L'ospite d'inverno

The Winter Guest

GRAN BRETAGNA 1997
Una fredda giornata invernale in una piccola città sul mare nel nord della Scozia. Frances, una fotografa da poco rimasta vedova, non vuole affrontare la difficile situazione, rifiuta di uscire di casa e lascia che il figlio sedicenne Alex si prenda cura di entrambi. Elspeth, madre di Frances, è però decisa a farla reagire, perciò, camminando faticosamente sulla strada ghiacciata e sfidando l'età avanzata, si dirige verso l'abitazione della figlia per riconquistarne l'affetto e la fiducia. Intanto due anziane amiche, Chloe e Lily, cominciano a leggere gli annunci mortuari sui giornali e, dopo aver deciso a quale funerale partecipare, vanno alla fermata ad aspettare l'autobus che le porterà sul posto. Elspeth convince la figlia ad uscire, e, mentre cominciano a passeggiare, Frances annuncia di voler partire per l'Australia per iniziare una nuova vita. Nel frattempo, due adolescenti, Tom e Sam, dopo aver rinunciato ad andare a scuola, arrivano sulla spiaggia per giocare, ma il freddo forte li fa stare seduti a parlare di genitori, famiglia, sesso. Rimasto solo a casa, Alex fa entrare Nita, una ragazza che da tempo lo aveva preso di mira. I due ragazzi, quando sentono crescere un'attrazione reciproca, capiscono che anche per loro sta arrivando il momento delle scelte. Continuando a camminare, Elspeth e Frances incontrano Tom e Sam, fanno amicizia, Frances scatta alcune foto, sembra riprendere fiducia e, quando si allontanano, comunica alla madre di non voler più partire. Tom intanto vuole dimostrare il proprio coraggio e sfida Sam a camminare sull'acqua ghiacciata. Sam lo vede allontanarsi nella nebbia e, impaurito, urla di aspettarlo.
SCHEDA FILM

Regia: Alan Rickman

Attori: Emma Thompson - Frances, Phyllida Law - Elspeth, Gary Hollywood - Alex, Arlene Cockburn - Nita, Sheila Reid - Lily, Sean Biggerstaff - Tom, Douglas Murphy - Sam, Sandra Voe - Chloe, Tom Watson - Prete, Jan Shand, Ross Lewis, Billy McElhaney

Soggetto: Sharman Macdonald

Sceneggiatura: Alan Rickman, Sharman Macdonald

Fotografia: Seamus McGarvey

Musiche: Michael Kamen

Montaggio: Scott Thomas

Scenografia: Robin Cameron Don

Costumi: Joan Bergin

Effetti: Dave Crownshaw, D. Rez Hollywood, Snow Business International, Blondel Aidoo

Durata: 108

Colore: C

Genere: METAFORA

Tratto da: tratto dal lavoro teatrale di Sharman Macdonald

Produzione: KEN LIPPER, STEVEN CLARK-HALL, EDWARD R.PRESSMAN.

Distribuzione: MEDUSA - MEDUSA VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1997.

- GIRATO A ELIE, IN SCOZIA, SULLE COSTE DEL MARE DEL NORD.
CRITICA
"Con 'L'ospite d'inverno' la giuria dell'ultima Mostra di Venezia ha perso l'occasione di entrare nel Guinness dei primati laureando, per la prima volta nella storia dei festival, madre e figlia nello stesso film. E sarebbe stato un riconoscimento ben meritato: madre e figlia anche sullo schermo nell'esordio registico dell'attore Alan Rickman, la veterana Phyllida Law ed Emma Thompson sono infatti due mostri di bravura con l'aggiunta di un accattivante pizzico di psicodramma. Tratto da una commedia di Sharman Macdonald, il film denuncia ogni tanto la propria origine teatrale, pur se interamente trasportato nel gelido e suggestivo paesaggio della Scozia occidentale: strade nevose, solicello pallido, mare coperto da una lastra di ghiaccio che metaforicamente allude alla precarietà e ai rischi dei destini umani.(...) Se il regista si fosse limitato a raccontare la situazione della madre e della figlia, l'operina si risolverebbe in un film da ricordare. Ma ci voleva più coraggio; e meno zucchero nel commento musicale". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 10 gennaio 1998)

"'L'ospite d'inverno' non può, ovviamente, prescindere (né riesce a svincolarsi) dall'interpretazione ammiccante di Phyllida Law e Emma Thompson, madre e figlia nella vita come nella finzione, che amorevolmente gareggiano in misurati ma palpabili narcisismi. Al di là di questo il film - niente affatto possente né tantomeno equilibrato - adora soffermarsi sui sussurri, i sussulti, le pause, i vuoti, gli sguardi, gli smarrimenti e gli evanescenti guizzi d'un racconto impressionista che dà il meglio di sé quando non premedita, quando si lascia andare ad una malinconica, patetica rappresentazione del tempo che fugge verso una tragica, conciliante e irreparabile assuefazione al vivere." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 22 gennaio 1998)

"L'interesse del film, e della storia su cui si costruisce, è soprattutto in questo rapporto che Sharman MacDonald, autrice anche della sceneggiatura, ha costruito in modo fine, con molta attenzione per le psicologie, le ellissi, le allusioni. il non detto. Coadiuvata, con sensibilità quasi analoga, da Alan Rickman, regista che, dopo essersi fatto apprezzare come interprete numero due in film quali 'Robin Hood principe dei ladri' a fianco di Kevin Costner, e in 'Ragione e sentimento', sempre con Emma Thompson, qui, pur indulgendo abbastanza agli schemi del teatro, riesce a dar forza ai personaggi delle due donne con incisività sufficiente, in cornici scozzesi particolarmente pittoresche. Più deboli, invece, e troppo visibilmente legate al palcoscenico, anche dal punto di vista della regia, le altre tre storie, non sempre neanche molto plausibili e salde, oltre che nei ritmi narrativi, sul piano psicologico. A far la forza del film, comunque, bastano i momenti tesi e non di rado incandescenti in cui madre e figlia si fanno in primo piano: anche perché Phillida Law ed Emma Thompson guerreggiano in famiglia per dimostrare chi è più brava. Mettendo in difficoltà qualsiasi giuria che fosse chiamata a deciderlo". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 8 gennaio 1998)