L'assassino è ancora tra noi

ITALIA 1985
Un misterioso, inafferrabile criminale sevizia e uccide le coppiette che imprudentemente si appartano in macchine posteggiate nei boschi della periferia cittadina. Cristiana, una giovane appassionata di criminologia, sta preparando una tesi in proposito, sotto la guida di un docente universitario. In occasione di un nuovo delitto, con le stesse caratteristiche di brutalità e di dettagli dei precedenti, Cristiana conosce Alex, un dottore che all'Istituto di medicina legale si occupa di autopsie e ne diviene amica. Interessata com'è all'angoscioso interrogativo, la donna pensa di svolgere indagini per conto proprio (in ciò dissuasa non solo dalla Polizia, ma dallo stesso Alex) e per questo entra in contatto con gente ed ambienti ambigui ed insoliti (un professore di psichiatria e ginecologia, già noto alla Questura, un club di guardoni) finendo essa stessa nel mirino (un investimento andato a vuoto, da parte di una ambulanza lanciata in corsa, un tentativo di effrazione della porta di casa, mentre lei vi si è asserragliata folle di paura, anche per le continue telefonate anonime che la minacciano). Ormai Cristiana nutre dei sospetti perfino nei confronti di Alex, (tra l'altro, mancino come l'assassino e come questi assai abile con il bisturi), mentre le uccisioni si susseguono. Antonella, un'amica di Cristiana, alla vigilia delle nozze viene barbaramente seviziata e pugnalata insieme al fidanzato sotto una tenda da campeggio. Cristiana partecipa allora ad una seduta spiritica, promossa dalla sua compagna di corso Chiara, durante la quale viene evocata la morta. Poiché Alex si è espressamente rifiutato di assistere al rituale (tutti sperano nelle rivelazione del nome o quanto meno, di dati probanti circa la identità del delinquente), avendo preferito di andare a godersi un film giallo, i dubbi di Cristiana si fanno ancora più marcati. Lasciata la sala con il "medium", essa si reca al cinema e vi trova Alex, tutto solo ed intento allo spettacolo. Cristiana si siede felice accanto all'uomo che ama: lui, per lo meno lui, non può essere accusato di nulla. Ma il criminale è ancora libero e circola indisturbato e minaccioso.
SCHEDA FILM

Regia: Camillo Teti

Attori: Mariangela D'Abbraccio - Cristiana, Giovanni Visentin - Alex, Francesco Capitano, Silvia D'Agostino, Luigi Mezzanotte, Giuseppe Pelli, Anna Pera, Riccardo Perrotti, Oreste Rotundo, Roberto Sanna, Fabio Carfora, Franco Arducci, Mario Bertini, Yvonne D'Abbraccio

Soggetto: Giuliano Carnimeo, Camillo Teti

Sceneggiatura: Ernesto Castaldi, Camillo Teti

Fotografia: Giuseppe Berardini

Musiche: Detto Mariano

Montaggio: Camillo Tdeti

Altri titoli:

The Killer Is Still Among Us

The Murderer Is Still with Us

Durata: 82

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: PANORAMICA

Produzione: ORCHIDEA FILMS

Distribuzione: INDIPENDENTI REGIONALI (1986)

NOTE
REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1996.
CRITICA
"Nato dalla scissione dell'équipe produttiva del 'Mostro di Firenze' di Ferrario, questo 'L'assassino è ancora tra noi', che grottescamente avverte 'ogni riferimento a fatti reali è puramente casuale' (a beneficio giudiziario, evidentemente, dei parenti delle vittime), è il prodotto di un dilettantismo che non ha nemmeno la sinistra dignità di cinico prodotto commerciale su un fatto di cronaca. Teti, regista improvvisato, maneggia con visibile sconcerto cinepresa e copione, mentre i suoi attori non superano il piatto realismo del fotoromanzo." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 22 Aprile 1986)

"L'assassino è veramente ancora tra noi. Sì perché si tratta del tristemente famoso mostro di Firenze, il maniaco sessuale su cui, dopo tante coppiette clandestine straziate nottetempo per viottoli dl campagna. La polizia non è giunta a metter le mani. Ma assai velleitaria è la didascalia in calce al film, che vorrebbe giustificare il film stesso come un contributo vuoi a mettere in guardia nuove potenziali vittime, vuoi a fornire agli inquirenti qualche ipotesi d'indagine in più. Ciò che maggiormente colpisce nel prodotto firmato da Camillo Teti è in realtà la sua fatuità approssimativa e inopportuna. L'argomento abbordato attraverso il personaggio-pretesto di una studentessa che proprio sul mostro ha deciso di svolgere la tesi di laurea, troppo presto si adagia in risvolti da thriller psicologico. L'ombra di Hitchcock, a lungo presentita, si manifesta puntualmente alla fine, attraverso l'esplicita citazione di 'La congiura degli innocenti'. Ed è una citazione alquanto pretenziosa, oltre che avventata. Non l'autorizzano né la tecnica di suspense, tutta esteriore, né il saltuario contrappunto di horror, decisamente rozzo." ('Il Messaggero', 11 Agosto 1986)