L'ora d'amore

ITALIA 2008
Per raccontare le barriere profonde che rendono impossibile una relazione amorosa è stato scelto un luogo dove queste barriere si fanno visibili e insormontabili: il carcere. Le interviste a tre detenuti, Mauro, Fatima e Angelo, evidenziano come alla condanna per i reati commessi si aggiunga come pena aggiuntiva la quasi impossibilità a mantenere vive le relazioni d'amore. Da parte sua, Deborah, la compagna di Mauro, spiega che da quando lui è in carcere anche la sua vita "è reclusa". Nell'ambito del progetto era prevista una quarta storia incentrata sul regime di semilibertà che serviva a raccontare meglio il rapporto tra dentro e fuori. Non è stato possibile realizzarla perchè nel cercare un detenuto semilibero e la sua compagna i due registi si sono scontrati con la paura che rivelare l'identità dei loro compagni avrebbe compromesso il lavoro, i rapporti con le famiglie, con i vicini di casa, con gli amici dei figli. Per questo il titolo previsto 'Stratagemmi d'amore' è stato cambiato in 'L'ora d'amore', quel tempo ristretto di un incontro in cui si ha la sensazione di non poter dire, di non poter dare, tutto quello che in noi trabocca.
SCHEDA FILM

Regia: Andrea Appetito, Christian Carmosino

Attori: Mauro Cerci, Gaia Cerci, Deborah Caivano, Fatima Osmanovic, Laura Fagiani, Carolina Carvallo Martinez, Angelo Verdoni

Soggetto: Andrea Appetito

Sceneggiatura: Andrea Appetito, Christian Carmosino

Fotografia: Piero Basso, Ferran Paredes Rubio

Montaggio: Beppe Leonetti, Fabrizio Mambro

Altri titoli:

The Love Hour

Durata: 52

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: HDV (16:9)

Produzione: ANDREA APPETITO, CHRISTIAN CARMOSINO E DIPARTIMENTO COMUNICAZIONE E SPETTACOLO-UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE

NOTE
- IN CONCORSO AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (III EDIZIONE, 2008) NELLA SEZIONE 'L'ALTRO CINEMA/EXTRA-ENEL CUORE'.
CRITICA
Dalle note di regia. "Nell'agosto del 2005 siamo stati invitati al Festival di São Paulo, in Brasile, per presentare un nostro cortometraggio. Abbiamo incontrato una regista brasiliana, e dall'incontro è nata un'amicizia e la promessa di realizzare un film insieme. Nel 2006 abbiamo cominciato le ricerche per un film sul carcere, prodotto dalla Rio Verde Produçoes. Spunto iniziale: "Pensate a due detenuti nello stesso carcere, pensate alle due celle così distanti". Nel settembre del 2006 presentavamo il progetto a Giorgio De Vincenti, direttore del Dipartimento Comunicazione e Spettacolo dell'Università Roma Tre. Il film si sarebbe chiamato "Estratagemas do amor", ma avrebbe avuto anche un capitolo "italiano". Il Dipartimento sposò il progetto, che partì subito dopo con le interviste ad alcuni detenuti politici. Qualche mese dopo, la collaborazione con la Rio Verde Produçoes si complicava. Le difficoltà legate ai pochi mezzi economici a disposizione imponevano di separare il progetto. In Italia prendevamo una nuova strada, scegliendo di concentrarci su un unico penitenziario: Rebibbia. Inoltre decidevamo di abbandonare le storie di detenute e detenuti politici (con l'intenzione di riprenderle in futuro) per concentrarci sulle storie di detenuti comuni, più ordinarie e per questo, forse, più vicine alla nostra quotidianità. Nel gennaio del 2007 cominciavano i sopralluoghi in carcere, gli incontri e le interviste con i detenuti e le detenute. Scoprivamo quanto quelle vite ristrette somigliassero alle nostre. Il carcere, così, passava definitivamente in secondo piano. In primo piano, fatalmente, c'era l'amore, o meglio il bisogno d'amore.."