Killer in viaggio

Sightseers

GRAN BRETAGNA 2012
Chris vuole mostrare il suo mondo a Tina, un'introversa dog-sitter che vive in miseria con una madre soffocante e che finora ha condotto una vita molto ritirata. Per questo Chris ha organizzato per lei un viaggio nelle isole britanniche, a bordo del suo amato Abbey Oxford Caravan, così da mostrarle il paesaggio collinare e le meraviglie che lo hanno accompagnato nella sua vita. Ben presto, però, tra gente che getta la spazzatura in terra, ragazzi rumorosi e le ingerenze della madre di Tina, l'idilliaca avventura diventerà un incubo che trasformerà Tina e Chris nei 'Bonnie e Clyde' della campagna inglese...
SCHEDA FILM

Regia: Ben Wheatley

Attori: Alice Lowe - Tina, Steve Oram - Chris, Eileen Davies - Carol, Roger Michael - Conducente Tram, Tony Way - Turista, Seamus O'Neill - Sig. Grant, Monica Dolan - Janice, Jonathan Aris - Ian, Aymen Hamdouchi - Chalid Sulinan, Tom Meeten - Sciamano, Kenneth Hadley - Richard, Stephanie Jacob - Joan, Christine T Albot - Commentatore news, Richard Albot - Commentatore news, Richard Glover - Martin

Sceneggiatura: Alice Lowe, Steve Oram, Amy Jump - materiale addizionale

Fotografia: Laurie Rose

Musiche: Jim Williams

Montaggio: Amy Jump, Ben Wheatley, Robin Hill

Scenografia: Jane Levick

Costumi: Rosa Dias

Altri titoli:

Touristes

Durata: 88

Colore: C

Genere: COMMEDIA NOIR

Produzione: BIG TALK PICTURES IN ASSOCIAZIONE CON ROOK FILMS

Distribuzione: ACADEMY TWO (2013)

Data uscita: 2013-06-13

TRAILER
NOTE
- PROIEZIONE SPECIALE ALLA 44. QUINZAINE DES RÉALISATEURS (CANNES 2012).
CRITICA
"Ogni epoca ha i serial killer che si merita. La nostra ha due turisti, due come ce ne sono a milioni, emblema vivente del consumismo e della civiltà di massa. Due stupidotti insospettabili e vestiti malissimo che farebbero rivoltare nella tomba non solo 'Bonnie e Clyde', prototipo del binomio immortale Glamour & Delitto, ma anche i loro epigoni più degenerati. (...) in questa irresistibile black comedy di pura marca britannica (primo premio all'ultimo Noir in Festival di Courmayeur) tutto è irrimediabilmente dimesso, anonimo, incolore. Squallido, nel senso più domestico e antieroico del termine, come squallidi sono Chris e Tina (i geniali Steve Oram e Alice Lowe, anche sceneggiatori di questo film scritto benissimo), i loro sogni confusi, i loro incontri erotici, troppo voraci per non sapere di revanscismo, i loro rancori dozzinali ma radicati. Tanto radicati da spingerli a eliminare, prima per caso poi sempre meno, i malcapitati che si frappongono fra loro e la loro idea di felicità, o almeno di vacanza. Ovvero di educazione e decoro, perché il turista serial killer non cerca la fama né l'interesse personale, ma vigila sulla correttezza e il rispetto, dell'etica e dell'estetica (a suo modo s'intende...). E soprattutto ammanta quel tour sanguinario di valori terapeutici ma irraggiungibili. (...) il neodisoccupato Chris, che sembra il trascinatore ma è l'anello debole della coppia, fantastica addirittura improbabili riscatti intellettuali. (...) Come un nipotino dei Bouvard e Pécuchet flaubertiani, più che dei 'Natural Born Killers' di Stone. Incattivito da un'epoca che concede a qualsiasi storico della domenica di prendersi per un grande intellettuale, ma scava anche solchi invisibili quanto profondi fra il piccolo borghese e il vicino di roulotte che ha il torto di essere più snob e danaroso di lui, ma non meno pieno di pregiudizi, dunque sarà duramente punito (e guardate che fine fa la sua macchina fotografica...). Il tutto in un film che non guarda mai dall'alto in basso i suoi personaggi, anzi fa in modo che siano loro a guardare noi. Letteralmente, con un «camera look» spietato e definitivo. Che è uno dei momenti più alti di un film di genere, apparentemente senza troppe pretese, ma rigoroso e controllatissimo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 giugno 2013)

"Vincitrice del Leone Nero al festival di Courmayeur, una black comedy on-the-road perfettamente amorale, macabra e divertente con spunti di satira sociale, ma che si propone soprattutto come un piccolo, beffardo saggio sulla banalità del male. Il regista Ben Wheatley, già autore di thriller apprezzati dai cinefili, racconta le imprese dei suoi Bonnie & Clyde proletari per bruschi cambiamenti di registro: un momento ridi, l'attimo dopo assisti a un episodio di disturbante brutalità." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 13 giugno 2013)

"Black comedy molto britannica nel suo «under statement», anche se smentisce la massima «niente sesso, siamo inglesi». Infatti Chris (Steve Oram) e Tina (Alice Lowe), che intraprendono insieme un viaggio nel freddo, umido Nord con una roulotte al traino, hanno rapporti amorosi piuttosto vivaci; e i due si direbbero una normale coppietta di frustrati provinciali se non fosse che se ne vanno in giro ammazzando chiunque gli sembri maleducato, supponente o magari poco simpatico. Il tutto con l'aria di chi sta facendo una cosa normale. A creare le figure di questi bizzarri serial killer sono i due attori, che dopo averli incarnati per anni in palcoscenico e in televisione li hanno portati sullo schermo firmando il copione. La regia di Ben Wheatley si adegua con discrezione al loro laconico stile da strip." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 13 giugno 2013)

"Tra 'La rabbia giovane' e 'Bonnie & Clyde' ecco una nerissima commedia total British travestita da road movie e volta a mostrare il lato oscuro della gente qualunque. Goffi, cinici e apparenti naif senza barriere morali, i due protagonisti (gli attori sono anche sceneggiatori) guidano lo spettatore nel crescendo di una spirale d'irresistibile black humour dai risvolti fatali. Nulla è come sembra e soprattutto mai fidarsi di chi 'ti amo da morire'. Ovazioni a Cannes 2012." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 13 giugno 2013)

"Originale commedia nera inglese, spiritosa, ma alla lunga stucchevole, attorno a due emuli, quasi involontari, di Bonnie e Clyde. (...) Un umorismo grottesco, penalizzato da troppe volgarità, che spinge sull'acceleratore, senza mai toccare il freno. Finendo fuori strada." , (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 13 giugno 2013)