L'eredità

Arven

DANIMARCA 2003
Dopo la morte del padre, Christoffer cede alle richieste della madre e si mette alla guida delle acciaierie Borch Moller, proprietà della sua famiglia, a Copenaghen. In realtà lui non se ne è mai interessato e fino a quel momento ha vissuto a Stoccolma con la moglie Marie, attrice svedese, gestendo un ristorante. Una volta a capo dell'azienda, Christoffer è costretto a prendere decisioni drastiche che lo metteranno a confronto non solo con la sua coscienza, ma anche con la sua famiglia...
SCHEDA FILM

Regia: Per Fly

Attori: Ulrich Thomsen - Christoffer, Lisa Werlinder - Maria, Ghita Nørby - Annelise, Karina Skands - Benedicte, Lars Brygmann - Ulrich, Peter Steen - Niels, Diana Axelsen - Annika, Jesper Christensen - Holger Andersen, Ulf Pilgaard - Aksel, Dick Kayso - Jens Monsted, Sarah Juel Werner - Marie-Louise, Linda Myrberg - Giovane attrice, Lucy Andoraison Hansen - Mira, Eric Viala - Frederic Rousseau, Valerie Quent - Moglie di Frederic Rousseaus, Annette Buch Petersen - Petite, Peter Persson, Gregor Michaj, Thorbjorn Lindstrom - Jonas, Bruno Suneson - Aksel, a 3 anni, Gille Charriere - Patrice, Carsten Bjørnlund - Henrik, Magnus Roosmann - Alfred, Pascal Steffan - Philippe Salliot, Anne-Claire Thiessen, Oliver Sobol - Aksel, a 3 mesi, Isabelle Van Moylders - Moglie di Patrice, Françoise Brustis - Moglie di Philippe Salliot, Oliver Joerk - Aksel, neonato, Pia Jondal - Segretaria di Christoffer, Lucas Kornmod Lorentzen - Aksel,a 12 anni, Johannes Kuhnke - Stan, il cuoco, Thomas Rode Andersen - Adam, cuoco al Wesselminde

Soggetto: Dorte Høeg, Mogens Rukov, Kim Leona, Per Fly

Sceneggiatura: Per Fly, Kim Leona, Dorthe Warnø Høgh, Morgens Rukov

Fotografia: Harald Gunnar Paalgard

Musiche: Halfdan E

Montaggio: Morten Giese

Scenografia: Søren Gam

Costumi: Lotte Trolle, Stine Gudmundsen-Holmgreen, Margrethe Rasmussen

Effetti: Dansk Speciel Effekt Service, Peter Hjorth

Altri titoli:

Inheritance

The Inheritance

Arvet

Durata: 115

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, VIDEO - DIGITAL BETACAM

Produzione: ZENTROPA ENTERTAINMENTS

Distribuzione: TEODORA FILM (2004)

Data uscita: 2004-03-26

CRITICA
"Prodotto dalla Zentropa di Lars Von Trier ma girato in uno stile severo, controllato, arciclassico, lontanissimo dall'estetica Dogma, 'L'eredità' del danese Per Fly aggiorna temi della grande letteratura europea fra le due guerre ai tempi dell'euro e delle grandi fusioni . (...) Anche se Fly, ribaltata la prospettiva abituale dei film sul lavoro (padroni anziché operai; tragedia anziché humour), non scava crudelmente fino in fondo ai suoi personaggi, mantenendosi nei binari di un realismo solido e motivato, ma un poco avaro di sorprese. Gran successo in patria comunque: pioggia di premi e 380.000 spettatori. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 marzo 2004)

"Il regista Per Fly e il suo protagonista Ulrich Thomsen disegnano con delicata sensibilità, con ricchezza di sfumature molto scandinave se così si può dire - molto è il 'non detto' - il precipitare di questo giovane uomo nella perdita di sé e ciò che più gli è caro per rispetto di un senso di responsabilità e del dovere che lo pone di fronte a un bivio inevitabile. (...) Privilegiando questo aspetto il film lascia in ombra invece, libero di farlo ma anche noi di notarlo, la dimensione sociale, la crisi industriale, il dramma collettivo." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 27 marzo 2004)

"Scritto e diretto dal 44enne Per Fly, questo dramma rivela il rigore e la crudeltà dei migliori ascendenti nordici a cominciare da Bergman. (...) Tornando al paragone con il caso Svevo, nella tremenda Annalise di Ghita Nørby sembra di veder rivivere la matriarca Olga Veneziani che dominò il genero per tutta la vita. Ma anche gli altri interpreti, da Ulrich Thomsen a Lisa Werlinder, imprimono il loro segno. Il kammerspiel è efficacemente contrappuntato dalle scene di fabbrica: le assemblee degli operai inquieti per il loro destino, la lavorazione dell'acciaio, la visita dei potenziali soci francesi. Tutto palpitante e verosimile." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 27 marzo 2004)

"È raro che venga eletto protagonista d'una storia drammmatica non un operaio disoccupato o una lavoratrice licenziata o un ragazzo senza posto, ma un giovane potente industriale: accade ne 'L'eredità' di Per Fly, film molto bello che, oltre al destino infelice di un ricco, analizza le forme del capitalismo famigliare europeo, i metodi della gestione industriale contemporanea. Opera originale, molto interessante. (...) Come in 'Festen' di Thomas Vintenberg, alla famiglia viene attribuita una funzione corruttrice e mortifera. Nello stile pacato e forte del film molto ben recitato, momenti particolarnmente belli sono il fronteggiarsi di famiglia padrona e assemblea operaia, le bianche lettere di licenziamento palpitanti tra le dita dei lavoratori disperati. E le vane invocazioni d'aiuto rivolte dal protagonista alla madre: 'Mamma, non ce la faccio', 'Su, non facciamo gli emotivi'." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 28 marzo 2004)