I QUATTRO DELL'OCA SELVAGGIA II

WILD GEESE II

GRAN BRETAGNA 1985
Ad avviso di Robert McCann, un magnate della Tv privata, lo "scoop" del secolo sarebbe di far fuggire Rudolf Hess dalla sua prigione: il novantenne superstite gerarca di Hitler, ancora rinchiuso nel tetro carcere di Spandau, potrebbe, senza il minimo dubbio, svelare segreti straordinari. L'incarico viene dato a Kathy Lucas (che è giornalista) e ad Allen Fraulkner, ma i due pensano bene di ingaggiare un taciturno e addestratissimo mercenario, John Haddad, che per una forte somma di danaro si addosserà l'incarico. Con lui la bella Kathy si trasferisce a Berlino, ma l'impresa si rivela ben presto impossibile, poiché Hess è sorvegliatissimo e Spandau non offre spiragli di sorta. Mentre già la polizia tedesca ha individuato (e un po' pestato) l'animoso John, questi chiama come guardaspalle il veterano Allen Faulkner, ma al gioco sono ormai interessati anche i servizi segreti, in prima linea quello di Sua Maestà britannica. Collaborano con Haddad, oltre a Faulkner, un sergente inglese (che, prestando servizio nel carcere, dovrà propinare al momento stabilito al Hess una pillola per simulare un attacco d'asma) ed un quartetto ben allenato e pratico di sparatorie, il quale indosserà uniformi della Military Police: il prigioniero sarà sequestrato, nel corso di un incidente stradale provocato ad arte, quando un'ambulanza lo porterà da Spandau all'Ospedale militare britannico: la scorta verrà attaccata ed il corpo del gerarca nazista sostituito con quello di uno sconosciuto (un cadavere fornito a Haddad da un tizio dedito ad oscuri affari). L'operazione comincia, ma intanto la Polizia tedesca (anzi, un suo capitano fedele ai sovietici, al quale Haddad dovrà consegnare Hess) ha prudenzialmente sequestrato Kathy: il nostro mercenario (innamorato della donna) la recupera dopo un'azione violenta, nel corso della quale muore il di lei fratello. Infine Rudolf Hess è catturato come previsto e passa, con i resti del gruppo, la frontiera austro-germanica con passaporti falsi, profittando del tumultuoso ritorno a Vienna di una folla di sportivi che ha assistito ad un incontro di calcio. Tutto è stato rischioso e cruento ma, mentre il successo ha in sostanza arriso a John Haddad e compagni, Rudolf Hess dichiara pacatamente a Kathy ed agli altri che i 40 anni trascorsi dal processo di Norimberga lo hanno fatto meditare molto. Il passato è passato, le sue rivelazioni su eventi ormai lontani gli sembrano assolutamente inutili: egli chiede, quindi, di essere riportato in cella a Spandau, che egli considera ormai la sua casa ed il solo asilo possibile nella solitudine che lo estrania dal mondo.
SCHEDA FILM

Regia: Peter R. Hunt

Attori: Paul Antrim - Murphy, Barbara Carrera - Kathy Lucas, Robert Feitag - Stroebling, John Ferry, Edward Fox - Allen Faulkner, Derek Thompson - Hourigan, Ingrid Pitt, Laurence Olivier - Rudolf Hess, Stratford Johns - El Ali, Scott Glenn - John Haddad, Robert Webber - Robert Mc Cann, Kenneth Haigh - Reed

Soggetto: Daniel Carney

Sceneggiatura: Reginald Rose

Fotografia: Michael Reed

Musiche: Roy Budd

Montaggio: Keith Palmer

Scenografia: Syd Cain

Durata: 109

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Tratto da: DAL ROMANZO "THE SQUARE CIRCLE" DI DANIEL CARNEY

Produzione: EUAN LLOYD

Distribuzione: CIDIF (1986) - WARNER HOME VIDEO

CRITICA
"Lo spunto era ottimo e, in particolare, molto divertenti risultano i caratteri dei personaggi che aiutano nell'impresa i mercenari, soprattutto l'ottimo Edward Fox spalla e angelo protettore del capo Scott Glenn, visto in 'Urban Cowboy'. Con humour di pura marca anglosassone, il primo tempo si dipana velocemente riservando non poche sorprese, ma poi il copione e la regia di Peter Hunt, noto per 'Caccia selvaggia' e il serial 'Gli ultimi giorni di Pompei', perdono colpi e il film si risolleva grazie all'assolo di Laurence Olivier, che con sottile mestizia interpreta il cameorole del nazista Hess. La musica di Roy Budd sottolinea con abilità la suspense e la sceneggiatura di Reginald Rose è molto vivace in alcuni intermezzi, ma nel complesso il film alla fine risulta un cine-prodotto di stampo televisivo abbastanza serializzato, malgrado il budget imponente, i primi attori e i caratteristi tra i quali senza mordente appare anche Barbara Carrera rivale di 007 in 'Mai dire mai' e qui donna di poco coraggio e con le lacrime in tasca tra tanti impavidi avventurieri delle quattro potenze." ('Il Corriere della Sera', 11 Maggio 1986)

"Raramente la classica dicitura 'ogni coincidenza con fatti e personaggi reali è del tutto casuale', è risulta più pertinente, anche in senso autoironico, che in occasione di questo 'Oca selvaggia 2', fiacco seguito (o presunto tale, dato che sono cambiati tutti i protagonisti e il regista) delle avventure mercenarie africane che garantirono sette anni fa un successo internazionale anche alla cinematografia inglese. Esclusa la prigionia di Rudolf Hess a Spandau, quasi nulla infatti nel film di Peter Hunt, solitamente abile confezionatore di film d'avventure (da '007 al servizio di sua maestà britannica', in poi) ha le stimmate del reale. E non solo del verosimile quotidiano, ma anche, e ciò è molto più grave, del verosimile narrativo, cinematografico." (Gabriele Porro, 'Il Giorno', 10 Maggio 1986)

"Nel film odierno il superprigioniero da rimettere in libertà, ad opera, naturalmente, di avventurieri-mercenari, è appunto Rudolf Hess. Sul quale ha posto gli occhi uno spregiudicato boss della tv, ambizioso di portare, dopo la clamorosa organizzata fuga, l'ex gerarca nazista sui teleschermi. Uno scoop formidabile, che però non solo non si realizza fino in fondo - all'epilogo Hess preferisce l'apparizione sul video il rientro in carcere - ma che la sceneggiatura abborracciata di Reginald Rose e la regia non incisiva illustrano in maniera diluita e confusa attraverso un'ammucchiata di episodi narrativamente male organizzati. Il film ha un soprassalto drammatico e umano alle ultime scene nelle quali viene in primo piano Laurence Olivier, che è il vegliardo Hess. Di lui, del suo intimo e segreto dramma insigne attore dà in pochi istanti un'immagine intensa per sofferenza e verità." ('La Stampa', 26 Aprile 1986)