Kiki & i segreti del sesso

Kiki, el amor se hace

SPAGNA 2016
Cinque divertenti storie d'amore e di bizzarre fantasie sessuali. Una donna è affetta da Dacrifilia, si eccita
vedendo il partner che piange. Un'altra prova piacere quando sfiora dei soffici tessuti, Efefilia. Un uomo
invece è affetto da Sonnofilia: ha strani desideri mentre la moglie dorme. Una ragazza soffre di Arpaxofilia,
raggiunge l'orgasmo quando viene derubata. Chi non ha mai avuto una piccola perversione? Una commedia che rompe ogni tabù...
SCHEDA FILM

Regia: Paco León

Attori: Natalia de Molina - Natalia, Álex García (II) - Alex, Paco León - Paco, Ana Katz - Ana, Belén Cuesta - Belén, Candela Peña - Maria Candelaria, Luis Callejo - Antonio, Luis Bermejo - José Luis, Mari Paz Sayago - Paloma, Alexandra Jiménez - Sandra, David Mora - Rubén

Sceneggiatura: Paco León, Fernando Pérez (III)

Fotografia: Kiko de la Rica

Montaggio: Alberto de Toro

Scenografia: Montse Sanz, Vicent Díaz

Costumi: Pepe Patatín, Javier Bernal

Effetti: Free Your Mind

Altri titoli:

Kiki e i segreti del sesso

Durata: 102

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: VÉRTIGO FILMS, TELECINCO CINEMA

Distribuzione: VIDEA

Data uscita: 2016-06-23

TRAILER
CRITICA
"Le oscure leggi del desiderio - il maestro del surrealismo Buñuel lo sapeva bene - possono dimostrarsi lo strumento migliore per deformare le cose nel filtro della fantasia; o viceversa per introdurre nella realtà un elemento di bizzarra perversione come fosse normale. 'Kiki e segreti del sesso', che in patria ha avuto un bel successo, è il remake dell'australiano 'The Little Death', film a episodi su particolari tipi di feticismo. Non conosciamo la pellicola, ma prendiamo in parola Paco León, estroso attore/regista di Siviglia, quando dichiara di aver preso una strada tutta sua rispetto all'originale. Perché la sua commedia, così com'è, lo inserisce in quel libertario filone di cinema postfranchista, che ha trovato in Almodóvar il massimo esponente. Salvo che Leon stempera i toni accesi, lussureggianti (e laceranti) del Pedro della Mancha in un registro ironico appena venato di malinconia, imbastendo con freschezza scevra di volgarità situazioni birichine (...) innocue forme di perversione (il marchese De Sade non le prenderebbe certo in considerazione) che vanno a comporre un divertito teatrino di insicurezze esistenziali piuttosto che un girotondo erotico. (...) La fotografia di Kiko de la Rica investe il tutto di una luminosa luce estiva; e l'allegra sarabanda finale, che riunisce nelle strade di una Madrid in festa i protagonisti, è un inno all'amore rinsaldato da una complice accettazione della diversità." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 23 giugno 2016)

"L'ispirazione arriva da un film australiano sulla medesima tematica ma l'originalità di scrittura e regia è tutta di Paco León, autentica star iberica qui nel doppio ruolo di regista e attore. Si ride, si riflette segretamente sulle proprie perversioni nascoste, si pensa alla versatilità dell'essere umano rispetto al piacere che può nascere da qualunque cosa, idea, azione. Una piccola commedia divertente ma non superficiale per stuzzicare le fantasie represse, inclusa la 'cinefilia'." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 23 giugno 2016)

"(...) bizzarro film spagnolo (...) cinque storie per raccontare inusuali fantasie sessuali (...). Il film, però, fintamente trasgressivo, promette più di quello che mantiene." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 23 giugno 2016)

"Lo spirito gioioso e terapeutico della commedia è indicato dal titolo, con quel Kiki che non è affatto il nome di un protagonista, bensì il termine gergale spagnolo che sta per «sveltina» (...), l'impressione finale è proprio quella di un'allegra carrellata su quell'«anormalità» che - chiosa a margine il regista - consapevoli o inconsapevoli ci definisce tutti. Altro che il von Trier di «Nymphomaniac», qui s'irradia a tutto schermo un piglio estremo solo nei dialoghi, esaltato dalla fotografia mediterranea, per forza di cose frammentario, appena voyeuristico e mai davvero perturbante." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 30 giugno 2016)