Les créatures

Les créatures

FRANCIA 1966
Edgar, scrittore di romanzi gialli e fantascientifici, si reca a cercare ispirazione su un'isola di pescatori, insieme alla moglie Milène, la quale ha perduto la voce a causa di un incidente automobilistico. Nella fantasia dello scrittore le persone incontrate sull'isola diventano "le creature" del romanzo che sta scrivendo. In particolare la sua immaginazione trasforma l'anziano proprietario di un castello a picco sul mare in un diabolico scienziato capace di influire telepaticamente sul comportamento degli altri personaggi. Ossessionato dal potere malefico dello scienziato, immagina di ucciderlo, liberando così "le creature" dai nefasti influssi cui erano sottoposte. Più tardi Edgar apprende che l'uomo è veramente deceduto precipitando dall'alto del castello. Ma lo scrittore è sottratto alle sue fantasticherie da un altro avvenimento sensazionale: sua moglie Milène ha dato alla luce un bambino, ritrovando al tempo stesso la voce.
SCHEDA FILM

Regia: Agnès Varda

Attori: Catherine Deneuve - Mylène, Michel Piccoli - Edgar, Eva Dahlbeck - Michele Quellec, Marie France Mignal - Viviane Quellec, Britta Pettersson - Lucie De Montyon, Ursula Kubler - La Vellini, Jeanne Allard - Henriette, Joelle Gozzi - Suzon, Bernard La Jarrige - Dottor Destau, Lucien Bodard - M. Ducasse, Nino Castelnuovo - Jean Modet, l'elettricista, Jacques Charrier - René, Pierre Danny - Max Picot, Louis Falavigna - Pierre Roland, Roger Dax

Soggetto: Jean Diderot, Claude Pignot

Sceneggiatura: Claude Pignot, Agnès Varda, Jean Diderot

Fotografia: William Lubtchansky, Willy Kurant, Jean Orjollet

Musiche: Pierre Barbaud, Henry Purcell

Montaggio: Janine Verneau

Scenografia: Jean Didenot

Altri titoli:

Le creature

Durata: 90

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: FRANSCOPE

Produzione: MAG BODARD PER PARC FILM, MADELEINE FILM (PARIS), SANDREWS (STOCKHOLM)

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"Raccontato con un linguaggio antitradizionale, il film è costantemente tenuto su un piano di voluta ambiguità narrativa. Nonostante la macchinosità dell'intreccio, l'opera non manca di una sua carica di delicata poesia." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 66, 1969)