

Effetti: Flat Parioli

Suono: Celeste Frontino - presa diretta

Durata: 98

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MOVIESIDE CINEMATOGRAFICA, XENON PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE, IN COLLABORAZIONE CON STUDI CINEMATOGRAFICI SICILIANI

Distribuzione: MARIPOSA CINEMATOGRAFICA

Data uscita: 2017-11-09

TRAILER
NOTE
- CANDIDATO AL DAVID DONATELLO 2018 PER: MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA.
CRITICA
"Si capisce che il film è animato dalle migliori intenzioni soprattutto nel rappresentare la trasformazione delle città: in questo caso Catania tra le periferie del disagio (Librino) e l'antico centro storico (San Berillo) attraversato dal contrasto tra bellezze monumentali e degrado. Ma è debole la storia della famiglia mafiosa in declino (...). Pur mettendo in campo elementi che meglio sviluppati avrebbero creato originalità, il film finisce triturato nella routine di un genere, quello malavitoso-mafioso, che (purtroppo) così tanto rappresenta il nostro cinema." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 9 novembre 2017)

"Come in una tragedia classica, non c'è modo di sfuggire al proprio destino. Un destino assegnato dalla nascita, ma soprattutto dal luogo in cui si è nati: la periferia, o il centro urbano degradato. (...) i Malarazza, come i Malavoglia di Verga che Virgilio omaggia anche nell'affresco sociale delle periferie siciliane - anche se la denuncia prende a momenti il sopravvento sulla storia e i personaggi - non sono aiutati dalla provvidenza, né dalle istituzioni che non sembrano esistere in quei luoghi che 'Malarazza' ci mostra nel buio della notte o sotto un cielo livido - che anche in riva al mare avvolge nell'oscurità i suoi protagonisti." (Giovanna Branca, 'Il Manifesto', 9 novembre 2017)

"Un film aspro, con un paio di scene di esasperato squallore, nei bassifondi senza speranza di una città forse inconsapevole." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 9 novembre 2017)

"Difficile estrarre originalità da una realtà che film e serie tv hanno promosso a immaginario pop, saturo di modelli chiusi, ma con l'aiuto di un cast fedele all'impegno (ok il Malarazza fetido di Coco, meno il trans di Briguglia) l'autore cerca uno spaccato d'Italia profonda, insabbiata dalla politica, recuperata una tantum dall'informazione. Finale boomerang, fuori posto." ('Nazione-Carlino-Giorno', 9 novembre 2017)