L'esercito più piccolo del mondo

3.5/5
Nel backstage delle guardie svizzere: Pannone cerca con pudore gli uomini sotto la divisa ma trova qualcosa di più (la divisa cucita nel cuore degli uomini)

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SVIZZERA 2015
La Guardia Svizzera al tempo di Papa Francesco. René è uno studente di teologia dell'Argovia, che ha deciso di far parte del corpo Pontificio nato all'epoca di Giulio II. Con lui in Vaticano arrivano altre giovani reclute. Tra queste Leo, un ragazzo semplice che nella vita è un guardaboschi, felice di fare un'esperienza nella Città Eterna; e Michele, svizzero-italiano di origine lucana, il più inquadrato del gruppo, come capita spesso ai figli degli immigrati. René, invece, è un intellettuale in erba che si interroga sulla propria fede e sul proprio ruolo. Cosa significa indossare un abito del '500 ai giorni nostri? Far parte di un variopinto ma anche anacronistico corpo militare, specie in rapporto a una figura "rivoluzionaria" come quella del Papa venuto da lontano? Il giovane soldato prova a trovare una risposta per sé e per i suoi compagni d'armi.
SCHEDA FILM

Regia: Gianfranco Pannone

Sceneggiatura: Gianfranco Pannone

Fotografia: Tarek Ben Abdallah, Cesare Cuppone - operatore

Musiche: Stefano Caprioli

Montaggio: Erika Manoni

Suono: Andrea Viali

Durata: 86

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: DCP

Produzione: CTV-CENTRO TELEVISIVO VATICANO, IN COPRODUZIONE CON SOLARES FONDAZIONE DELLE ARTI, FONDAZIONE SOLARES SUISSE, PTS ART'S FACTORY

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORI ESECUTIVI: ANDREA GAMBETTA E ANTONIO ALTEA.

- FUORI CONCORSO ALLA 72. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2015).
CRITICA
dalle note di regia: "Entrare in Vaticano per realizzare un 'dietro le quinte' della Guardia Svizzera è stato un grande privilegio. La mia avventura nello Stato della Chiesa è durata all'incirca un anno ed è stata appassionante e rivelatrice del clima realmente nuovo creato da Papa Francesco. Per non farmi fagocitare da tanta grandezza, dal peso della Storia come dalla mia stessa fede cristiana, ho scelto di avere uno sguardo laico e al tempo stesso lontano dalla facile retorica della rappresentazione. Ci sono riuscito? Non lo so e non sta a me dirlo. Ma so per certo che ho voluto raccontare un pezzo importante della Chiesa Cattolica partendo volutamente dal basso, scegliendo due giovani reclute provenienti dalla Svizzera più profonda, Leo e René.
Così come con il gruppo di lavoro del Centro Televisivo Vaticano, è stato uno scambio profondamente umano quello che è avvenuto con la Guardia Svizzera Pontificia e mi auguro che questa umanità trapeli dal film arrivando ai credenti e non; perché dopotutto fare un film con sguardo documentaristico significa anche rivolgersi a tutti con la mente sgombra da muri d'ogni genere, aperta."