HEMOGLOBIN - CREATURE DELL'INFERNO

BLEEDERS

CANADA 1997
John ha una malattia molto rara. Con la moglie Kathleen torna sull'isola da cui proviene la sua famiglia e dove risiede Marlow, un medico che potrebbe curarlo. John probabilmente è un discendente della famiglia Van Daam di origine olandese. Nel 1600 infatti la bella Eva Van Daam e il suo gemello vennero scacciati dall'Olanda accusati di avere una relazione incestuosa e si rifugiarono sull'isola. Convinto che nessuno dei suoi parenti sia ancora in vita è costretto a ricredersi quando scopre che questi sono tutti vivi ma che abitano nelle viscere della terra e che hanno strane abitudini alimentari.
SCHEDA FILM

Regia: Peter Svatek

Attori: Gillian Ferrabee, Spencer Evans, David Deveau, Michelle Brunet, Jackie Burroughs, Kristin Lehman - Kathleen, Rutger Hauer - Dr. Marlow, Roy Dupuis - John, John Harold Cail

Soggetto: Dan O'Bannon, Ronald Shusett, Charles Adair

Sceneggiatura: Ronald Shusett, Charles Adair, Dan O'Bannon

Fotografia: Barry Gravelle

Musiche: Alan Reeves

Montaggio: Heidi Haines

Scenografia: Michel Proulx

Durata: 90

Colore: C

Genere: FANTASY

Produzione: PIETER KROONENBURG E JULIE ALLAN

Distribuzione: EAGLE PICTURES - BMG VIDEO

NOTE
REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1997
CRITICA
"'Hemoglobine' è il cinema che non dovrebbe esistere, l'assurdo elevato a fenomeno controstorico che risale il tempo per sfociare nel mare del passato cinematografico con cui sentirsi tutt'uno; il suo fascino è quello del reperto, la sua funzione archeologica, la sua appartenenza è a una stirpe antica, quella dell'horror che non c'è più e che trovava la sua ragion d'essere nel parlare continuamente d'altro, nell'offrire il proprio corpus filmico al martirio della metaforizzazione. E così l'incantesimo si compie ed 'Hemoglobine' ordisce il suo discorso sul sesso, sulla sessualità malata, sulla paura del contagio, sull'impossibilità di esteroflettere i propri rapporti verso l'altro; e lo fa mascherandosi da horror movie, operazione veramente antica e che forse merita il rispetto nel suo rifiutare, anarchicamente, l'oggi dell'horror più moderno, in cui ogni film è divenuto, principalmente, un atto d coscienza della propria funzione metalinguistica". (Francesco Lalli, 'Film')