Le amorose notti di Alì Babà

ITALIA 1973
Ali Babà figlio del Cadì, il giudice supremo del Califfato, è un donnaiolo impenitente. Tra le sue vittime volontarie c'è Astrid, la mogliettina svedese del giardiniere. Per convertire lo scapestrato il Cadì, che odia le donne a causa delle sue delusioni matrimoniali, convoca il professor Freuch. Alì prova a ostacolarlo dall'inizio procurandogli ogni sorta di disavventure, ma viene obbligato dal padre a presenziare la sua amministrazione della giustizia che si risolve regolarmente con la condanna delle donne. In seguito ad una sommossa delle donne, capeggiate da Astrid, interviene il Califfo, grazie alla cui saggezza e a cui filtri magici, si convertono alle donne il Cadì e anche - ma solo per pochi giorni - Isba l'omosessuale nipote di Zada direttrice dell'harem. Invece Alì Babà finge di detestarle ma continua la sua vita dissoluta. Alla fine Isba, svanito l'effetto magico, insegue il terrorizzato Freuch e Alì Babà fugge con Zada che ha scelto per moglie, naturalmente pensando gfià al futuro harem...
SCHEDA FILM

Regia: Luigi De Marchi

Attori: Alan Barker - Alì Babà, Krista Nell - Astrid, Pierre Mirat - Professor Freuch, Ivana Novak, Colette Castel, Barbara Betti, Alessandro Perrella, Barbara Mazzano, Bruna Capponi, Romano Gironcoli

Soggetto: Luigi De Marchi

Sceneggiatura: Renzo Genta, Luigi De Marchi

Fotografia: Oberdan Troiani

Musiche: Coriolano Gori

Montaggio: Manlio Camastro

Scenografia: Mimmo Scavia

Arredamento: Mimmo Scavia

Durata: 89

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: CINESCOPE EASTMANCOLOR

Produzione: L.M PRODUZIONE FILM (ROMA), CLAUDE CAPRA (PARIGI)

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"La tenue fiaba, nelle mani di un regista che ne ha voluto approfittare, o meglio abusare, è solo un canovaccio per una tessitura fatta di sconcezze, nudità integrali, accoppiamenti, orge e linguaggio triviale. Sfuggito completamente alla direzione del regista, di tutt'altro preoccupato, il film, ambientato in esterni e interni assolutamente improbabili, è avvilito vieppiù da una recitazione mediocre". (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 75, 1973).