Jazzmen

My iz dzhaza

URSS 1983
Siamo ad Odessa agli inizi degli anni '20 ed il giovane Kostja si sta sottoponendo ad un esame di pianoforte nella scuola tecnico-musicale: sta eseguendo con discreta bravura e straordinario entusiasmo un pezzo jazz. Al termine dell'esecuzione i compagni-esaminatori lo bollano poiché convinti che si tratti di musica capitalista-borghese, e quindi sovversiva, nonostante Kostja ribadisca con vigore che trattasi invece di musica di origine popolare, propria di gente oppressa, i negri americani del secolo scorso. Niente da fare: viene espulso dalla scuola di Stato e si ritrova solo con la sua passione per il jazz ma non per questo rassegnato a rinunciare al suo sogno di successo. Trova due musicisti ambulanti, Zhora e Stepan, che suonano il banjo e la grancassa e li convince ad unirsi a lui per formare una piccola jazz-band. Vengono ingaggiati per caso da dei gangster per un concertino ma per una sfortunata circostanza vengono arrestati. In prigione i tre, che si scoprono man mano sempre più amici e sempre più patiti per il jazz, conoscono Ivan un vecchio sassofonista. La jazz-band è completa e ormai il successo dovrebbe arridere ai quattro, ma per vari motivi non riescono mai a sfondare. Vanno a Mosca, lavorano per un dopolavoro che poi li caccia per ordini superiori, fanno la corte ad una famosa cantante cubana, Clementina, per inserirla nel loro numero, ma non ci riescono. Un'altra cantante, Katia, affermata anche lei, vorrebbe Kostja solo per sé ma il giovane che pur ne è attratto, preferisce non accettare piuttosto che tradire i tre amici. Con essi divide periodi di amarezza, di delusione, di fame e di scoraggiamento. Alla fine però i quattro amici vengono stimolati a proseguire sulla propria strada da un famoso capitano, espertissimo di jazz. Il successo tanto agognato finalmente arriva per i nostri quattro eroi che hanno ormai i capelli bianchi.
SCHEDA FILM

Regia: Karen Shakhnazarov

Attori: Igor Skljar - Kostja Ivanov, Aleksandr Pankratov Cernyi - Stepan, Nikolaj Averjuskin - Zhora, Pyotr Scerbakov - Ivan Bavurin, Elena Cyplakova - Katia, Larisa Dolina - Clementine, Jurij Vasiliev, Leonid Kuravlev, Nikolay Kofegarov, Bronislav Brunoukiov, Vladimir Aleksandrov, Vladimir Bobrov, Eugenij Evstigneev

Soggetto: Aleksandr Borodyansky, Karen Shakhnazarov

Sceneggiatura: Aleksandr Borodyansky, Karen Shakhnazarov

Fotografia: Vladimir Shevtsik

Musiche: Anatoli Kroll

Montaggio: Lidiya Milioti

Scenografia: Konstantin Forostenko

Costumi: Ya. Sokolovskaya, V. Kiselyova

Altri titoli:

My iz Giasa

Noi del jazz

Jazzman

We're from Jazz

Durata: 87

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: MOSFILM

Distribuzione: ISTITUTO LUCE - ITALNOLEGGIO CINEMTOGRAFICO (1985)

CRITICA
"E' un film semplice, senza grandi pretese, gradevole sia per la recitazione decorosa, sia per le scene ricostruite abbastanza bene per introdurci nell'atmosfera degli anni '20. Però le immagini non sempre sono adeguate a quell'atmosfera e le ingenuità sono tante. E' comunque una favola piacente, pulita, dei buoni sentimenti (amicizia e amore per il proprio lavoro) e soprattutto apprezzabile per il gusto e l'orecchiabilità della colonna sonora che alterna brani jazz più famosi ed altri meno famosi; sapiente la scelta delle musiche, il ritmo delle melodie a tratti è davvero accattivante e stimolante anche per chi non ama e non conosce bene il jazz. Le scene dove si vede l'orchestra di successo con maestri, musicisti e pubblico in splendidi abiti sono improbabili non tanto per l'epoca ma soprattutto per il luogo; nella Russia degli anni'20 appena uscita dalla rivoluzione bolscevica quelle ricchezze e quegli sfarzi sono davvero impensabili. II film è pregevole oltre che per le buone musiche anche per quella simpatica ironia che la Russia ha su se stessa in quel periodo tutto proteso a bloccare ogni possibile tentativo vero o presunto di esaltazione della cultura borghese, come appariva appunto l'amore per la musica jazz. Notevole la scena in cui Kostja e Katia ballano e cantano con gusto, maestria e simpatica verve degna di un bel musical della stessa epoca". (Segnalazioni Cinematografiche, vol. IC, 1985)