L'uomo senza volto

The Man Without a Face

USA 1993
A Cranesport sulle coste del Maine è in vacanza Chuck Norstadt, un dodicenne non felice, orfano di padre e per sua disgrazia appena tollerato sia da Catherine, una madre frivola alla vigilia del quinto matrimonio, sia dalle due sorellastre Gloria e Meg. Tutto preso dall'idea di tentare l'accesso all'Accademia Navale (a suo tempo frequentata dal padre), anche se ha fallito l'esame, il ragazzo decide di riprovarci a settembre. Senza dir nulla alla madre (tanto sarebbe contraria), Chuck chiede di ricevere qualche lezione a Justin McLeod. Costui è un ex-docente che da sette anni vive isolato tra i suoi libri e quadri in un bel cottage: un uomo misterioso ancora giovane, che la gente avversa senza conoscerlo, circondato da pettegolezzi e supposizioni malevoli, il quale per di più ha una parte della faccia deturpata. La triste vicenda di McLeod è complicata dal fatto che egli è stato in prigione per omicidio colposo in relazione ad un'incidente stradale. Un legame ricco di affetto e fiducia nasce fra i due: Chuck si sente compreso ed aiutato; l'uomo avverte spezzata la sua solitudine e l'emarginazione in cui vive. Ma le corse in bicicletta al cottage sono notate dalla meschina comunità: la madre del ragazzo intima al maestro di allontanarsi, mentre la gente insinua che senza dubbi quel "faccia bruciata" deve covare intenzioni poco oneste. Si interessa lo sceriffo, finché vi sarà una inchiesta da parte di una piccola commissione. McLeod ne esce indenne: la sua volontà di aiutare negli studi il giovanissimo allievo ed i mezzi pedagogici adottati con lui e per lui sono stati impeccabili. Per evitare comunque che Chuck venga sottoposto a penosi interrogatori, il maestro si allontana da Cranesport. Frattanto Chuck supera brillantemente gli esami, il cui esito ha perfino cancellato la sorpresa e nella gioia bizze e incomprensione di madre e sorellastre. Chuck - al quale tanto mancava la figura del padre (ha poi appreso che egli era un forte bevitore e considerato un folle) - ha potuto cominciare il proprio cammino nella vita e, a suo tempo, nell'indipendenza, identificando in meglio nella figura e nel valore autentico di Justin McLeod senza farsi impressionare né da un volto deturpato dalle cicatrici, né da chiacchiere malevoli, consegnandosi solo alla fiducia, che è stata reciproca.
SCHEDA FILM

Regia: Mel Gibson

Attori: Mel Gibson - Mcleod, Margaret Whitton - Catherine, Fay Masterson - Gloria, Gaby Hoffman - Megan, Geoffrey Lewis - Stark, Richard Masur - Carl, Nick Stahl - Chuck, George Martin - Il barbiere Sam, Malcolm MacRury - Secondo istruttore, Gene Leverone - Primo istruttore, Justin Kanew - Rob Lansing, William Meisle - Il giudice Sinclair, Kelly Wood - Amy Banks, Ethan Phillips - Il signor Lansing, George D. Fuller - Oratore, Michael DeLuise - Douglas Hall, Viva - La signora Cooper, Jessica Taisey - Signy Eaton, Lawrence Scott - Bob, Chris Lineburg - Scott Pearson, Timothy Sawyer - Gus, Sean Kellman - Tavid Taylor-Fife, Jean De Baer - La signora Lansing, Jack De Mave - Il signor Cooper, Stanja Lowe - La signora Cameron, Michael Currie - Il signor Cameron, Robert De Diemar Jr. - Chuck a 17 anni, Edmond Genest - Sesto marito, Zach Grenier - Il dottor Talbot, John B. Guptill - Amico di Chuck, Harriette C. Henninger - Vicina di casa, Robert Hitt - Il signor Mcdowell, David A. McLaughlin - Il padre di Chuck, Mary Lamar Mahler - La signora Fletcher

Soggetto: Isabelle Holland - romanzo

Sceneggiatura: Malcolm MacRury

Fotografia: Donald M. McAlpine

Musiche: James Horner, Henry Mancini

Montaggio: Antony Gibbs

Scenografia: Barbara Dunphy

Costumi: Shay Cunliffe

Effetti: Brian Ricci, Stephen R. Ricci

Durata: 116

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE

Tratto da: romanzo di Isabelle Holland

Produzione: BRUCE DAVEY PER ICON

Distribuzione: WARNER BROS - PANARECORD

NOTE
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1993.
CRITICA
"Passabile, non certo entusiasmante melodramma dal sapore di favola che mette in guardia dalla cattiveria umana e invita all'amicizia. Mel Gibson per l'esordio nella regia rinuncia al ruolo di eterno seduttore grazie a una maschera che ne deturpa i linemaenti apollinei facendone un sosia di Martinazzoli, con rispetto parlando. Un film tenero ma misurato, che si tiene a distanza dalla zona lacrime e ci regala qualche contenuta emozione". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 31 luglio 2000)