L'estate di Giacomo

BELGIO 2011
È estate e il 19enne Giacomo, rimasto sordo da piccolo, si reca insieme all'amica 16enne Stefania in campagna per un picnic vicino a un fiume. Lungo il tragitto, i due si smarriscono nel bosco e si ritrovano soli e liberi in un posto paradisiaco. Il pomeriggio sembra durare all'infinito e Giacomo e Stefania si perdono nella sensualità che accompagna i giochi loro da bambini, finché l'avventura appena vissuta insieme non diventerà altro che un ricordo dolce e amaro di un tempo già perduto.
SCHEDA FILM

Regia: Alessandro Comodin

Attori: Giacomo Zulian - Giacomo, Stefania Comodin - Stefania, Barbara Colombo - Barbara

Sceneggiatura: Alessandro Comodin

Fotografia: Tristan Bordmann, Alessandro Comodin

Montaggio: João Nicolau, Alessandro Comodin

Suono: Julien Courroye

Durata: 78

Colore: C

Genere: DOCUFICTION DRAMMATICO

Specifiche tecniche: HD, S16 MM, S8 MM, DCP

Produzione: PAOLO BENZI, ALESSANDRO COMODIN, MARIE GÉHIN, RÉJANE MICHEL, VALÉRIANNE BOUÉ, STÉPHANE LEHEMBRE, YOV MOOR, THOMAS BERTACCHE E SABRINA BARACETTI PER FABER FILM, LES FILMS NUS, LES FILMS D'ICI, TUCKER FILM, IN COPRODUZIONE CON WALLPAPER PRODUCTIONS, CBA, TUCKER FILM

Distribuzione: TUCKER FILM (2012)

Data uscita: 2012-07-20

TRAILER
NOTE
- PARDO D'ORO CINEASTI DEL PRESENTE-PREMIO GEORGE FOUNDATION AL 64MO FESTIVAL DI LOCARNO (2011).

- PRODOTTO CON IL SOSTEGNO DI: CENTRE DU CINÉMA ET DE L'AUDIOVISUEL DE LA COMMUNAUTÉ FRANÇAISE DE BELGIQUE E DI TV-NET-TEL, PÉRIPHÉRIE - CENTRE DE CRÉATION CINÉMATOGRAPHIQUE; IL FILM È BENEFICIARIO DEL FOND D'AIDE À L'INNOVATION AUDIOVISUELLE E DEL CONTRIBUTO FINANZIARIO DEL CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L'IMAGE ANIMÉE; SVILUPPATO E REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL FONDO PER L'AUDIOVISIVO FRIULI VENEZIA GIULIA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA; SVILUPPATO NELL'AMBITO DEL PROGRAMMA EURODOC.
CRITICA
"Preceduto dal premio al Festival di Locarno (...) e da un'ottima accoglienza parigina dove è uscito in sala ai primi di luglio, arriva adesso anche in Italia 'L'estate di Giacomo', opera prima del friulano Alessandro Comodin, ultimo esempio di un cineasta italiano che gli stranieri scoprono e valorizzano prima di noi (...) documentario, in qualche modo, sembrerebbe anche questa 'Estate di Giacomo', pedinamento esistenziale tra natura e palpiti del cuore del giovane Giacomo Zulian. (...) Sarebbe in effetti sbagliato anche catalogare il film nella docu-fiction perché manca un'interazione precisa tra queste due possibilità espressive. Si respira piuttosto una voglia di «circuire» lo spettatore, di depistarlo lungo sentieri tortuosi e sfinenti come quello che Giacomo e Stefania percorrono all'inizio del film, metafora piuttosto evidente di un cinema che sta cercando se stesso e che rischierebbe di «smarrirsi» proprio per colpa di un partito preso troppo rigido e predeterminato. Quello che invece sorprende, e a volte trascina lo sguardo dentro una sorprendente magia di luci e forme, è proprio la libertà con cui Alessandro Comodin organizza la sua materia, facendosi guidare non tanto da una precisa linea narrativa (...) quanto dall'estro della sua macchina da presa. Ci sono delle immagini e delle scene che trovano la loro più profonda giustificazione solo nella bellezza dei colori, delle sfumature, dei rumori e dei suoni della Natura. Nel piacere puro e gratuito della ripresa, di fronte alla quale i protagonisti offrono una spontaneità di comportamento che sembra totale, assoluta. E che «ricaccia» il film dentro il dubbio della sua origine. Documentario? Finzione?" (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 17 luglio 2012)

"È assai (...) interessante l'italiano 'L'estate di Giacomo'. Peccato risalga a... un'altra estate, quella del 2011: il film ha vinto il Pardo d'oro per i cineasti del presente a Locarno, esattamente un anno fa, e che una pellicola pluripremiata in mezzo mondo impieghi 12 mesi per uscire nella canicola di luglio la dice lunga sulle storture della nostra distribuzione. Il regista, Alessandro Comodin, è nato in Friuli nel 1982 e sarà bene tenerlo d'occhio: in precedenza aveva firmato solo un documentario ('La febbre della caccia', 2008) selezionato per la Quinzaine di Cannes, dove di solito prendono solo gente in gamba. 'L'estate di Giacomo' è un piccolo, azzeccatissimo film di formazione. (...) Potrebbe sembrare un film esageratamente pudico, ma Comodin gioca tutto sul registro del ricordo. Più che in zona 'Giochi proibiti', siamo dalle parti della primissima Nouvelle Vague, con il suo modo poetico di raccontare l'adolescenza. Comodin gira con stile volutamente esile, ma riesce a far sembrare il Tagliamento un luogo dell'anima. Del resto il Friuli è una regione sorprendente, peccato che la triste polemica sulla 'Bella addormentata' di Bellocchio abbia azzerato la Film Commission..." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 20 luglio 2012)

"'L'estate di Giacomo' è uno degli esordi più intensi dell'anno, scoperto alla scorsa edizione del festival di Locarno, ci ha rivelato il talento di un cineasta, il trentenne Alessandro Comodin, ma soprattutto un fare cinema italiano (?) che respira, fuori da ogni confine, l'immaginario mondiale, e non solo perché Comodin, cresciuto nei luoghi dove ha girato, un angolo di Tagliamento, vive oggi tra Parigi e Bruxelles. Ora, finalmente, arriva anche nelle nostre sale, dopo l'uscita con grande successo, qualche settimana fa, in Francia. Non perdetelo perchè è un film speciale, di singolare tenerezza e di toccante semplicità, fatto di piccole cose assolute come la vita e un'estate in campagna, una corsa in bicicletta, la carezza sui capelli, lo sguardo tra un ragazzo e una ragazza prima dell'amore. E di un passaggio, il romanzo di formazione dell'adolescenza, che per Giacomo è sentimentale e sensoriale - ma c'è poi una separatezza? Giacomo infatti era sordo sin dall'infanzia, e ha da poco riacquistato l'udito grazie a un'operazione. (...) In origine il film avrebbe dovuto «documentare» il suo passaggio dalla sordità all'udito, che poi appunto è divenuto qualcos'altro, il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, e insieme quasi una «madeleine» alla prima persona nella quale il regista intreccia le personali memorie di ragazzo, sospese tra fantasie di fuga e legami profondi. (...) Comodin unisce la precisione dello sguardo a un lavoro di sensibilità sonora che rende inutile ogni «categorizzazione», documentario o finzione poco importa, la storia è semplice e bella, è cinema nella sua essenza più dolce e ruvida d'imprevisto, in cui la vita scorre, e la precisione della messinscena intreccia il romanzesco alla realtà. In una formula organica ritroviamo Jean Rouch, e la Nuovelle Vague, la magia di un Rohmer, di un Truffaut, di un Eustache: nella serie di lunghi piani-sequenza che scandiscono il racconto, la macchina da presa rimane accesa, si sospinge nell'ignoto, nell'imbarazzo, nell'intimità di una danza o del suono di una batteria. Ma sempre con amore." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 20 luglio 2012)

" (...) vincitore di numerosi premi internazionali. Prodotto dall'indipendente Faber Film che si propone di realizzare lavori capaci di fondere ricerca, invenzione e impegno, il lungometraggio realizzato con stile documentaristico segue Giacomo e la sua metamorfosi attraverso frammenti di vita quotidiana che ci raccontano di un ragazzo il quale, dopo molti anni di sordità, riacquistato l'udito attraverso un'operazione chirurgica, torna finalmente a sperimentare il mondo intorno a lui potendo contare su un senso in più. Un pomeriggio d'estate sulle rive del fiume Tagliamento diventa così la metafora di un'educazione sentimentale e alla vita fatto di immagini vere, ruvide come quelle non filtrate dalla finzione." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 20 luglio 2012)

"Giacomo ha 18 anni ed è sordo da quando era molto piccolo. I suoni sono percezioni lontane nei ricordi, contaminate dai sogni. Ma, come accade a chi è portatore di un senso 'interrotto', il ragazzo gode della compensazione iperattiva degli altri dispositivi sensoriali, che gli permette di vivere in una bolla di odori, colori e materiali. In una giornata estiva, durante un picnic al fiume, scoprirà grazie alla coetanea Stefania che può anche innamorarsi ed essere ricambiato. Pluripremiato nel mondo, e vincitore del Pardo d'Oro per i Cineasti del Presente a Locarno 2011, l'esordio del friulano Comodin, classe 1982, studi in Belgio e ora di residenza parigina, è un piccolo prodigio cinematografico dalla struttura narrativa di assoluta originalità. Il suo tentativo, riuscito, è infatti quello di estremizzare l'uso del linguaggio del corpo coadiuvato da notevoli effetti visivi e sonori a compensare la quasi totale assenza di dialoghi. Ne risulta un film 'di formazione' fuori genere e di grande impatto emozionale. Da cercare, anche nelle arene estive." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 26 luglio 2012)