La Raison du plus faible

BELGIO 2005
A Liegi, in Belgio, oggi, si incrociano le storie di cinque persone: tre uomini, una donna e un bambino. Non si conoscono ma sono destinati ad incontrarsi. È una storia in cui c'è il caldo dell'estate e un bar dove gli uomini si danno appuntamento per giocare a carte. Sono persone disperate, distrutte dal troppo lavoro, dalla povertà e dall'esclusione determinata dall'handicap. Persone che devono fare i conti con le bugie che sono state raccontate loro e con il duro presente. Uomini che devono confrontarsi e sviscerare le loro sofferenze prima che sia troppo tardi. Uomini che però, ancora, non hanno smesso di sperare che qualcosa possa accadere nelle loro vite.
SCHEDA FILM

Regia: Lucas Belvaux

Attori: Éric Caravaca - Patrick, Natacha Régnier - Carole, Lucas Belvaux - Marc, Patrick Descamps - Jean-Pierre, Claude Semal - Robert, Gilbert Melki - Robivecchi, Elie Belvaux - Steeve

Soggetto: Lucas Belvaux

Sceneggiatura: Lucas Belvaux

Fotografia: Pierre Millon

Montaggio: Ludo Troch

Scenografia: Frédérique Belvaux

Costumi: Nathalie Raoul

Durata: 116

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35MM

Produzione: AGAT FILMS & CIE, ENTRE CHIEN ET LOUP, FRANCE 3 CINEMA, CANAL+, CINE CINEMAS, CNC, WALLIMAGE, RTFB, EURIMAGES

NOTE
- IN CONCORSO AL 59MO FESTIVAL DI CANNES (2006).

- PRESENTATO IN 'PIAZZA GRANDE' A LOCARNO 2006.
CRITICA
"Dai fasti di Versailles allo squallore della periferia di Liegi. Dalla vita di corte alle vite bruciate di un gruppo di proletari, un disoccupato, un pensionato, un handicappato, un rapinatore in libertà vigilata, che improvvisano una improbabilissima banda criminale per fare un colpo e cambiar vita. In America ne avrebbero fatto un thriller. In Italia una commedia stile 'Soliti ignoti'. Il francese Lucas Belvaux ne fa un film curioso e molto interessante, 'La raison du plus faible'. Un po' elegia per un mondo scomparso. Un po' commedia proletaria (produce Guédiguian, e si sente). Un po' tragedia contemporanea, una tragedia annunciata fin dalle prime immagini, con quegli operai tristissimi al di là delle sbarre che vedono smantellare pezzo per pezzo l'acciaieria in cui sono vissuti e talvolta morti i loro padri. Aspettando di vedere cosa ha fatto su un tema analogo Gianni Amelio, il film di Belvaux si impone per il tono aspro e appassionato, purtroppo non esente da qualche svolazzo retorico." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 maggio 2006)

"Un noir alla Thompson o alla Leonard, ma ahimé di nazionalità belga, diretto e interpretato da Lucas Belvaux, che parte sui toni de 'I soliti ignoti', vira rapidamente alla denuncia sociologica in stile fratelli Dardenne e poi s'imballa nell'enfatica e farraginosa cronaca di una rapina destinata a finire tragicamente. Succede che lo scenario della città di Liegi induca di per sé al peggiore pessimismo e non abbia alcun bisogno dei tagli di una regia piatta e deprimente; se è il caso d'aggiungerci l'handicap di attori tanto appropriati e volenterosi quanto totalmente sprovvisti di fascino, ne consegue il risultato prossimo allo zero." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 25 settembre 2006)