LA CAVALLETTA

THE GRASSHOPPER

USA 1970
Christine Adams, una ragazza di diciannove anni, fugge di casa per raggiungere il fidanzato Eddie che vive a Los Angeles. Durante il viaggio, la giovane fa la conoscenza di Danny Raymond, un noto attore televisivo che le offre un passaggio in macchina fino a Las Vegas. Giunta a Los Angeles, Christine, dopo un breve periodo trascorso insieme a Eddie, fa ritorno a Las Vegas dove intreccia un altrettanto breve idillio con Danny. Successivamente, innamoratasi di Tommy Marcott, ex-campione di rugby, lo sposa. Conosciuto il ricco industriale Dekker, Christine cerca di convincerlo a trovare un'occupazione redditizia al marito: le insane proposte avanzate da Dekker a Christine inducono però Tommy a picchiare selvaggiamente l'uomo. Questi si vendica facendolo uccidere da un sicario. Rimasta sola e impossibilitata a trovare un lavoro per i continui interventi dei Dekker, Christine finisce col diventare una prostituta.
SCHEDA FILM

Regia: Jerry Paris

Attori: Jacqueline Bisset - Christine Adams, Jim Brown - Tommy Marcott, Joseph Cotten - Richard Morgan, Corbett Monica - Danny Raymond, Christopher Stone - Jay Rigney, Ramon Bieri - Roosevelt Dekker, Ed Flanders - Jack Benton, William Callaway - Elroy, Roger Garret - Buck Brown, Therese Baldwin - Gigi, William Bassett - Aaron, Kathalynn Turner - Ann Marie Dekker, Stefanianna Christopherson - Libby, Marc Hannibal - Marion Walters, Robert Liberman - Douglas, Tom Nolan - Vic, Jessica Myerson - Proprietario Della Cappella, Tom O'Kelly - Eddie

Soggetto: Mark McShane, Jerry Belson, Garry Marshall

Sceneggiatura: Jerry Belson, Garry Marshall

Fotografia: Sam Leavitt

Musiche: Billy Goldenberg

Montaggio: Aaron Stell

Scenografia: Tambi Larsen

Costumi: Donfeld

Altri titoli:

THE PASSING OF EVIL

PASSIONS

Durata: 96

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, TECHNICOLOR

Tratto da: ROMANZO "THE PASSING OF EVIL" DI MARK MCSHANE

Produzione: JERRY BELSON GARRY MARSHALL PER NATIONAL GENERAL PICTURES

Distribuzione: PEA

CRITICA
"Frammentario, privo di fantasia e di approfondimento psicologico, il racconto risulta null'altro che un pretesto per collegare le ripetute esperienze sessuali della protagonista." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 71, 1971)