Incensurato provata disonestà carriera assicurata cercasi

ITALIA 1972
Nell'iscrivere, nelle liste della Democrazia Cristiana per il Senato, il nome del marchese Zeccarin, un attivista del partito commette un errore. Al posto del notabile risulta così segnato un qualsiasi Giuseppe Zaccherin. Svolte, con l'aiuto di un poliziotto che aspira a far carriera, affannose ricerche in tutta Italia, finalmente si trova un uomo con quel nome. Costui, però, oltre ad essere diviso dalla moglie, ad avere un'amante e a vivere di imbrogli, è di fede comunista. Consigliato dai compagni di partito, che ritengono utile, per i loro scopi, la sua candidatura; sostenuto, per gli stessi motivi, anche dai fascisti; rassicurato dai democristiani (ai quali fa gioco metterlo in lista per contrastare un altro candidato) che egli non ha alcuna speranza di essere eletto, Zaccherin accetta di presentarsi. Contrariamente alle previsioni, egli ottiene però un clamoroso successo, poiché i cittadini hanno visto in lui un uomo diverso dagli altri politici. Divenuto senatore, Zaccherin si getta a capofitto nell'attività legislativa. Le sue proposte, però, sono così fuori della norma che, per farlo smettere, i colleghi decidono di eleggerlo alla presidenza della Repubblica.
SCHEDA FILM

Regia: Marcello Baldi

Attori: Gastone Moschin, Nanni Loy, Paola Quattrini, Riccardo Cucciolla, Arnoldo Foà, Gisela Hahn, Gunther Ungeheuer, Silvio Spaccesi, Alfred Thomas, Fernando Caiati, Giulio Baraghini

Soggetto: Marcello Baldi, Guido Leoni

Sceneggiatura: Marcello Baldi, Guido Leoni

Fotografia: Antonio Climati

Musiche: Stelvio Cipriani

Montaggio: Marisa Mengoli

Scenografia: Elena Ricci Poccetto

Durata: 105

Colore: C

Genere: SATIRICO

Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR

Produzione: VIDEO CINE

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
Tentativo di satira di un certo malcostume politico, il film, pur avendo alcuni momenti e trovate che colpiscono il segno, appare in complesso disordinato e frammentario. Impostato in modo scopertamente qualunquista, inoltre, sì che troppo spesso l'ironia scade al livello della barzelletta, non apporta alcun reale contributo critico al problema del distacco tra i cittadini e i loro rappresentanti. Nuocciono anche, alla pellicola, il volgarissimo linguaggio e l'inutile aggiunta di scene e situazioni "piccanti", pur se rappresentate in chiave comica. (Segnalazioni Cinematografiche, vol.74, p.128).