I FIGLI DELLA PIOGGIA

LES ENFANTS DE LA PLUIE

FRANCIA 2003
I Pyross e gli Hydross sono perennemente in guerra poiché ciascun popolo ritiene l'altro responsabile delle proprie disgrazie. I primi vivono grazie al sole e sono minacciati dalla pioggia, che su di loro ha un'azione corrosiva e risveglia i draghi distruttori. La luce del sole è invece deleteria per i secondi, che sotto i suoi raggi vengono trasformati in statue e quindi lasciati alla mercé dei loro nemici, mentre la pioggia li rinvigorisce. Un giorno il giovane Skan, guerriero dei Pyross, parte per una crociata al di là del deserto dove incontra Kallisto, una bella figlia della pioggia. Un amore apparentemente impossibile potrebbe far cessare l'odio fra i loro due popoli...
SCHEDA FILM

Regia: Philippe Leclerc

Soggetto: Philippe Caza

Sceneggiatura: Philippe Caza

Musiche: Didier Lockwood

Durata: 82

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Produzione: BELOKAN PRODUCTIONS

Distribuzione: MIKADO (2004)

Data uscita: 2004-02-13

CRITICA
"D'europeo c'è anche la missione didascalica, il messaggio forte e invadente, l'aria che la fantasia in sé non basterebbe. Sarà anche per questo che americani e giapponesi restano più forti." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 febbraio 2004)

"Se arriva un cartone animato dalla Francia è meglio aprire bene gli occhi. L'ultimo è stato il gioiello 'Appuntamento a Belleville' di Sylvain Chomet. Del nuovo arrivato 'I figli della pioggia' di Philippe Leclerc, tratto dal best-seller fantasy 'À l'image du dragon' di Serge Bussolo, apprendiamo due informazioni positive: Leclerc è un allievo di René Laloux, l'autore del cartone surrealista 'Il pianeta selvaggio' (1973) citato in 'The Cell'; Philippe Caza, disegnatore nonché co-sceneggiatore de 'I figli della pioggia', è un ex componente della storica rivista di fumetti Métal Hurlant . Insomma, gente in gamba. (...) Chi si aspetta un cartone ricco di azione e vibrante violenza grafica si prepari a un'esperienza più simile alle parabole esistenzialiste di Hayao Miyazaki ('La città incantata'). 'I figli della pioggia' parla pacatamente, e con immagini molto suggestive, di pace, cultura del diverso e di un'armonia universale da ritrovare in primis attraverso un rapporto equilibrato tra gli elementi dell'acqua e del fuoco. Non è un cartone folgorante come 'Appuntamento a Belleville', ma è comunque una favola intelligente e ben fatta. Ne facessimo noi di cartoni animati così." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 13 febbraio 2004)

"Bella stagione per i cartoni e onore al merito della Mikado che tenta di oltrepassare il target bimbi. Dopo 'Belleville' altro appuntamento francese con 'I figli della pioggia' di Philippe Leclerc, allievo del Renée Laloux del 'Pianeta selvaggio', mentre Philippe Caza, il disegnatore, era della setta fumettistica dei Métal Hurlant. Il cartoon, per gli upper 8 anni, è una esercitazione fantasy su due elementi primordiali: l'Acqua (il popolo degli Hydros) e i Pyros (adoratori del Sole). E poiché le stagioni non sono più quelle di una volta, un odio implacabile lega le stirpi: la ricongiunzione ristabilirà l'ordine cosmico. Scenografie con scalinate degne della Wallman scaligera, draghi con lingue biforcute, paesaggi desertici e assolati, unghie gotiche e perfide, labbra alla Jolie, cicatrici sexy, ladri di anime, guerre sante, interni medioevali, animali preistorici e il tormentone Testa di Klutz. L'insieme è ridondante ma affabulatorio ed estroso." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 14 febbraio 2004)