LEVY E GOLIATH

LEVY ET GOLIATH

FRANCIA 1986
Moisè ed Albert Levy sono due fratelli ebrei belgi. Il primo è un commerciante di diamanti timorato di Dio. L'altro gestisce un caffè a Parigi ed ha da tempo abbandonato le tradizioni ed i riti familiari. Moisè viene un giorno inviato a Parigi a consegnare un pacco con polvere di diamanti. Sullo stesso treno viaggia anche una donna, un corriere incaricato di portare al trafficante parigino Goliath un carico di droga. Ma sul treno sale la polizia e la donna, per evitare l'arresto, nasconde lo stupefacente nella borsa di Moisè.
SCHEDA FILM

Regia: Gérard Oury

Attori: Richard Anconina - Moise Levy, Maxime Leroux - Goliath, Jean-Claude Brialy - Bijou, Michel Boujenah - Albert Levy, Souad Amidou - Malika, Marc Adjadj, Evelyne Didi - Marlene, Didier Pain

Soggetto: Danièle Thompson, Gérard Oury

Sceneggiatura: Gérard Oury, Danièle Thompson

Fotografia: Wladimir Ivanov

Musiche: Vladimir Cosma

Montaggio: Albert Jurgenson

Scenografia: Théobald Meurisse

Costumi: Jacques Fonteray

Durata: 105

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: GAUMONT E G FILMS PARIS

Distribuzione: TITANUS (1987) - VIDEOGRAM, NUMBER ONE VIDEO

CRITICA
"Commediola frenetica e pasticciona, tra Anversa e Parigi intrighi, equivoci, imbrogli, travestimenti. Alla regia Gérard Oury, vecchio volpone della comicità (classe 1919) che qualcuno ricorderà per aver diretto alcuni Louis De Funès d'annata (tra cui 'Tre uomini in fuga') e un Belmondo minore ('L'asso degli assi'). Protagonisti Richard Anconina ('Amore e musica') e Michel Boujenah ('Tre uomini e una culla') nei panni di due fratelli, Moise e Alben Levy, dalle antiche tradizioni ebree ma di contegno opposto. (...) Parabola aggiornata al moderno di un aneddoto biblico, 'Leviath et Goliath' si lascia apprezzare talvolta per le notazioni di colore e per qualche pennellata di humour, ma non decolla mai. Quando cede il passo alle sequenze d'azione e ai toni del thriller le poche chance di divertimento sono affidate al mestiere del regista e degli attori."
(Fabio Bo, 'Il Messaggero', 3 novembre 1987)

"'Levy et Goliath', degli attori della vecchia guardia presenta soltanto Jean-Claude Brialy: gli altri due protagonisti sono Richard Anconina e Michel Boujenah e vestono i panni di due fratelli ebrei, il primo ispirato e credente, vive ad Anversa occupandosi di diamanti; l'altro, assimilato alla vita parigina, gestisce un bistrot. Fedele al suo teatrino di figurine piene di tic e ad una comicità di gag riciclate, Gérard Oury narra le disavventure di Levy che, portando polvere di diamanti a Parigi, viene coinvolto in un traffico di droga da una spacciatrice. Rabbino osservante, deluso dalla vita libera condotta dal fratello, Levy ricorre ciononostante al suo aiuto." ('la Repubblica', 5 novembre 1987)

"Oury dirige la commediola con mano stanca. Non gli giova evidentemente riprendere la trattazione ironica degli eccessi degli ebrei ortodossi, come già in 'Le folli avventure di Rabbi Jacob', né gli giova ripetersi con un intreccio assai simile a 'L'ombrello bulgaro', filmetto più fresco in cui era ancora un equivoco che spediva nel mondo della malavita uno sbadato e goffo personaggio. Anche se lo spettatore avesse la memoria corta, 'Levy e Goliath' invecchia fotogramma dopo fotogramma sulle tracce e sulle prevedibili battute delle commedie di equivoci o di satira ebraica. Diversamente il ritmo del film, sostenuto da un cast d'attori fresco e affiatato, alleggerisce le faticose e anticipabili soluzioni. Comprese quelle psicologiche che ricostruiscono una improbabile unità nel rispetto reciproco tra i due fratelli." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 11 agosto 1988)