Les plages d'Agnès

Ventitre anni dopo il Leone d'Oro di Senza tetto né legge, la giovane ottantenne Agnès Varda torna fuori concorso con un eclettico autoritratto

Leggi la recensione

FRANCIA 2008
Immagini, incontri, estratti di film e reportage fotografici per illustrare le spiagge che tanta parte hanno avuto nella vita privata e nell'opera della regista Agnès Varda.
SCHEDA FILM

Regia: Agnès Varda

Attori: Agnès Varda - Se stessa, Mathieu Demy - Se stesso, Rosalie Varda - Se stessa

Sceneggiatura: Agnès Varda

Fotografia: Hélène Louvart

Musiche: Stéphane Vilar, Paul Cornet, Joanna Bruzdowicz

Montaggio: Baptiste Filloux, Jean-Baptiste Morin

Scenografia: Franckie Diago

Durata: 100

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: (1:1.78), DCP

Produzione: AGNÈS VARDA PER CINÉ TAMARIS, FRANCE 2 (FR2)

NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA 65. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2008).

- PRESENTATO IN 'PIAZZA GRANDE' AL 67. FESTIVAL DI LOCARNO (2014).
CRITICA
"Arriva lo show autobiografico di Agnès Varda, venerata regista francese dai capelli bicolori che non regrette rien del suo straordinario passato. In 'Les plages d'Agnès' la voce narrante è proprio quella dell'ultraottantenne signora, che rievoca non solo i film consegnati alla cineteca, ma anche la vita di bohème con i rivoluzionari Godard e Resnais, il tormentato sodalizio coniugale con lo scomparso Jacques Demy, gli omaggi agli amici del tempo felice (tra cui Laura Betti) e tutta una serie di performance realizzate senza rete tra le scelte esistenziali private e le poliedriche esperienze artistiche. Dall'esordio come fotografa di scena al contributo dato alle glorie della Nouvelle Vague, dalla militanza femminista agli impegni da produttrice indipendente e i viaggi/reportage a Cuba, in Cina o negli Stati Uniti, sempre con un atteggiamento vitale e autoironico e un'insaziabile curiosità culturale: l'autoritratto della Varda non sembra, dunque, tracciato su quella sabbia che curiosamente è designata come elemento feticcio del suo percorso proustiano". (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 4 settembre 2008)

"Incantevole il film di memorie 'Les plages d' Agnès' con cui l' 80enne regista franco belga Agnès Varda festeggia il suo cinema, la sua vita, il suo amore con Jacques Demy, 32 anni di alti e bassi fino alla sua morte (ora si sa fu Aids). Una recherche che ripercorre la storia del cinema ma non solo chiama in causa Vilar, i primi passi di Noiret e Depardieu, piccolo grande viaggio poetico e non retorico sulla Francia del XX secolo. Inizia sulle spiagge amatissime dalla regista che ama gli orizzonti infiniti, non i panorami verticali, col vento del Nord che aiuta il set. L' amarcord della Varda si nutre di affetti e passa attraverso gli amici della nouvelle vague (Resnais e Godard), viaggi in America, la disperazione della malattia di Demy". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 4 settembre 2008)

"'Le spiagge di Agnès', l'autobiografia poetica che Agnès Varda ha presentato, è tanto la vita di una grande cineasta francese quanto uno specchio del secondo Novecento. Un film da cercare". (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 4 settembre 2008)

"Tra politica e cinema, sfilano i volti di Godard, Resnais, Bachelard, Jim Morrison, Marker. E poi s'affacciano brani dei suoi film da 'Clèo dalle 5 alle 7' fino a 'Garage Demy', dedicato all'infanzia del suo compagno Jacques e finito di girare una settimana prima che lui morisse di Aids. Una foto, da far venire la pelle d'oca, li ritrae sul set: lui ormai minuscolo seduto accanto a lei che indossa le cuffie, scruta la cinepresa... con la mano nella mano. E c'è più vita, grazia, leggerezza, libertà, splendore, passione in questo film autobiografico che in tanto opere lagunari di registi di lei più giovani". (Dario Zonta, 'L'Unità', 4 settembre 2008)

"Agnès Varda, 80 anni, nel francese 'Les plages d'Agnès', tra sperimentazione, montaggio e nostalgia evoca se stessa, la propria vita famigliare e professionale, l'amore per il marito Jacques Demy, i film, l'attività di produttrice. Un auto-documentario colmo d'indulgenza, curiosità, ironia". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 4 settembre 2008)