L'Inferno

La Mostra del Cinema di Venezia riscopre Dante: con due (attuali) kolossal del 1911

Leggi la recensione

ITALIA 1911
I momenti e i personaggi più noti del poema dantesco vengono mostrati ripercorrendo lo schema usato da Dante nella Cantica della "Divina Commedia". Una didascalia con i versi più conosciuti del poema, a volte spiegati in prosa in maniera più semplice, introduce ogni scena.
SCHEDA FILM

Regia: Adolfo Padovan, Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro

Attori: Salvatore Papa - Dante Alighieri, Arturo Pirovano - Virgilio, Giuseppe de Liguoro - Farinata/Pier Delle Vigne/Conte Ugolino, Augusto Milla - Lucifero, Emilise Beretta, Attilio Motta

Soggetto: Dante Alighieri

Fotografia: Emilio Roncarolo

Musiche: Raffaele Caravaglios

Scenografia: Sandro Properzi, Francesco Bertolini

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO ALLEGORICO

Specifiche tecniche: 35 MM - MUTO

Tratto da: dalla omonima cantica della "Divina Commedia" di Dante Alighieri

Produzione: MILANO FILM

NOTE
- LUNGHEZZA: 1200 M (3 PARTI CON 54 SCENE).

- PRIMA PROIEZIONE: 22 MARZO 1911.

- NEL 1909 LA SOCIETA' 'SAFFI-COMERIO' DI MILANO - TRASFORMATA IN 'MILANO FILMS' NEL 1910 - DECISE DI PRODURRE CON TRE ANNI DI RIPRESE E UN BUDGET DI 100.000 LIRE IL PRIMO LUNGOMETRAGGIO NAZIONALE, E PER LA PRIMA VOLTA, CON UN LANCIO PUBBLICITARIO LUNGO UN ANNO AFFIDATO A GOFFREDO LOMBARDO, FUTURO FONDATORE DELLA 'TITANUS'. MA GLI SFORZI FURONO RESI VANI PERCHE' PROPRIO QUESTA LUNGA ATTESA PERMISE ALLA 'HELIOS FILM' DI VELLETRI DI PRECEDERLI NELL'USCITA IN SALA REALIZZANDO IN QUATTRO MESI, CON SOLO 8.000 LIRE, UN FILM PIU' CORTO.
CRITICA
"In generale si può dire che, dal punto di vista tecnico, l'Inferno sia un'antologia degli effetti speciali, dei trucchi più noti e sperimentati usciti da quello straordinario laboratorio che era stato lo studio di Georges Mèliès. (...) Ma qui in realtà siamo ben lontani dalle fantasie naïves, carnevalesche e plebee del 'mago di Montreuil': qui il truquage non è al servizio di uno svagato gioco fantastico, o del grottesco, dato che si avverte invece costante lo sforzo di rendere questa evocazione dell'Inferno dantesco, in qualche modo, verosimile; e il trucco dovrebbe soprattutto servire ad accrescere l'orrore. (...) Nel complesso il film può essere ancora oggi considerato il primo 'capolavoro' del cinema muto italiano, un'opera maestra che aprì davvero nuovi orizzonti ai cineasti di tutto il mondo; ma in vano di lì a qualche mese gli stessi Bertolini, Padovan e De Liguoro cercheranno di ripetere l'exploit con un'altra riduzione ambiziosa: quella dell'Odissea di Omero". (Aldo Bernardini, "Bianco & Nero", Roma n. II, aprile-giugno, 1985)