Il teppista

ITALIA 1994
Loris appartiene ad una famiglia di modeste origini ed è pieno di incertezze, di dubbi. Segue un percorso sociale tradizionale: una donna, un lavoro... ma le sue esperienze lo gettano man mano in una dimensione di fragilità. Loris vaga e ricerca se stesso in un ambiente che gli sembra sempre più soffocante, dove i conflitti e le contraddizioni aumentano e non gli permettono di tracciare un proprio itinerario. Infine, dopo aver cercato i più diversi mestieri, non gli resta che adeguarsi e scegliere un conformismo che si trasforma in teppismo.
SCHEDA FILM

Regia: Veronica Perugini

Attori: Michela Cescon - Vania, Giacomo Zito - Loris, Paolo Fagiolo - Alfredo, Claudio Mezzelani - Roberto, Carlo Vitale - Cesco

Soggetto: Veronica Perugini, Giancarlo Santoretto

Sceneggiatura: Veronica Perugini, Giancarlo Santoretto

Fotografia: Giuseppe Lanci

Musiche: Alessandro Molinari

Montaggio: Chiara Anselmi

Scenografia: Luisa Tomasetig

Costumi: Beatrice Scarpato

Durata: 90

Colore: C

Genere: METAFORA

Specifiche tecniche: 35 MM.

Produzione: VERONICA PERUGINI E GIANCARLO SARTORETTO PER CAROFILM

Distribuzione: STRADA FILM

NOTE
- LUNGHEZZA: 2.468 METRI

- REVISIONE MINISTERO FEBBRAIO 1994.
CRITICA
"Un film di una attualità sconcertante che non può non piacere alle giovani generazioni, anche se i moventi umani sono sempre gli stessi. Ma qui si tratta di cifre stilistiche dirette, senza compiacimenti o inutili censure. Veronica Perugini ha portato sullo schermo le contraddizioni di una società terribilmente confusa e priva anche di quelle confortanti speranze di cui si nutrono per eccellenza i giovani cui è stata tolta anche la possibilità di sognare." (Eugenio Zucchi, "L'informazione", 6 aprile 1995).

"Il teppista è un'opera coraggiosa, forte, sgradevole per chi è abituato alle tranquille storielle minimali del giovane cinema italiano, recitata con bravura dai due protagonisti." Simone Emiliani - Casting 5/1995.
" Qualcosa del cinema di Pasolini resta impigliato nella cinematografia da vedere e da discutere dei nostri autori." (Giovanna Grassi, "Corriere della Sera", 13 aprile 1995).

"Più che l'ennesimo esempio di neo-neorealismo, Il teppista è un vero e proprio rap visuale, modulare, ripetitivo, ritmato nelle cadenze martellanti di gesti sempre uguali. Fra deambulazioni periferiche e camminate senza meta, un film sul "girare a vuoto" di una generazione: quella che un tempo ha conosciuto la rabbia e la speranza, e che ora si spegne a poco a poco nel grigiore di una routine che ha perso sia la strada della rivolta che quella dell'integrazione." (Gianni Canova, "DUEL", n.7, 1995)