Guelwaar

SENEGAL 1992
Senegal. E' il giorno dei funerali di Guelwaar, grande uomo, difensore di un'Africa non corrotta, non assistita, morto in seguito a un'aggressione. Ma la salma è scomparsa. Non è più all'obitorio. Che cosa è successo? Mentre si avanzano le ipotesi più cervellotiche, si scopre che in realtà si è trattato di un banale errore, uno scambio di persona. E si viene a sapere che una potente famiglia musulmana ha sepolto Guelwaar nel proprio cimitero, lui il leader cattolico. Bisognerebbe recuperare il corpo al piu'presto e ammettere l'errore, ma i musulmani, pur di non perdere la faccia, preferiscono che il loro caro estinto resti in attesa nella cella frigorifera dell'obitorio. Per risolvere la situazione sarà necessario l'intervento dell'autorità.
SCHEDA FILM

Regia: Ousmane Sembène

Attori: Joseph Sane - Abbe' Leon, Myriam Niang - Helene, Issa Niang - Veronique, Mame Ndoumbé Diop - Nogory Marie Thioune, Thierno Ndiaye - Thioune-Guelwaar, Abou Camara - Iman Biram, Omar Seck - Maggiore Gora, Ndiawar Diop - Barthelemy

Sceneggiatura: Ousmane Sembène

Fotografia: Dominique Gentil

Musiche: Baba Mall

Montaggio: Marie Aimee

Scenografia: François Laurent Sylva

Durata: 115

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: FILMS DOMIREEW (SENEGAL), FR3 FILMS (FRANCIA), GALATEE' FILM PARIS

Distribuzione: GALATEE' FILM - COE (ITALIA)

NOTE
- SUONO: NDIOUGA MOCTAR BA.

- 'PREMIO SPECIALE DEL SENATO' ALLA MOSTRA DI VENEZIA (1992).

- VERSIONE ORIGINALE IN LINGUA WOLOF, SOTTOTITOLI IN ITALIANO.
CRITICA
"Girato da una troupe in gran parte africana ma montato a Parigi, 'Guelwaar' si propone allo spettatore come un solido contributo antropologico sulla realtà dell'Africa d'oggi. Le musiche di Baba Mall sottolineano con efficacia il procedere della narrazione e i momenti dichiaratamente didascalici. Unici nei in un'opera ben scritta e ben girata, l'uso in qualche caso posticcio del flashback e una vena caricaturale che sembra affiorare in alcune situazioni. Questa propensione di Sembène al grottesco, specialmente nel racconto delle scappatelle amorose di Guelwaar, affonda le sue radici nel gusto affabulatorio della tradizione orale ed è ricorrente nella sua opera di romanziere. Ma risulta, almeno per il nostro orecchio occidentale, la nota meno limpida di una sinfonia di grande efficacia." (Giuseppe Cafulli, 'Attualità Cinematografiche')