L'età d'oro

2/5
Un omaggio-ricordo di Annabella Miscuglio: regia di Emanuela Piovano, un film nostalgico e perfettibile

Leggi la recensione

FRANCIA 2016
Dopo decenni d'incomprensioni e liti con la madre Arabella, dovuti a un modo di vedere e affrontare la vita che da bambino non poteva accettare, Sid è chiamato a tornare alle sue radici. Dalla Torino savoiarda sarà costretto a spostarsi nell'allegra e naïf comunità pugliese in cui si trova Arabella. Ma il vero viaggio all'interno della vita e dei ricordi della madre e degli amici che hanno colorato le giornate della sua infanzia, faranno capire a Sid che l'amore di una mamma può avere mille sfumature e che la stessa Arabella è stata una, dieci, cento donne differenti. Tutte generose, tutte valorose. È stata la regista, la femme fatale, l'amica, la fondatrice dell'arena cinematografica e dei suoi festival, l'anima del paesino nel quale vive da anni. Sid, però, ha conosciuto e capito la vera natura di quell'ammaliante e brillante figura troppo tardi. Eppure Arabella neppure in questo caso si comporterà in maniera banale. Anzi, sarà proprio lei a stuzzicare, rimbrottare e guidare suo figlio alla scoperta di quella figura tanto combattuta e poliedrica.
SCHEDA FILM

Regia: Emanuela Piovano

Attori: Laura Morante - Arabella, Dil Gabriele Dell'Aiera - Sid, Gigio Alberti - Jean, Eugenia Costantini - Vera, Pietro De Silva - Don Sandro, Stefano Fresi - Alberto, Giulio Scarpati - Bruno, Giselda Volodi - Rosaria, Elena Cotta - Signora Furchì, Adriano Aprà

Soggetto: Francesca Romana Massaro - libro, Silvana Silvestri - libro

Sceneggiatura: Francesca Romana Massaro, Emanuela Piovano, Gualtiero Rosella, Silvana Silvestri

Fotografia: Marc Van Put

Musiche: Franco Piersanti

Montaggio: Roberto Perpignani

Scenografia: Sergio Cosulich

Costumi: Lia Francesca Morandini

Durata: 94

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: liberamente tratto dal libro "L'età dell'oro - Il caso Vèronique" di Francesca Romana Massaro e Silvana Silvestri (Emmebi Edizioni)

Produzione: KITCHENFILM IN COPRODUZIONE CON TESTUKINE, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione: BOLERO FILM

Data uscita: 2016-04-07

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DELL'APULIA FILM COMMISSION; IN ASSOCIAZIONE CON BNL GRUPPO BNL PARIBAS; CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO E DELLA FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE.
CRITICA
"Sullo schermo si chiama Arabella ma nella vita si chiamava Annabella. Annabella Miscuglio, un nome che è quasi un destino per una vita tumultuosa che riassume tutte le utopie e le gioiose follie degli anni 70. Femminista storica, regista underground, fondatrice del glorioso Filmstudio, premiata autrice tv, protagonista della vitalissima scena off romana dell'epoca, se n'è andata nel 2003 a soli 63 anni lasciandosi dietro una scia di fermenti che hanno continuato a germogliare nel tempo. Fino a produrre 'L'età d'oro' (...), con Laura Morante nei panni di Arabella, metà donna e metà fantasma. Un fantasma pieno di vita e di ironia, nel lungo dialogo col figlio ormai adulto ma ancora in guerra con quella madre troppo libera che incornicia un lavoro a cavallo tra finzione (molta) e rievocazione (poca)." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 aprile 2016)

"Arabella è una donna, una persona, di quelle da cui è difficile (vedi impossibile) non rimanere incantati. (...) 'L'età d'oro' si ispira alla figura di Annabella Miscuglio, cineasta, femminista, tra i fondatori dello storico cineclub romano Filmstudio, che spalancò gli occhi di molte generazioni cinefile su quanto avveniva nel mondo e nell'immaginario tra underground, nuove onde, cinema politico, sperimentazione. Ma anche regista Rai (...), studiosa e teorica della donna nel cinema (...)... Tutto questo c'è nel film di Emanuela Piovano (...). Il gioco dei rimandi, pure se tutto «interno» potrebbe continuare - in un cameo appare uno stralunato Adriano Aprà anche lui anima del Filmstudio. (...) Non è (...) soltanto un film sul cinema questo, anche perché di cinefili ce ne sono moltissimi persino troppi pure oggi (...)... Quello che però illumina la regista nella sua storia è l'intreccio tra vita e cinema, i suoi personaggi non sono quei cinefili nerd che snocciolano a memoria cast e credits e quant'altro. Il cinema per loro è un'arma rivoluzionaria, l'invenzione di un modo di vivere, di una resistenza, della lotta contro pregiudizi e sopraffazioni. Di piaceri in quel momento messi sotto accusa sempre (anche dai figli...). Sognare davanti allo schermo era un modo di aprire gli occhi e farli guardare lontano, molto oltre ogni film." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 7 aprile 2016)

"L'età d'oro del titolo non fa riferimento solo al film di Buñuel, ma a un tempo nel quale fare cinema era, soprattutto, passione e militanza. Prova a raccontare il tutto Emanuela Piovano, attraverso la figura di Arabella (...). Film didascalico, con eccessive pretese autoriali che finiscono per appesantirlo. E non lo aiutano i dialoghi. Peccato. (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 7 aprile 2016)