L'amante italiana

Les Sultans

FRANCIA 1966
Lisa, una giovane donna italiana che vive a Parigi curando dei reportages fotografici, attardata una sera dal traffico caotico, non trova in casa ad attenderla Laurent, il suo amante, e invano lo aspetta nelle ore successive. Mentre per ingannare il tempo conversa con Mireille, la graziosa vicina, a sua volta in attesa del fidanzato Michou, riceve una telefonata con la quale una amica le comunica che Laurent si sta intrattenendo con una giovanissima ragazza in un night. Disperata, Lisa tenta di suicidarsi, ma viene salvata da Michou e Mireille. Il giorno dopo Lisa finalmente può incontrare Laurent che le dà ampio ragguaglio sulla serata passata con la figlia Kim, allo scopo di fare ingelosire il suo innamorato, il maturo Leo. Ma alla sera, quando Lisa pretende che l'amante passi tutto il tempo con lei, Laurent che dopo aver conosciuto Leo si sente inquieto per il futuro della figlia, rifiuta e si allontana. Lisa e Mireille, ancora una volta sole, arrivano a comprendere che gli uomini possono avere anche altre ragioni di vita oltre all'amore.
SCHEDA FILM

Regia: Jean Delannoy

Attori: Gina Lollobrigida - Liza Bortoli, Daniel Gélin - Leo, Louis Jourdan - Laurent Messager, Philippe Noiret - Michou, Renée Faure - M.me Messager, Corinne Marchand - Mireille, Rosy Varte - Delphine, Claude Gensac - Il modello, Muriel Baptiste - Kim, Pascale de Boysson - Marcelle, Lucia Modugno

Soggetto: Christine De Rivoyre - romanzo

Sceneggiatura: Jean-Loup Dabadie, Jean Delannoy

Fotografia: Tonino Delli Colli

Musiche: Robert Schumann, Georges Garvarentz

Montaggio: Henry Taverna

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR

Tratto da: romanzo omonimo di Christine de Rivoyre

Produzione: CINEUROP (PARIGI), MANCORI (ROMA), BERCOL FILMS, CHRETIEN

Distribuzione: REGIONALE - CD VIDEOSUONO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE/DICEMBRE 2001
- DIALOGHI: C. DE RIVOYRE.
CRITICA
"Basato su un soggetto decadente e di un realismo da melodramma, il film risulta assurdo nei personaggi e nella vicenda, vanamente ridondante di estetismi di vecchia maniera; neppure alcune buone interpretazioni riescono a rinvigorirlo." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 62, 1967)