Nella Svezia del 1982 si avverte ancora la presenza del vicino gigante sovietico. A Blackeberg, un quartiere degradato della periferia di Stoccolma, tra perdenti con problemi di alcol, solitudine, disoccupazione, vive Oskar, un dodicenne vessato e picchiato dai giovani bulletti della sua scuola. A dargli la forza per contrastare le cattiverie e i soprusi sarà l'amore per una sua nuova vicina di casa, Eli, una bambina misteriosa che emana uno strano odore, esce solo di notte, è molto pallida ed entra nelle stanze solo se invitata. Eli ha anche un'altra strana abitudine: non mangia del normale cibo ma si alimenta succhiando il sangue degli altri esseri umani. Ben presto tra Oskar ed Eli nascerà un sentimento ben più forte dell'amicizia, ma il ragazzo riuscirà ad accettare le 'mortali' abitudini del suo amore?
SCHEDA FILM
Regia: Tomas Alfredson
Attori: Kåre Hedebrant - Oskar, Lina Leandersson - Eli, Per Ragnar - Håkan, Henrik Dahl - Erik, Karin Bergquist - Yvonne, Peter Carlberg - Lacke, Ika Nord - Virginia, Mikael Rahm - Jocke, Karl-Robert Lindgren - Gösta, Anders Peedu - Morgan, Paul Olofsson - Larry, Cayetano Ruiz - Avila, Johan Sömnes - Andreas, Patrik Rydmark - Conny, Mikael Erhardsson - Martin, Rasmus Luthander - Jimmy
Soggetto: John Ajvide Lindqvist - soggetto
Sceneggiatura: John Ajvide Lindqvist
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Musiche: Johan Söderqvist
Montaggio: Tomas Alfredson, Dino Jonsäter
Scenografia: Eva Norén
Costumi: Maria Strid
Effetti: The Chimneypot, Panorama Film & Teatereffekter, Fido Film Ab
Altri titoli:
Let the Right One In
Morse
So Finster die Nacht
Durata: 114
Colore: C
Genere: HORROR
Specifiche tecniche: SUPER 35, 35 MM (1:2.35)
Tratto da: romanzo omonimo di John Ajvide Lindqvist (ed. Marsilio)
Produzione: EFTI, THE CHIMNEY POT, FIDO FILM AB, FILMPOOL NORD, LJUDLIGAN, SANDREW METRONOME DISTRIBUTION SVERIGE AB, SVERIGES TELEVISION (SVT), WAG
Distribuzione: BOLERO FILM (2009) - DVD: CECCHI GORI HOME VIDEO/PERSEO VIDEO (2009)
Data uscita: 2009-01-09
NOTE
- FUORI CONCORSO AL 26. TORINO FILM FESTIVAL (2008).
CRITICA
"Dimenticate 'Twilight' e qualsiasi altro film di vampiri abbiate mai visto. 'Lasciami entrare' non somiglia a nulla se non forse a 'll buio si avvicina' di Kathryn Bigeiow (1987), del quale condivide il taglio per così dire realistico e il gusto per il lato più sordido e quotidiano dell'horror, con i personaggi costretti dalla loro natura a complicate e sgradevoli manovre per sopravvivere. (...) Portando sullo schermo il romanzo omonimo e in certo modo autobiografico di John Ajvide Lindqvist (Marsilio), il talentuoso Tomas Alfredson ha tagliato le informazioni e infittito il mistero. (...) In compenso lo schermo si illumina di sentimenti adolescenziali raramente rappresentati con tanta forza e finezza, sfuggendo tanto l'ipocrisia quanto la dittatura del dover-vedere e dover-sapere tutto. Un autentico gioiello, che usa il genere trasfigurandolo in qualcosa di ben diverso (fino a permettersi un'imprevedibile quanto toccante svolta finale). E dal quale si esce turbati come capita di rado." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 gennaio 2009)
"La prima semplificazione da evitare è quella di considerarlo un teen movie; la seconda, di paragonarlo a 'Twilight', per via dell'amore adolescenziale tra un umano e un vampiro. Già cult, e meritatamente, dopo la tournée per festival internazionali, 'Lasciami entrare' non emana fascino solo pen il soggetto (tratto dal romanzo di John Ajvide Lindqvist) ma anche e di più per il modo in cui questo è messo in scena. (...) Un film percorso da una struggente malinconia con strappi improvvisi di violenza ma che, come nel cinema di Haneke, lo spettatore intuisce più che vedere. Così l'orrore è maggiore: come sapeva bene Hitchcock, cosa può spaventarci di più della nostra immaginazione?" (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 9 gennaio 2009)
"Una favola gotica di rabbrividente suggestione. (...) Al riparo da qualunque stereotipo, il film è una storia sulle atrocità che talvolta accompagnano l'infanzia. Una storia che ruota intorno al potere, non sempre positivo, dell'amicizia. Il più bel film di vampiri dai tempi di 'Nosferatu' di Herzog." (Tommaso Pincio, 'la Repubblica', 9 gennaio 2009)