LO SGUARDO DELL'ALTRO

LA MIRADA DEL OTRO

SPAGNA 1997
In una città spagnola, la trentenne Begonia coltiva l'ossessione di trovare un altro suo Io e accumula annotazioni nel proprio diario sui rapporti avuti con gli uomini. C'è Elio, un perdente affascinante e solitario che la porta in giro in moto in zone malfamate per farle vivere situazioni erotiche al limite del sopportabile. C'è Ignazio, stravagante e nostalgico, che la fa posare per ritratti un po' pornografici un po' di tono psicanalitico. C'è Santiago, già compagno di studi, oggi sposato e padre, sempre pronto a coinvolgerla in torride feste. C'è Ramon, il suo capo ufficio dai modi cinici, e infine c'è Daniel, adolescente tenero e spaesato che la corteggia con passione e insistenza e riesce a strapparle il consenso al matrimonio. Prima delle nozze, Begonia si lascia coinvolgere da Elio in uno stupro e dopo apprende di essere incinta. Sposa Daniel e dopo torna dagli stupratori, decidendo da sola stavolta come comportarsi. Daniel, sconvolto, se ne va. Elio le dice che sa di cosa lei ha bisogno: restare sola. A casa, il bambino piange. Begonia va verso la culla e lo prende in braccio.
SCHEDA FILM

Regia: Vicente Aranda

Attori: Maria Jesus Valdes, Alonso Caparros, Blanca Apilánez - Isabel, Ana Obregón - Marian, Josè Coronado - Elio, Miguel Ángel García - Daniel, Juanjo Puigcorbé - Ramon, Sancho Gracia - Ignacio, Laura Morante - Begonia, Miguel Bosé

Sceneggiatura: Álvaro del Amo, Vicente Aranda

Fotografia: Flavio Martínez Labiano

Musiche: José Nieto (II)

Montaggio: Teresa Font

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: ROMANZO OMONIMO DI FERNANDO G. DELGADO

Produzione: LOLA FILM IN ASSOCIAZIONE CON CARTEL E IN COLLABORAZIONE CON VIA DIGITAL

Distribuzione: MEDUSA (1998) - MEDUSA VIDEO

NOTE
REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1999.
CRITICA
"Ambizioso, supponente e noiosissimo melodramma erotico-psicologico dello spagnolo Vicente Aranda, che frugando (soprattutto sotto le gonne) nell'universo femminile invade lo schermo con primissimi piani di nudi e amplessi di ogni tipo, infiorandoli con patetici dialoghi gravidi di parafilosofia. La morbosa Laura Morante è molto brava, con o senza vestiti". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 11 novembre 2001)