Lars e una ragazza tutta sua

Lars and the Real Girl

USA 2007
Lars Lindstrom, un uomo molto timido e introverso, decide un giorno di presentare a suo fratello Gus e alla moglie di lui, Karen, un'amica che ha conosciuto attraverso internet: Bianca. Con grande sgomento, Gus e Karen scoprono che Bianca non è una donna in carne ed ossa ma una bambola di dimensioni umane con cui Lars si relaziona come se fosse vera. Sconvolti, i due decidono di rivolgersi al medico di famiglia, la dottoressa Dagmar che, pur non conoscendone le cause, spiega loro che Lars è vittima di un profondo blocco emozionale. Consiglia quindi a Gus e Karen di assecondarlo e di accompagnarlo nel suo viaggio attraverso la scoperta di nuove emozioni.
SCHEDA FILM

Regia: Craig Gillespie

Attori: Ryan Gosling - Lars Lindstrom, Emily Mortimer - Karin, Paul Schneider - Gus, Patricia Clarkson - Dott.ssa Dagmar, Kelli Garner - Margo, R.D. Reid - Reverendo Bock, Nancy Beatty - Sig.ra Gruner, Doug Lennox - Sig. Hofstedtler, Joe Bostick - Sig. Shaw, Liz Gordon - Sig.ra Schindler, Nicky Guadagni - Sig.ra Petersen, Karen Robinson - Cindy, Maxwell McCabe-Lokos - Kurt, Billy Parrott - Erik, Sally Cahill - Deb, Angela Vint - Sandy

Soggetto: Nancy Oliver

Sceneggiatura: Nancy Oliver

Fotografia: Adam Kimmel

Musiche: David Torn

Montaggio: Tatiana S. Riegel

Scenografia: Arvinder Grewal

Arredamento: Steve Shewchuk

Costumi: Kirston Leigh Mann, Gerri Gillan

Effetti: Jeremy Nicolaides, Chris Brown

Durata: 106

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: SIDNEY KIMMEL ENTERTAINMENT

Distribuzione: DNC ENTERTAINMENT (2008)

Data uscita: 2008-01-04

NOTE
- CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2008 PER IL MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA DI FILM CAMMEDIA/MUSICALE.

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2008 PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE.
CRITICA
"L'idea non è nuova. E' attorno alla crescente paura fisica dell'altro sesso, che si combatte deviando le pulsioni d'amore verso più controllabili e dominabili congegni animati (galline, pecore, cavalli...) o animabili. Ed ecco l'amour fou per le bambole gonfiabili d'altezza naturale ('Life size'), per i manichini viventi ('I racconti' di Hoffman, 'I Cannibali'...), per i robot ('Io e Caterina') per, la femme fatale o «l'uomo giusto» digitale, che ormai fa parte di un panorama libertario tollerato e aperto alle più svariate possibilità. Non che qui si vada a fondo della cosa, però. Ma almeno la centralità della famiglia (mentre il mondo si complica con guerre devastanti) che genera ancor più mostri repressivi, qui si combatte con la deriva fantastica, la psicoleccornia bizzarra, la gigantografia feticista. Anche se l'ombra peccaminosa della psicopatologia sessuale resta e va guarita, mentre 'Vereda tropical' di de Andrade ci spiegò le delizie dell'amore vero con l'anguria senza moderati ripensamenti." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 4 gennaio 2008)

"Nulla è messo in discussione, anzi si sottolinea il conformismo culturale ed espressivo di base, per una commedia dal fare e dal dire banalizzante che ad ogni piega poteva trasmutare in un più ben remunerativo thriller alla 'The Village', in delirio orrorifico alla De Palma o anche solo in un rispettoso ossequio della devianza alla Harvey." (Davide Turrini, 'Liberazione', 4 gennaio 2008)

"Il lieto fine rovina la coerenza della storia, ma Gillespie avrebbe dovuto restare nell'analoga - salvo per la neve - Australia per permettersene un altro." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 4 gennaio 2008)

"Incredibile ma vero: dopo anni di commedie nere, di storie acide, di 'cattivismo' dilagante, ecco un film tutto buoni sentimenti che è anche un buon film. Quasi a ricordarci che sarcasmo, disperazione e cinismo non sono i soli approcci possibili al nostro mondo. Proprio così: benché scritto da una delle penne della serie tv 'Six Feet Under', Nancy Oliver, 'Lars e una ragazza tutta sua' è semplice, diretto, efficace, tenacemente e felicemente ottimista. Ma senza sbavature perché a ben vedere racconta con tenerezza la storia dura se non disperata di un uomo così chiuso in se stesso che per uscire dal proprio guscio deve 'convivere' qualche tempo con una bambola di gomma." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 gennaio 2008)

"Il meccanismo della provocazione, tipico di altri film sull'argomento, finisce per essere ribaltato: quello che dovrebbe essere impensabile (scambiare una bambola gonfiabile per una persona in carne e ossa. E cuore.) diventa normale, accettato da tutta la comunità e lo spettatore si trova a giudicare non il colpo di testa di un visionario o, al meglio, di un sognatore, ma piuttosto il livello di ingenuità e di creduloneria di una comunità. Ma anche di coinvolgimento emotivo, di accettazione delle diversità, di disponibilità e di apertura per l'altro di tutta una cultura e una educazione. E' questa l'idea vincente del film, che la sceneggiatura di Nancy Oliver riesce a reggere per tutti i 106 minuti del film e che il regista Craig Gillespie (riconosciuto come direttore pubblicitario, praticamente sconosciuto come regista di film) anima con una messa in scena delicata e vicina ai toni della favola, ovattata come la città sotto la neve su cui si apre la storia e 'naturale' come la recitazione che ha chiesto ai suoi interpreti. Dove naturalmente spicca il protagonista Ryan Gosling, perfetto nel rendere un personaggio che sembra sempre sul punto di soccombere di fronte alla realtà e che invece trova sempre la forza di perseverare in questa sua specie di scommessa, tra l'assurdo e il provocatorio." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 4 gennaio 2008)

"Il regista Craig Gillespie, che si è anche scritta questa piccola cronaca, ha privilegiato i toni quieti, dando fin dalle prime scene spazi ampi a quel carattere del protagonista descritto un po' fuori dal mondo (e anche dalla realtà) in modo da poter spiegare, psicologicamente e narrativamente, quel suo curioso atteggiamento che, pur mettendolo decisamente fuori dalla norma, ve lo fa soggettivamente rientrare per quella tranquilla buona fede in cui finiscono per aver motivazione, le situazioni più lontane dalla logica. Presto difatti accettate senza stupori da quanti lo circondano, familiari, conoscenti, medici. Forse in qualche passaggio sul candore prende il sopravvento un sospetto di ingenuità e, pur accettando tutto attraverso gli occhi quasi infantili del protagonista, dei momenti lasciano interdetti, specie di fronte all'adesione di una intera comunità a quel caso più che singolare, ma i climi attorno, sempre con nitidi sapori quotidiani, finiscono per far accettare tutto, costruiti come sono, con sincerità, su quel personaggio considerato sempre con affetto sincero, senza sfiorarlo mai con l'ironia. Vi dà volto un attore dai modi riservati e assorti, il canadese Ryan Gosling, che riesce, con accenti giusti, a non far mai sentire l'abnorme nei suoi atteggiamenti. Giustificandoli." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo' 4 gennaio 2008)

"Il paradosso allude alla povertà di tante storie d'amore reali, alla brutalità sbrigativa con la quale vengono dichiarate concluse e alla miseria casuale da cui hanno inizio, alle donne-oggetto e agli uomini privi di sentimenti, al dolore della solitudine: eppure il film brillante, visto al Torino Film Festival, è ironico e divertente, ben fatto e ben recitato, a volte persino commovente." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 4 gennaio 2008)