La première étoile

FRANCIA 2009
Jean-Gabriel è sposato ed è padre di tre bambini, ma vive di espedienti e passa il suo tempo in un'agenzia ippica vicino casa. Quando, un giorno, promette a sua figlia che porterà tutta la famiglia in vacanza sulla neve Jean-Gabriel si troverà costretto a inventare un modo per trovare i fondi necessari...
SCHEDA FILM

Regia: Lucien Jean-Baptiste

Attori: Firmine Richard - Bonne Maman, Lucien Jean-Baptiste - Jean-Gabriel, Anne Consigny - Suzy, Jimmy Woha-Woha - Yann, Ludovic François - Ludovic, Loreyna Colombo - Manon, Bernadette Lafont - Madame Morgeot, Michel Jonasz - Monsieur Morgeot, Gilles Benizio - Tecnico/garagista/animatore, Astrid Bergès-Frisbey - Juliette, Edouard Montoute - Jojo, Jacques Frantz - René

Sceneggiatura: Lucien Jean-Baptiste, Marie-Castille Mention-Schaar

Fotografia: Myriam Vinocour

Musiche: Erwann Kermorvant

Montaggio: Hugues Darmois

Scenografia: Hérald Najar

Arredamento: Anne-Charlotte Vimont

Costumi: Laurence Benoit

Durata: 90

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: PIERRE KUBEL, MARIE-CASTILLE MENTION-SCHAAR PER VENDREDI FILM, FRANCE 2 CINÉMA, RHÔNE-ALPES CINÉMA, MARS DISTRIBUTION, CINÉMAGE 3, LA BANQUE POSTALE IMAGE, CINÉCINÉMA, CANAL+

Distribuzione: NOMAD FILM (2010)

Data uscita: 2010-03-26

TRAILER
CRITICA
"Sorpresa: una commedia autobiografica sull'integrazione razziale senza pesantezze ma lieve, divertente, ottimista, piena di gag antiche e infallibili servite con occhio affettuoso ma irriverente (...). Una piccola scoperta." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 marzo 2010)

"Il film mantiene quel che promette, cioè davvero poco: sporadiche risate, regia artigianale (non è un complimento), e un 'volemose bene' che inneggia all'integrazione. Innocuo, e pure fasullo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 25 marzo 2010)

"'La premiere Etoile' è una commediola davvero allegra, diretta, interpretata e scritta (assieme a Marie Catille Mention Schaar) da Lucien Jean-Baptiste (esordio alla regia) ha avuto un ottimo successo in Francia (...). Un buon cast e una scrittura leggera dovrebbero assicurare una giusta accoglienza anche a casa nostra, permettendo così ad un film all-black o semi-black di raggiungere finalmente anche il grande pubblico bianco. Nonostante le chiacchiere, i prodotti black in realtà sino ad oggi hanno avuto molte porte chiuse. Speriamo che la commedia, ancora una volta, serva da apripista. Del resto Jean-Baptiste è già alla scrittura del sequel, e questa volta a finanziarlo saranno anche gli americani che hanno acquistato i diritti sulla carta. Il miracolo si è dunque già compiuto." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 26 marzo 2010)

"Non sappiamo se il cinema francese ha fatto molte trasferte in 'settimana bianca' quante ne ha fatte la commedia italiana. Da noi, infatti, la settimana bianca ha un posto molto preciso nell'immaginario cinematografico, grazie soprattutto a una raffica micidiale di film vacanzieri messi a punto dai fratelli Vanzina. (...) L'idea dell'esordiente Jean-Baptiste è tanto semplice quanto apparentemente efficace. (...) Con grazia parte tutta una serie di luoghi comuni capovolti, messa in moto da un escamotage narrativo davvero semplice, ma timidamente efficace nel suo applicarsi alla materia. I vari nodi razziali pian piano si sciolgono, e così il padre come i figli, dapprima derisi dagli wasp francesi, vengono a trovare, non senza difficoltà, dei punti di contatto e di mediazione, ognuno a modo suo. La Francia continua a interrogarsi (e in vari modi, basti pensare al recente 'Welcome') sul progetto multiculturale del loro paese, e qui lo fa con un commedia semplice ma ancora onesta che ambisce di parlare del razzismo, e della sua risorgenza, attraverso i modi di una commedia familiare un po' meccanica, ma a suo modo istruttiva. Un aggiornamento politically correct delle 'Vacanze di Natale' dei Vanzina? Qualcosa di più, se non altro siamo in Francia." (Dario Zonta, 'Liberazione', 26 marzo 2010)

"Successo parigino con messaggino progressista nella bottiglia e famiglia franco-antillana che senza soldi va in settimana bianca con pargoli, suocera. Curioso, sulle Alpi non si porta il nero della pelle. Succede di tutto, di più, troppo; il padre imbranato sembra De Funes, in un film dove Lucien Jean-Baptiste autore attore, sfortunato più di Paperino, svende scampoli antirazzisti abbracciando nell'happy end la famiglia e la società. Ma la neve è nazi?" ('Corriere della Sera', 26 marzo 2010)

"Dopo il successo in patria di 'Giù al nord', il cinema francese applica lo stesso schema - puntare sull'attrito geografico e sociale per far ridere - a 'La prèmiere étoile' di Lucien Jean-Baptiste, che aggiunge alla ricetta l'attrito razziale. (...) Il nero della pelle spicca sul bianco della neve, specie nelle cadute... La prima stella è quella ambita dalla bambina in un concorso di canto. Se siete ben disposti, sorriderete." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 26 marzo 2010)

"Neri sulla neve, nel primo film di Lucien Jean-Baptiste regista e protagonista. (...) Certo non un capolavoro, il film ha una semplicità, una freschezza e un'allegria che ricordano 'Un incendio visto da lontano' di losseliani." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 26 marzo 2010)