LA FURIA DEI KYBER

ITALIA 1970
Poiché l'unico modo per domare la rivolta degli indiani è catturare il loro capo Tantiah, una spedizione militare inglese parte per le montagne dei Kyber, dove costui si nasconde. La comandano il capitano Miller e il tenente Cullen, divisi da profonde divergenze, poiché l'uno considera gli indiani come selvaggi da sterminare, mentre per l'altro sono da considerarsi degli esseri umani. Dopo aver fatta prigioniera una ragazza, Surama (che Miller avrebbe voluto uccidere, per assicurare segretezza alla missione) gli inglesi riescono a catturare Tantiah, ma i Kyber, guidati dal fanatico Tanauduriam, liberano il ribelle. Guidati da Timul, il servo indigeno di Cullen, gli inglesi raggiungono il tempio della dea Kali, per impadronirsi della Spada Sacra, (che, per i Kyber, è il simbolo della loro rivolta), ma vi rimangono intrappolati. Durante il successivo assalto dei Kyber, Miller e Tanauduriam si uccidono a vicenda, mentre il tenente viene salvato da Surama. Raggiunti da una spedizione di soccorso, gli inglesi riescono a metter in fuga i ribelli e a catturare Tantiah, ma quando Cullen si rende conto che l'indiano, morto Tanauduriam, si è convinto dell'inutilità della rivolta e aspira alla pacificazione, il tenente gli consente di fuggire, e si assicura così, col suo nobile gesto, anche l'amore di Surama.
SCHEDA FILM

Regia: José Luis Merino

Attori: Peter Lee Lawrence, Antonio Manyang, Luis Marín, Mariano Vidal Molina, Pasquale Simeoli, Nello Pazzafini, Carina Monti, Alan Steel, Pasquale Basile

Soggetto: Enzo Gicca Palli

Sceneggiatura: Enzo Gicca Palli

Fotografia: Emanuele Di Cola

Musiche: Giorgio Fabor

Montaggio: Giuliano Mattioli

Durata: 98

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: CINESCOPE A COLORI

Produzione: DUCA INTERNATIONAL (ROMA) P.C. HISPAMER FILMS (MADRID)

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
Un film avventuroso realizzato assai modestamente. Insufficiente sul piano tecnico, il lavoro ha uno svolgimento narrativo lento, confuso, spezzettato in episodi attinti al più convenzionale repertorio del genere (Segnalazioni Cinematografiche 69)