LA VENDETTA DEI BARBARI

ITALIA 1960
Nel 408 d. C. Ravenna, dove regna l'Imperatore Onorio, è minacciata dall'invasione dei Visigoti di Alarico. Per l'impossibilità di una organica e preordinata difesa, Galla Placidia, sorella dell'Imperatore, donna corrotta e spregiudicata, mette in atto con successo uno stratagemma per distruggere di sorpresa l'esercito invasore. Ma qualche tempo dopo, i Visigoti ripetono il loro attacco. E' ancora Galla Placidia che, per salvare Ravenna, attira i barbari a Roma, recandosi nella città con una piccola scorta di soldati. La città è dunque attaccata e saccheggiata, e Galla cade prigioniera di Ataulfo. L'Imperatore, appresa la notizia, manda il console Olimpo a liberare la sorella e questi, dopo aver vinto in duello Ataulfo, ottiene il permesso di portare con sé, libera, una delle donne fatte prigioniere. Il console però sceglie Sabina, una ancella che egli aveva sposato per ragioni di corte e di cui s'era poi sinceramente innamorato. Galla Placidia, nonostante un precedente legame sentimentale con il console Olimpio, acconsente a sposare Ataulfo e lo segue in Gallia dove i Visigoti si stabiliranno pacificamente.
SCHEDA FILM

Regia: Giuseppe Vari

Attori: Juan Vallejo, Giovanni Vari, Tom Felleghy, Sergio Calò, Daniela Rocca - Galla Placidia, Anthony Steel - Olimpio, José Greci, Mario Scaccia - Onorio, Evi Marandi - Ameria, Arturo Dominici - Antemio, Cesare Fantoni - Alarico, Robert Alda - Ataulfo, Dario Dolci, Antonio Gradoli, Amedeo Trilli, Giulio Maculani, Paolo Reale, Andrea Petricca, Joe Camel, Anita Todesco, Gilberto Mazzi

Soggetto: Enrico Formai

Sceneggiatura: Gastone Ramazzotti

Fotografia: Sergio Pesce

Musiche: Roberto Nicolosi

Scenografia: Ivo Bettelli

Durata: 106

Colore: C

Genere: STORICO

Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR DIALYSCOPE

Produzione: ENRICO FORMAI PER ORIENTAL FILM

Distribuzione: REGIONALE - FONIT CETRA VIDEO

NOTE
MUSICHE DIRETTE DA: PIER LUIGI URBINI.
CRITICA
"[...] Intruglio pseudo storico [...] privo di qualsiasi pregio e persino dell'elemento spettacolare [...]". (G. Ciaccio, "Rivista del Cinematografo", giugno 1961).